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Inviolatella Borghese: solo cinghiali, istrici e… baracche

inviolatella borghese
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La grande area verde sul lato sinistro di via dell’Inviolatella Borghese, all’inizio di via Cassia Nuova, quella che i Comitati Cittadini per anni ne hanno chiesto la trasformazione in un’area naturale o in un parco didattico, giace in stato di totale abbandono.

Dove non è riuscita la politica ci ha pensato la natura: il grande sentiero ad anello realizzato dal Parco di Veio è stato quasi del tutto inghiottito dai rovi; i pannelli con indicazioni su flora e fauna allestiti dal Comitato Robin Hood sono scomparsi; del piccolo “arboreto” non c’è traccia. L’ipotesi di un ingresso da Via Oriolo Romano, su cui assessori e amministratori succedutisi nel tempo avevano giurato, è definitivamente tramontata; e la natura, giustamente, ha fatto il suo corso.

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Oggi quell’area è tornata ad essere un lembo di territorio naturale e se non fosse per i tanti alberelli che dopo una costosa opera di rimboschimento a causa della mancanza di manutenzione sono morti, si potrebbe dire anche rigogliosa.

Forse in fin dei conti è meglio così: meglio una bella area naturale che un parco malmesso, privo di manutenzione e con le strutture danneggiate. Anche se poi un po’ di rimpianto rimane non fosse altro perché dietro a quel sogno i comitati avevano lavorato molto: contatti, incontri, ispezioni, visite, progetti e pure qualche festosa passeggiata.

Per non parlare poi degli interventi eseguiti dal’Ente Parco di Veio: realizzazione di una recinzione su via Cassia Nuova, rimozione dei tanti rifiuti, creazione di un largo sentiero che dalla base (Via Inviolatella Borghese) portava alla parte alta dell’area. Rimangono solo i segnavia bianco-rossi difficilmente distinguibili tra l’alta vegetazione.

Oggi quel bel territorio è terra di cinghiali e di istrici: le loro tracce sono dovunque; un fitto reticolo di piccoli sentieri ricopre, come una ragnatela, l’intera area. Ovviamente è anche terra di baracche abusive perché là dove non c’è controllo queste spuntano come i funghi e come i funghi crescono e ricrescono sempre nello stesso luogo.

Per ben due volte, nel passato, si è provveduto a sgomberare e bonificare l’area in cui vengono realizzate le baracche; un lavoro costoso e imponente che ha richiesto l’impiego di ruspe e un grande container per raccogliere rifiuti e detriti.

Come la Fenice, madre di tutte le baracche, queste sono tornate a spuntare nel folto della vegetazione, alla fine di quel piccolo sentiero che parte dalla Cassia Nuova, subito dopo la Casa Cantoniera, e porta ad un piccolo impluvio nel terreno. Ce ne sono molte, in fila, ben visibili tra la vegetazione.

Dopo un breve “safari” fotografico dove abbiamo catturato le immagini di un bel territorio, di alberi maestosi e bei paesaggi non potevano mancare le baracche abusive: il naturale epilogo per questo parco mai nato.

Rimane soltanto, sospeso nell’aria, un grosso interrogativo: ma quei pali di legno che da tantissimo tempo sono stati conficcati nel terreno a cosa servono? Se sono i pali di una recinzione….che fine ha fatto la rete?

Francesco Gargaglia

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2 COMMENTI

  1. i lampioni almeno una strada altrimenti rimarrà sempre cosi secondo me. L’ingresso da via Fabbroni tanto promesso con il piccolo ponte ed il marciapiede su via cassia nuova che sembra un’autostrada

  2. Ma perché la luce almeno nella via di villa lauchili che alle 4 di pomeriggio è buia e uno per andare al parco pubblico non riesce a vedere dove mette i piedi ??
    Ma in generale, che cosa si sta facendo per questo municipio sulle aree verdi del quartiere??? a me sembra tutto fermo, immobile. Provo simpatia per il presidente del municipio ma io continuo a vedere tantissimo fumo e di arrosto nemmeno l’ombra…..

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