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Fleming, gli invisibili della San Gaetano

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Galvanica Bruni

Sabato, sono le otto di mattina e già c’è la fila davanti alla porta della Parrocchia di San Gaetano in via Tuscania 12, ai piedi di Collina Fleming.

In fila ci sono “gli invisibili”, uomini e donne, italiani o stranieri; sono senzatetto, disperati che incontriamo tutti i giorni seduti al bordo di un marciapiede o all’uscita di un supermercato a chiedere l’elemosina. Persone che trovano rifugio sotto un cavalcavia come riparo per la notte, gente che non ha niente e vive di espedienti giorno per giorno.

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Nei locali della parrocchia del San Gaetano, da circa 11 anni, un sabato si e un sabato no, viene fornito il “servizio docce” da un gruppo di volontariato della chiesa in collaborazione con la comunità di Sant’Egidio.

Servono più o meno 20 volontari a rotazione per un turno di mattina fino alle 11, e un altro gruppo che dalle 11 lavora fino fine servizio e poi fa le pulizie. I compiti sono divisi ed il lavoro sembra una catena di montaggio: Coffy, il volontario che troviamo all’entrata, seduto alla scrivania controlla il flusso di persone che entrano ed escono, facendo accomodare chi è in attesa. Ci sono quattro locali bagno, tre per gli uomini e uno per le donne che sono in percentuale inferiore ad usufruire di questo servizio.

Un servizio ben rodato

Quando Coffy dà il via libera, gli ospiti procedono lungo il corridoio dove in una stanza c’è la zona colazione alla quale si accede dopo la doccia. La colazione è offerta in parte dai volontari in parte dai forni o negozi alimentari della zona.

Proseguendo nel corridoio, troviamo un locale con volontari addetti allo smistamento dei vestiti: ogni ospite prima di recarsi ai servizi igienici passa lì e gli viene fornita la biancheria intima pulita e vestiti usati, sempre frutto di donazioni.

invisibili san gaetanoPer coloro che ne avessero bisogno c’è anche un medico volontario e farmaci, anche questi frutto di donazioni.

Nico, uno dei primi volontari ad aderire a questo progetto, ci dice: ”Il servizio doccia è il fulcro della nostra attività. E’ importante per loro, sia da un punto di vista medico che igienico. Ma il problema più delicato che ci troviamo ad affrontare sono le persone che già alle 8 di mattina hanno bevuto. E’ difficile trattare con loro e spiegare che non possono fare la doccia per ovvi problemi di sicurezza. E’ un rischio ed una responsabilità. E’ brutto doverli mandare indietro. Ma se cadono e scivolano è un grosso problema”.

Gli ospiti o gli amici, come vengono definiti dai volontari, sono quasi sempre gli stessi. Ogni sabato arrivano quasi in 80, d’estate un po’ meno perché con il caldo qualcuno utilizza le fontanelle pubbliche, ma con il freddo il numero aumenta.

Il parroco, Don Umberto, ci spiega: ”Abbiamo toccato anche punte di 150-180 persone a sabato. Il numero però è molto calato da quando tre anni fa il Papa ha dato il via al servizio docce a Piazza San Pietro. Il nostro servizio è assistenziale, non siamo mai riusciti purtroppo a portare via dalla strada qualcuno“.

invisibili san gaetanoIl tasso degli italiani che si rivolgono alla San Gaetano è notevolmente aumentato negli ultimi anni. Ma tanti sono stranieri. Parliamo con uno di loro. “Sono moldavo e da circa un paio di anni frequento la parrocchia. Mi trovo molto bene e i volontari sono bravi. Non trovo lavoro, vivo vicino al fiume. A volte mi arrangio con qualche lavoretto. Campo come capita”.

Non solo il sabato

Alcuni dei volontari, oltre a prestare servizio il sabato, il giovedì portano cibo e generi di prima necessità direttamente per le strade o nei rifugi d’occasione. Uno di loro è Luciano: “Li andiamo a trovare dove dormono, facciamo la distribuzione di panini sempre in zona. E ritroviamo spesso le stesse persone che vengono qui.”

E come se non bastasse, i volontari si autofinanziano. “Abbiamo delle donazioni, fortunatamente, ma l’acqua la paghiamo, la biancheria intima la paghiamo e quanto ci viene donato non sempre basta.”

E Nico aggiunge: “Questo servizio lo facciamo qui in modo stabile, poi il giovedì ci rechiamo nei loro rifugi di fortuna a portare qualcosa di caldo, i luoghi sono sempre gli stessi. Si accontentano di molto poco, a volte fanno richieste particolari ma di poco conto. Quasi tutti cercano lavoro. Ma è difficile trovarglielo, non hanno specializzazioni.”

Mentre Nico parla con noi, finita la colazione, gli ospiti se vanno e tornano ad essere gli invisibili di questo spicchio di Roma Nord.

Francesca Bonanni

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1 commento

  1. è un servizio che lo fanno da anni anche i volontari della SOSPE nella loro sede a Monte Mario … e il
    comune gli vuole revocare la sede

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