Sabato 1 dicembre, nei locali dell’IC Enzo Biagi, a Osteria Nuova, si è tenuto un ulteriore incontro pubblico del “percorso partecipativo” sul progetto di impianto di compostaggio che Campidoglio e Ama vogliono realizzare in via della Stazione di Cesano, a metà strada fra quest’ultima località e Osteria Nuova.
Obiettivo dell’incontro, sintetizzare le criticità rilevate dai residenti e raccogliere contributi alla stesura delle Linee Guida che verranno fornite alla Giunta Capitolina. Compito, questo, in carico alla società“Ascolto Attivo srl”, alla quale AMA ha affidato la gestione dell’intero percorso partecipativo.
Si tratta di una società con sede a Milano, nata nel 2008 proprio con l’obiettivo di “elaborare e sviluppare percorsi di progettazione partecipata, gestione creativa dei conflitti, facilitazione dei processi decisionali e mediazione” su temi di ampio respiro e di diversa natura con impatto sulla vita sociale di uno specifico contesto.
L’incontro di sabato 1 dicembre non ha però raccolto l’adesione della gran parte dei residenti. Solo una quindicina i presenti, in quanto l’assemblea è stata volutamente disertata dagli abitanti di Cesano e Osteria Nuova che si riconoscono nei vessilli dei “Comitati per il NO” (e cioè il Comitato “NO al compostatore”, il CdQ “Insieme per Cesano”, il CdQ “Osteria Nuova”, il Consorzio “Poggio dei pini” e l’Associazione “Progetto comune”) che tutti insieme, fin dall’inizio del progetto, ne hanno osteggiato la realizzazione.
Proprio per spiegare all’opinione pubblica le loro ragioni, il Comitato “NO al Compostatore” ha voluto diffondere tramite le pagine di VignaClaraBlog.it un documento che, oltre a fare la cronistoria della vicenda, spiega le motivazioni alla base del NO.
Scrive il Comitato: “Perchè No al compostatore”
Premessa
L’area di progetto, esterna al Grande Raccordo Anulare, è localizzata nel quadrante nord ovest della città e ricade nel territorio del Municipio Roma XV su via della stazione di Cesano in una sorta di triangolo con ai vertici Cesano, Osteria Nuova, due Consorzi lungo la via Anguillarese, e Anguillara Sabazia.
Il comparto in questione ha subito una graduale e progressiva trasformazione del carattere agricolo originario, mantenendo però in gran parte la sua natura originaria di terreno a prevalenza agricola di alto pregio.
Nelle immediate vicinanze, nella località Casaccia, sulla strada per Anguillara Sabazia, si trova il Centro ricerche dell’ENEA, che occupa un’area complessiva di 90 ettari suddivisa in due aree separate dalla via Anguillarese. All’interno di questo centro si trova l’attuale Sito provvisorio di scorie radioattive: al suo interno vengono stoccati anche i rifiuti di provenienza ospedaliera, tipologia a media e bassa radioattività, che vengono trattati per la decontaminazione e poi smaltiti.
A confine con Anguillara, direzione nord-ovest adiacente all’alveo del fiume Arrone, sorge il megadepuratore detto CO.BIS noto impianto adibito allo smaltimento delle acque reflue del bacino del Lago di Bracciano e oltre, sito da cui pervengono odori nauseabondi. Attualmente si sta’ predisponendo un ampliamento.
A est del sito scelto per il compostatore, vi è il territorio della Santa Sede, con le antenne di Radio Vaticana, già nota alle cronache per la vicenda dell’elettrosmog dovuto alle antenne.
Il sito
l’impianto di compostaggio dovrebbe sorgere contro il volere dei territori proprio immerso in questo contesto già fortemente provato. La natura dell’ insediamento industriale è atto alla chiusura del ciclo dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata più precisamente dalla frazione organica detta FORSU.
La coesistenza di questa tipologia di infrastrutture tecnologiche di servizio al processo del ciclo sostenibile dei rifiuti, a parere dei Comitati del NO contrasta fortemente dal punto di vista ambientale con la natura della nostra zona. Sin dal principio i cittadini si sono opposti alle ipotesi di progetto esposte dall’amministrazione Capitolina e da AMA.
Successivamente i Comitati del NO, dopo aver appreso da fonti giornalistiche in piena campagna elettorale dell’intenzione da parte del Comune di Roma e Ama di proseguire con la progettazione, hanno dato inizio ad una campagna di raccolta firme tra i cittadini.
