
A Milano c’è lo skate-park del Lambro, sempre aperto e con ingresso gratuito; a Monza, in area Macello, lo skate-park ha una superficie di 1.400 mq ed è in legno di betulla. E a Roma?
A Roma c’è un’infinità di posti dove esercitarsi e fare acrobazie con lo skate: si tratta di scale, portici, lastricati in marmo, piazze con panchine, stazioni della metropolitana… Dove? Semplice, all’Eur o al Foro Italico ma per chi non lo sapesse è proprio a Roma Nord che esiste il paradiso degli skater.
Si trova proprio al di sotto del Ponte della Musica, dove un tempo c’era il teatro all’aperto in verità durato l‘espace d’un matin per dirla alla François de Malherbe. A determinare il cambio di destinazione d’uso – ovviamente non in via ufficiale, senza SCIA, SCILA o altre diavolerie burocratiche – ci hanno pensato questi giovani funamboli che dopo aver compreso l’inutilità dell’opera ne hanno decretato un nuovo utilizzo: da teatro a skate-park.
D’altra parte gli elementi c’erano tutti per il successo dell’impresa: bel posto, affaccio sul Tevere, tranquillo, poco frequentato. I gradini, le lisce superfici, le ringhiere, sono state l’elemento trainante; l’ambiente un po’ sobrio del teatro è stato trasformato, grazie a graffiti di ogni genere, in un ambiente gaio, colorato e divertente.
Certo a saperlo fin dall’inizio quel milione e mezzo di euro – tanto è costato quel teatro voluto nel 2012 dall’allora sindaco Alemanno – poteva essere impiegato in maniera un po’ più mirata così da creare rampe e microrampe, gradini, curb, box, jump…..ma va bene lo stesso anche perché l’accesso è consentito giorno e notte e non si paga nulla.
Perfino i due cancelli posti sulle scalinate di accesso sono stati tolti così da evitare un noioso “scavalco”; quello che non c’era poi lo si è creato con il tempo. Strutture in ferro e legno provvisorie ma anche una bella rampa realizzata con mattoni e cemento.
Si, avete letto bene: in quello che era un teatro all’aperto, costato al contribuente un milione e mezzo di euro, i giovani skater armati di pala e cazzuola hanno realizzato una bella rampa fissa lunga un paio di metri.
Non si poteva? E chi l’ha detto? Il cambio di destinazione vale solo per i poveri cittadini che devono sudare le proverbiali sette camicie; per le opere pubbliche non serve. Determinata la scarsa utilità dell’opera si procede ad una diversa destinazione ed è proprio quello che hanno fatto i simpatici skaters.
Qualcuno dirà: in fin dei conti hanno messo a profitto i soldi delle nostre tasse e favorito sport e aggregazione. Che c’è di male?
Noi che ci siamo stati più volte vi invitiamo a visitare quel luogo perché ne vale la pena; si entra dallo sponda di sinistra dove il Ponte della Musica affaccia su Piazza Gentile da Fabriano. Percorsi alcuni metri si scende da una delle due scale e ci si ritrova al di sotto del ponte. Qui sorgeva il teatro la cui costruzione è stata effettuata con particolari criteri così da resistere ad eventuali piene.
Le pareti in mattoni sono state affrescate con grandi graffiti colorati che vivacizzano l’ambiente; le pitture si estendono alle scale, ai piloni e perfino ai pavimenti dove non mancano brevi liriche.
Qui e là, sparsi senza un preciso ordine, ci sono sgangherate pedane e ringhiere metalliche con diverse angolazioni; in fondo al parco c’è uno splendido affaccio sul Tevere con vista sui graffiti che ricoprono i muri di contenimento dalla parte opposta del ponte. Se c’è il sole il luogo è magnifico e trasmette un non so che di giovanile e ribellistico.
Dal momento che nessuno ha pensato alla raccolta dei rifiuti questi vengono depositati dove capita anche se le trascurate aiuole poste centralmente sembrano le più idonee ad accoglierli.
Le dozzine di bottiglie di birra vuote (si sa che giovani e birra sono una coppia perfetta) vengono accatastate con studiata noncuranza quasi a dare un tocco di ulteriore scapigliatura allo skate-park.
I motivi per visitare questo luogo sono almeno tre: osservare le acrobazie degli skater (davvero bravi); osservare le tante e variegate manifestazioni di street-art e, infine, osservare, con cura, che fine fanno i soldi del contribuente.
Francesco Gargaglia
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il triste progetto, con ulteriore cementificazione dell’argine, risale al veltroni, ideatore del ponte, mentre mole strade e giardini della zona erano già in pessime condizioni.
che c’entra il ponte ? in questo articolo si parla di quello che c’è sotto il ponte e che fu fatto in epoca Alemanno spendendo un milione mezzo di euro per poi vederlo ridotto così !!