Da Paolo Salonia, portavoce del Comitato “Abitare Ponte Milvio”, da tempo impegnato a difesa della tutela storico-urbanistica dell’area di Ponte Milvio e della qualità della vita dei residenti senza mai fare sconti alle diverse amministrazioni succedutesi nel governo del territorio del XV Municipio – come dimostrano tutti i precedenti comunicati e soprattutto le iniziative -, riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato.
Un comunicato che, come dice lo stesso Salonia, “è una riflessione che il Comitato Abitare Ponte Milvio intende esternare nella piena consapevolezza del fatto che rappresentare i cittadini vuole e deve significare capacità di elevarsi con lo sguardo anche sopra ai seppure importanti problemi contingenti delle piazze e delle strade delle quali ci si è presa cura nel tempo“.
Sintetizzato da Salonia in “Emergenza rifiuti uguale emergenza democratica, ovvero Roma Capitale metafora sprofondata del Paese”, il comunicato si riferisce alla lunga maratona di oltre sei ore che ha caratterizzato la seduta del Consiglio del Municipio XV tenutasi lo scorso lunedì 8 ottobre sul tema “emergenza rifiuti”.
Scrive dunque Paolo Salonia
Lunedì 8 ottobre, Sala Consiglio Municipio XV, o d.g. emergenza rifiuti. In verità, emergenza democratica. La cronaca delle sei ore e mezza è già nota grazie al puntuale articolo che Vignaclarablog.it ha immediatamente dedicato alla grottesca maratona.
Ma al di là della cronaca, quanto accaduto al termine della lunghissima, purtroppo inutile, riunione pone pesanti problemi e ci interroga su questioni centrali alle quali non possiamo, né dobbiamo, sfuggire. In una parola, dobbiamo chiederci se siamo attualmente veramente amministrati (e come) e chi sono veramente i nostri attuali amministratori.
Inadeguati? Incompetenti? Consapevoli e rispettosi del loro ruolo? Democratici o non-praticanti la democrazia perchè non sanno cosa sia? Soprattutto, posseggono costoro capacità di ascolto e volontà politica di formulare risposte adeguate?
Questi interrogativi prescindono dallo specifico argomento della giornata, pur grave ed emergenziale perchè si tratta ormai di discariche a cielo aperto e di interventi urgenti che sovrastano ogni altra urgenza.
Si sarebbe trattato di uguale squallido esito qualunque fosse stato il tema, perchè l’atteggiamento di questa maggioranza, di nessuna cura, attenzione e preoccupazione per la realtà, rappresenta una tragica costante nel suo operato, laddove la dominante ispiratrice è l’immobilismo perpetuo.
Il mandato è non assumersi responsabilità di alcun tipo, mai. La questione è di (mal)costume politico.
E’ necessaria nuovamente un po’ di cronaca degli eventi.Dopo le tre ore e mezza circa di lezione di economia ambientale con tanto di proiezione di slide (ma una risposta immediata e concreta per il compostaggio ad Osteria Nuova quando arriva? E una per l’isola ecologica anche nel XV Municipio? E il decoro per i luoghi della Città Storica, per esempio a Ponte Milvio e nella limitrofa via Flaminia Vecchia? Accontentiamoci della promessa che i miracoli appariranno nel 2019), ripiombati nella realtà specifica dei lavori Consiliari, ecco ricomparire i soliti copioni con gli interventi polemici incrociati, con le dichiarazioni di voto, le schermaglie vere o presunte, le offese reali o pretestuose, la cerimonia del voto.
Tre ore devastanti con l’indecoroso spettacolo della democrazia liquefatta e calpestata dalla maggioranza pentastellata in un crescendo di comportamenti schizzofrenici da teatro(ino) dell’assurdo.
Due documenti (PD il primo, FI il secondo) ai quali si era aggiunto un emendamento della stessa maggioranza M5S al documento PD da votare, apparentemente tutti preventivamente d’accordo.
Anche perchè i due documenti e lo stesso emendamento si presentavano sostanzialmente convergenti e tra loro complementari, oltre che assolutamente allineati con quanto fino ad allora illustrato come obiettivo del Comune di Roma. Inoltre proprio l’emendamento che i 5stelle hanno voluto apportare al documento PD è stato il primo ad essere votato, accolto all’unanimità.
Ma poi la maggioranza, senza esprimersi con alcun intervento critico e al tempo stesso alternativamente propositivo, né esplicitando alcuna dichiarazione di voto chiarificatrice (esclusa quella personale e solitaria di un loro consigliere, per altro vuota di significato e incomprensibile), dunque nel più assoluto ed offensivo (vs l’opposizione e i cittadini presenti) silenzio, con un comportamento vistosamente schizzofrenico fa cadere il documento PD (assurdamente da loro inutilmente emendato) con il più vigliacco dei voti, l’astensione.
Forti dei loro numeri schiaccianti in seno al Consiglio (quegli stessi numeri che, incerti nella riunione del giovedì precedente, li avevano portati alla scelta scellerata di non presentarsi in aula così facendo saltare la riunione) non si sono neanche assunti la responsabilità di votare “no”, mostrando il loro vero volto. Analoga mitragliata di astensioni per abbattere al suolo anche il secondo documento di FI.