Circa 2000 quelle raccolte, che non sono bastate a convincere il Comune di Roma e Ama a desistere dal presentare il progetto in Regione Lazio per l’inizio della procedura VIA (Verifica Impatto Ambientale). Agli inizi di marzo è stato depositato il progetto e la reazione dei Comitati è stata immediata.
Le controdeduzioni
Dallo studio dei progetti escono delle novità importanti, l’impatto ambientale presenta dei punti deboli. La relazione geologica ha delle anomalie, sembra un esame non troppo accurato e determinato più che altro su carta, con metodo bibliografico storico. Alcun campionamento o sondaggio del terreno risulta inserito nella relazione.
Più accurata e ricca di dettagli risulta essere invece l’indagine archeologica. I punti esaminati sul terreno sono oltre 30 punti chiave da cui si riscontrano su circa 26 diversi reperti di grande importanza, tali da indurre gli stessi archeologi a definire non idonea la zona.
Un’antica strada presente in zona, la via Clodia, un ponte di epoca pre-Romana, un cimitero, l’acquedotto Alsietino e quello Augusteo poi (Paolo) e altre importanti rilevanze storico-artistiche insistono in quella zona prescelta per la costruzione del compostatore.
Anche gli studi sui venti e le masse d’aria non sembrano confortanti per l’indagine di impatto ambientale. Dai grafici il raggio di spostamento delle emissioni odorifere, (i cosiddetti miasmi) sembrerebbero coinvolgere i centri abitati. I venti prevalenti spingerebbero le probabili emissioni verso Osteria Nuova e i consorzi confinanti quando sorretti da venti provenienti da nord e fino ad Anguillara e Cesano,con venti provenienti da sud- sud est.
Da non sottovalutare la vicinanza dell’impianto al fiume Arrone, il pericolo di sversamenti incauti in un corso d’acqua già fortemente inquinato potrebbero comprometterne irreparabilmente l’ecosistema. Forti dubbi anche circa la possibile contaminazione dei due acquedotti moderni attualmente funzionanti, il Peschiera e l’Acquedotto di Acea ATO2 presenti proprio nelle immediate vicinanze.
Vengono segnalate anche grossissime carenze a livello di collegamenti, le strade risultano essere di vecchia concezione, inefficienti, strette, non idonee. L’aumento esponenziale del traffico potrebbe comprometterne definitivamente la tenuta. Il passaggio dei camion AMA potrebbe far collassare in modo irreparabile queste infrastrutture già ampiamente sfruttate dal traffico locale, delle attività industriali esistenti in zona.
Cave di basalto, sabbia, breccia, pozzolana lapilli, e impianti che producono bitume e calcestruzzi generano infatti da soli una situazione al limite. Tutto questo è stato segnalato in varie occasioni dai comitati ma nessuno sembra prendersene cura.
L’inquinamento acustico e ambientale sono già a livelli altissimi, servirebbe semmai una mitigazione dei fenomeni segnalati e non un aggravio delle emissioni.
Queste osservazioni sono state tutte trasmesse dai Comitati e dalle Associazioni riunite alla Regione Lazio, alla commissione VIA, al Comune di Roma e ad altri Enti inclusi nella futura conferenza dei Servizi.
Cronaca degli incontri
Primi di ottobre 2018, incontro in Regione, X commissione ambiente e Rifiuti. Presenti i Comitati e le associazioni del NO di Osteria Nuova, Anguillara, Cesano, La Storta, Vertici AMA e per il Comune di Roma l’assessore Montanari.
Anche in quella sede un netto NO al proseguire i lavori per la costruzione del Compostatore veniva gridato dai Comitati. In risposta ci veniva chiesto il sacrificio di accettare, per il bene della comunità, nuovi impianti e nuove strutture necessarie a fronteggiare l’emergenza con lo scopo di diminuire gli innumerevoli disagi e abbassare le grandi somme spese per trasportare lontano da Roma i Rifiuti.
“Non è giusto chiedere ad altre città e regioni di occuparsi di smaltire i nostri rifiuti” ci veniva detto da Bagnacani, Presidente di AMA.
“Attraverso la logistica e seguendo le linee guida della delibera 47 della Regione Lazio, con la costruzione di nuovi impianti sostenibili si potra’ garantire una fruizione diretta da parte della cittadinanza, e si dovra’ pervenire ad un miglioramento complessivo della raccolta. L’obiettivo sarà necessariamente passare dagli attuali 1,7 milioni di tonnellate annue prodotte da Roma fino a quota 200mila-170mila tonnellate. Questo grande progetto per la diminuzione dei rifiuti sarà possibile applicando il modello del -100kg annui a persona, regime ottimale da raggiungere su Roma con azioni virtuose entro il 2021, aumentando la raccolta differenziata fino a portarla a quota 70% e oltre” ci diceva l’assessore all’ambiente Pinuccia Montanari.
