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Parco Papacci a Grottarossa: un sogno a metà

parco papacci
Galvanica Bruni

E’ a Nino Papacci e al suo impegno che si deve la realizzazione del Parco della Pace e “la trasformazione di un sogno in realtà”; in effetti questo grande parco frequentato da bambini, anziani e sportivi è un oasi di verde in un grande e popoloso quartiere.

Peccato che la mancanza di una accurata manutenzione ne faccia un “sogno a metà”; in realtà l’erba viene tagliata e i cestini per i rifiuti svuotati ma il parco, come tutte le aree verdi di Roma, soffre di una mancanza di cura e attenzione che sminuisce in maniera sensibile il suo valore.

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Già l’ingresso danneggiato e con i marciapiedi invasi dalle erbacce e quel “nasone” che perde acqua da tempi immemorabili la dice lunga; se nella parte alta, quella dove vi sono le aree gioco dei bambini, la cura sembra maggiore, nella parte sottostante, al solito, si accumulano rifiuti e detriti.

Il vizio maledetto di scaricare rifiuti e inerti nei parchi anziché nelle isole-ecologiche è diffuso come un morbo maligno: materassi, infissi delle finestre, vecchi mobili da giardino in vimini giacciono ai piedi dei pioppi cipressini.

I ragazzi intenti a preparare il campo di calcio per il torneo pomeridiano sembrano non farci caso ma lo sfregio è evidente e s’accompagna a bidoni dei rifiuti sgangherati, a cumuli di bottiglie e a ringhiere metalliche sfasciate che dovrebbero impedire l’ingresso al campo di basket-pista di pattinaggio sotto sequestro da tempo (in realtà tutti se ne fregano ed è come se non esistessero).

Il peccato è duplice perché questo grande parco, voluto dai cittadini e dalla tenacia di Papacci, a ben veder è un splendido parco; abbastanza grande, abbastanza verde e abbastanza frequentato.

In questa oasi d’ombra vengono gli anziani e i bambini del quartiere, le mamme con i piccoli in carrozzina,  i cani con i loro padroni,  tantissime donne e ragazze che trovano il posto sicuro e corrono o passeggiano lungo i vialetti.

Se si entrasse in questo luogo portando al seguito un manuale su come riconoscere gli alberi ci si stupirebbe della grande quantità di piante diverse che ci sono: splendidi e altissimi pini, solide querce e poi olmi, frassini, pioppi, carpini e biancospini. Un’orgia di verde che una manutenzione più accurata trasformerebbe in un’orgia di piacere.

Il cittadino che paga le tasse merita molto di più di una sommaria manutenzione; la parte di denaro che Stato e Comune gli sottraggono dal magro salario dovrebbe essere destinata a servizi corrispondenti e adeguati. E non sempre è così. E per quanto riguarda il verde, quasi mai.

Francesco Gargaglia

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2 COMMENTI

  1. Non c’è in tutto il municipio che ricordo essere il più grande di Roma, un parco pubblico che non abbia problemi, transenne, incuria, degrado ecc…
    vi sembra normale? l’unico tenuto abbastanza bene è quello di via pareto perché la gestione è della Marymount. Allora io mi chiedo perché non provare a delegare se l’amministrazione non arriva a gestire tutto??? a noi interessa la manutenzione, se poi la fa un privato in cambio di un chioschetto per rientrare delle spese, cosa cambia????

  2. La nostra associazione BAAAL- Borsa Archeologica Artistica Agrituristica de Lazio, che si occupa di sviluppo sostenibile, in risposta ad un bando, aveva presentato un progetto di manutenzione del verde della parte bassa del parco Papacci, considerando che la nostra sede è proprio a ridosso del Parco e che da anni subiamo lo scempio di chi abbandona rifiuti nella zona, che in realtà sarebbe di grande pregio ambientale. