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Inviolatella Borghese, via l’erba ma restano i danni

Inviolatella borghese
Galvanica Bruni

Così come annunciato dal Campidoglio sono iniziati i primi interventi di manutenzione del “verde orizzontale”che hanno interessato anche i parchi di Roma Nord. Fra questi, il parco attrezzato dell’Inviolatella Borghese, ubicato all’inizio di via Cassia Nuova, nel quale l’intervento ha riguardato l’intera area di 6mila metri quadri, versanti delle colline comprese.

Ovviamente il parco, in stato di completo abbandono da anni, ha letteralmente cambiato faccia  e oggi si presenta, almeno per quanto riguarda il terreno, all’incirca come era un tempo.

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Si potrebbe allora affermare che tutto è bene quel che finisce bene ma purtroppo non è così. Dobbiamo infatti registrare che l’Inviolatella Borghese non è tornata al suo antico splendore, perché i danni restano. Una manutenzione tardiva non può certo risolvere i problemi che si sono creati in anni di abbandono a meno di non procedere al rifacimento di tutte le strutture andate danneggiate.

Un problema che interessa l’Inviolatella ma anche tutte le aree verdi che sono state dimenticate perché un conto è sfalciare l’erba, altro procedere alla riparazione o sostituzione di steccati, reti, giochi per bambini, tavoli e panche, panchine, cestini per i rifiuti; per non parlare poi dei tanti percorsi attrezzati che con il tempo sono andati in malora.

Il caso dell’Inviolatella ha poi dell’assurdo perché sarebbe bastato fare una convenzione e pagare poche centinaia di euro per assicurare il pastore, da decenni presente nel parco, che a suo tempo si era offerto gratuitamente di sfalciare l’area e aprire e chiudere il cancello di ingresso. Al solito la burocrazia ha avuto la meglio.

Oggi i prati dell’Inviolatella Borghese sono stati sfalciati ma i danni restano a cominciare dalla segnaletica posta all’ingresso: la grande tabella con la pianta dell’area è sparita mentre l’altra, rotta, ha ceduto alle intemperie.

L’area intorno ad uno degli abbeveratoi è un mare di fango e per passare senza sporcarsi si è pensato bene di utilizzare le assi di uno dei tavoli in legno. Pezzi di quello che fu un tavolo da pic-nic giacciono in terra. Stessa sorte per i cestini dei rifiuti, rotti, danneggiati, dispersi; i rifiuti ovviamente sono in terra.

Pezzi di legno appartenenti ai tavoli o al “percorso  vita” sono sparsi nel grande parco mentre tratti di recinzione sono volatilizzati; scomparsa anche la segnaletica che con grande fatica era stata realizzata dal Comitato Robin Hood: rimane solo un piccolo cartello dal titolo “Che albero è?”.

Ma l’altra domanda è: se dopo lo sfalcio non si riparano anche i danni, che riqualificazione è? Questo polmone di verde e di natura incontaminata  è forse il più bel parco di Roma Nord, non merita di essere dimenticato dalle istituzioni e lasciato in questo stato di impraticabilità che priva i romani di godere di tanta ricchezza.

Francesco Gargaglia

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