“Inoltre sarà avviato un percorso partecipato con il quale i cittadini i comitati le associazioni si interfacceranno con una società esperta in percorsi partecipati… Il completamento degli start-up, i suggerimenti e le soluzioni che usciranno al termine degli incontri con questa società mediatrice, offriranno l’opportunità di ragionare su linee guida che saranno poi consegnate alla Sindaca di Roma per la decisione finale circa la costruzione del centro di Compostaggio” diceva ancora Montanari.
8 ottobre 2018. Consiglio straordinario del XV Municipio. Presenti l’assessore capitolino Montanari, il presidente della X Commissione della regione Lazio, i consiglieri del XV e i comitati e le associazioni di zona.
L’assessore Montanari usando delle slide spiega ai presenti i progetti sull’incremento della raccolta differenziata. La capitale si pone l’obiettivo raccolta differenziata al 70%, per questo serviranno anche impianti di compostaggio, come Casal Selce e Cesano/Osteria Nuova.
Intervengono i comitati del No motivando il proprio parere e suggerendo di tornare alla vecchia ipotesi già votata dal Consiglio del XV nel 2015 (risoluzione n.30) e ripresa nel 2017 (con risoluzione n.8), di predisporre un’isola ecologica in zona Cesano e non più su via della stazione di Cesano (sede del futuro impianto di Compostaggio).
Dicono i Comitati di Cesano e Quello del NO Compostatore. “Se lì, per evidenti motivi ambientali e archeologici non si può più fare, che si predisponga – previa bonifica dell’area – a margine di Via di Baccanello, attuale sede della Protezione Civile Roma XV“.
Dopo aver ascoltato tutti i rappresentanti e i consiglieri Municipali si passa al voto. La maggioranza si astiene e dunque ne scaturisce un parere negativo alle isole ecologiche e restano invece in vigore i progetti presentati da AMA e dal Campidoglio.
11 ottobre 2018. Si apprende da organi di stampa che in Regione Lazio è pervenuta una comunicazione da parte del Comune di Anguillara Sabazia con la quale il responsabile dell’area tecnica lamenta di non aver mai ricevuto comunicazione circa la costruzione dell’impianto di compostaggio a confine con Anguillara.
Chiede altresì l’invio della documentazione informativa entro 30 giorni, pena l’opposizione con delibera al progetto tramite voto in assemblea comunale.
23 ottobre 2018. Inizia il percorso partecipato, Ascolto Attivo dà il via al processo aprendo il primo incontro con la cittadinanza. I Comitati e le varie associazioni del NO di Osteria Nuova, Cesano, Anguillara, manifestano il loro dissenso impedendo lo svolgimento del percorso. La manifestazione continua a mezzo stampa con i Comitati che divulgano un comunicato di dissenso alla costruzione dell’impianto di Compostaggio.
5 novembre 2018. Ascolto Attivo e i Comitati e le Associazioni del NO si riuniscono senza la cittadinanza a Osteria Nuova. I comitati chiedono di mettere agli atti una perizia con la quale, mediante indagine epidemiologica da incidente probatorio effettuata nel procedimento penale n°33642/03, si evidenziano i disagi della vicina Radio Vaticana.
Dall’incontro le parti escono senza accordo, con posizioni divergenti. I comitati si dichiarano definitivamente non interessati al percorso partecipato ritenuto da questi tardivo e inutile, diretto solamente ad ottemperare alle norme che regolano la partecipazione cittadina e da espletare obbligatoriamente in caso di opere che coinvolgono la collettività.
Sono previsti altri incontri con la società Ascolto Attivo, appare però evidente la distanza tra le parti a causa della palese volontà del Comune di Roma e di Ama nel proseguire l’iter della costruzione dell’impianto.
I cittadini lamentano di sentirsi vittime di un vero e proprio atto di forza, “decisione calata dall’alto“gridano,”tutto a discapito di una periferia che si vedrà alle prese con l’ennesimo disagio“. Colpa dell’incapacità di decidere, di trovare soluzioni alternative e valide.
Conclusione
I comitati, i cittadini, le associazioni al grido di “No all’impianto di Compostaggio” si ribellano “alla svendita della loro periferia e del loro territorio“.
“Abbiamo già troppi disagi, chiediamo servizi, pari opportunità pari dignità rispetto al centro della città. Così, ci sentiamo ai margini e chiamati in causa solamente per questioni che ci danneggiano e non ci includono nella vita di Roma” è la loro conclusione.
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