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Domeniche ecologiche: ma servono davvero?

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Sono tornate le “domeniche ecologiche” con cinque giornate di stop alle auto dal 18 novembre 2018 al 24 marzo 2019. Giornalmente nove ore di divieto totale della circolazione nella Fascia Verde allo scopo di “prevenire  e contenere l’inquinamento atmosferico”.

Perplessi sul fatto che simili provvedimenti possano realmente contenere l’inquinamento abbiamo controllato i dati relativi alla “qualità dell’aria” che l’ARPA pubblica sul suo sito.

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Da tempo si dibatte su quale siano i mezzi che inquinano di più, se i veicoli a benzina o quelli a gasolio, con l’unico risultato di gettare nello sconforto chi possiede una autovettura dell’uno o dell’altro tipo. I provvedimenti adottati in alcune provincie del Nord hanno reso ancora più confusa la situazione perché se è vero che i motori diesel producono in maggiore quantità le famigerate PM10 è altrettanto vero che i filtri antiparticolato li eliminano quasi del tutto.

Qualcuno però dice: “mica tanto vero” perché il PM10 viene eliminato solo alle alte temperature (ovvero quando la vettura viaggia oltre i 60-70 km) per non parlare poi della tesi secondo cui questi filtri, che vanno anche mantenuti puliti e manutenzionati, producono addirittura PM2,5 ovvero delle nano-polveri ancora più pericolose.

In questa situazione  non c’è alcuna presa di posizione confortante da parte delle autorità che continuano a tacere tenendo sulle spine automobilisti e non.

In attesa che qualcuno faccia chiarezza a Roma sono tornate le “domeniche ecologiche” con il blocco delle auto (che però sono solo una delle tante fonti di inquinamento).

Per capire l’utilità di questo provvedimento siamo andati a spulciare tra i dati che l’ARPA mette in rete; domenica 18 novembre, prima giornata di stop alle auto, i valori di PM10 registrati dalle centraline sono stati i seguenti: Preneste 21, Francia 20, Villa Ada 14, Bufalotta 12, Arenula 16, valori molto al di sotto del valore massimo consentito (50micrometri).

Se controlliamo i dati del giorno dopo (lunedì 19) ci rendiamo conto che senza blocco delle auto i valori sono molto più alti: Preneste 25, Francia 26, Villa Ada 15, Bufalotta 21, Arenula 21.

Evviva, ma allora il blocco delle domeniche ecologiche serve. No, non è detto,  perché se andiamo a controllare i valori di una qualsiasi domenica quando il blocco non era operativo, ecco cosa scopriamo. Domenica 4 novembre: Preneste 20, Francia 16, Villa Ada 14, Bufalotta 15 e Arenula 16. Addirittura inferiori a quelli registrati durante la “domenica ecologica”.

E domenica 11 novembre cosa è invece successo? Preneste 38, Francia 32, Villa Ada 30, Bufalotta 32 e Arenula 35: addirittura superiori ai valori di un giorno feriale quando le auto in circolazione sono molte di più.

Da una disamina dei valori su di un arco temporale di alcuni giorni si può notare come l’inquinamento tende ad aumentare durante la settimana e a diminuire la domenica quando la circolazione è di gran lunga inferiore (i valori della domenica sono però del tutto simili a quelli di una giornata con il blocco delle auto); dai dati emerge anche che ci sono delle giornate in cui i valori del PM10 si abbattono improvvisamente ma questo lo si deve quasi sicuramente al vento o alla pioggia.

Bassissimi infatti i valori registrati il 2 novembre quando a causa di una vasta area depressionaria il vento ha soffiato fortissimo per 2 giorni sulla capitale.

Dai dati presi in esame sembra di capire che la differenza sostanziale in effetti non la faccia la “domenica ecologica” ma il tempo meteorologico; insomma ai romani serve molto di più tramontana e ponentino che non il fermo-auto domenicale. Anche se va detto che nelle domeniche ecologiche con il centro di Roma senza auto è una occasione unica e irripetibile per passeggiare e godersi la città in piena libertà e tranquillità.

Francesco Gargaglia

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3 COMMENTI

  1. Per valutare l’effettiva utilità della “domenica ecologica” potrebbe essere di aiuto capire da dove si originano queste “famigerate PM10”: “processi di combustione (tra cui quelli che avvengono nei motori a scoppio, negli impianti di riscaldamento, in molte attività industriali, negli inceneritori e nelle centrali termoelettriche), usura di pneumatici, freni ed asfalto.

  2. Un colonnello dell’Aeronautica mi ha confermato che quando vengono accesi i motori di un aereo, l’inquinamento del singolo aereo equivale a tutte le macchine che stanno circolando in quel momento sul Raccordo Anulare di Roma.
    Solo ora stanno studiando carburanti meno inquinanti per gli aerei.
    Perciò mio chiedo: perché ci prendono in giro con false notizie?
    Prof. Giuseppe Canali

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