Mentre le opposizioni si sono assunte fino all’ultima lettera la responsabilità dei documenti presentati nell’interesse dei cittadini e del territorio, dichiarando esplicitamente, e con diversi intervenuti, gli obiettivi di quanto veniva da loro giustamente proposto, la maggioranza pentastellata ha irresponsabilmente agito al di fuori di ogni regola di democrazia e di serietà, di consapevolezza e di rispetto per il ruolo rivestito, di rispetto per l’opposizione e per tutti i cittadini, nascondendosi coraggiosamente dietro una astensione che ha valore di voto contrario.
Nel commento della settimana scorsa a proposito del comportamento della stessa maggioranza che aveva impedito lo svolgimento della riunione straordinaria di Consiglio non presentandosi in aula, avevo scritto che era “stato superato certamente ogni limite” per (ir)responsabilità di una “maggioranza pentastellata, ancora una volta completamente priva di chiarezza e di coraggio delle proprie azioni”. Devo purtroppo ammettere di essermi sbagliato, il limite non era stato ancora superato e – ahimè – temo che questo interminabile “Guinness dei primati” sicuramente vedrà altri limiti letteralmente sbriciolati verso nuovi e più temerari livelli.
Ma il vero coup de théâtre è arrivato alla fine, quando in assoluta solitudine, unici padroni dell’aula giustamente abbandonata dalle opposizioni, si sono approvati all’unanimità la loro grottesca deliberazione con la quale impegnano Ama, Polizia Locale di Roma e forze dell’ordine in generale “al fine di incrementare l’attività di verifica ed accertamento dei comportamenti sanzionabili anche presso le utenze non domestiche“.
In pratica, ancora una volta “facite ‘a faccia feroce”, l’unica vera emergenza rifiuti è rappresentata dai comportamenti scorretti – dunque da sanzionare! – dei cittadini, residenti (utenze domestiche) e lavoratori (utenze non domestiche, in burocratese).
Quegli stessi cittadini, residenti e lavoratori, costretti a vivere quotidianamente in questa nuova realtà ecologica, nei fumi delle montagne di rifiuti solidi urbani in disfacimento en plein air, godendo del profumo di quelli indifferenziati, “gomito a gomito” con gabbiani e ratti nell’idilliaca visione di una Natura che tutti affratella. Soprattutto senza alcuna regola certa, nessuna struttura funzionante, nessun servizio garantito.
C’è da restare sgomenti! Cosa ci conferma questa ennesima seduta, oltre alla ormai manifesta incapacità e inadeguatezza degli amministratori pentastellati?
Temo ci dica con estrema chiarezza che stiamo pericolosamente correndo verso una deriva irreversibile di smarrimento della democrazia, finanche nelle espressione minime (e che minime non sono) delle sue regole più elementari di confronto e di colloquio.
Non volontà di affrontare i problemi gravissimi dei cittadini e del territorio, incapacità nell’assunzione di responsabilità, chiusura al confronto leale con le opposizioni, sprezzo nei confronti dei ruoli (compresi quelli direttamente ricoperti), grave infantilismo politico. E ancora molto altro, in una pericolosissima miscela.
Non c’è bisogno di scomodare Zygmunt Bauman o altri grandi pensatori del ‘900 per comprendere la liquidità nella quale stiamo affondando e che rischia di portare al dissolvimento definitivo della nostra democrazia. Dalle Amministrazioni locali, fondamentali perchè le più vicine ai bisogni del territorio, fino ad arrivare a quella dell’intero Paese.
L’emergenza dei rifiuti nella Capitale d’Italia rappresenta l’agghiacciante metafora della vera emergenza democratica che ci sta assalendo.
Paolo Salonia
Portavoce del Comitato Abitare Ponte Milvio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Cosa possiamo fare per partecipare alla risoluzione del problema rifiuti che è veramente drammatico…
L’ inerzia nel risolvere i problemi da parte del Presidente del XV Municipio è disarmante
Ma non sarebbe possibile intentare una class action contro l’Ama? Noi paghiamo un servizio che non viene reso.
Al grave problema di inadeguatezza e inconsistenza sollevato da Salonia manca la risposta al problema di fondo: quale è il compito di una maggioranza politica consigliare, di un sindaco o di un minisindaco municipale, di una giunta a fronte dello scadimento della qualità della vita a Roma e di conclamati disservizi nei trasporti urbani, nella sicurezza della viabilità, nel decoro urbano, nella pulizia della città e la raccolta e smaltimento dei rifiuti, ecc…?
Le risposte non possono essere che due:
le dimissioni in massa delle Giunte per coerenza personale e nei confronti degli elettori a cui si è richiesto, incautamente, il voto per governare politicamente l’apparato amministrativo e dell’erogazione dei servizi alla città. E sì perche il governo dei servizi alla città è implicito nella richiesta del consenso elettorale. Forse questo non doveva essere chiaro a gran parte dei pentastellati. Ora questo impegno, oggettivamente, non essendo stato rispettato se ne possono o debbono trarre le conseguenze.
Ovvero, si può provare ad agire e governare politicamente l’apparato amministrativo e dei servizi. L’astensione, l’immobilismo, timoroso o incompetente, non può proseguire.
Senza fare tanti danni questa giunta almeno ci provi.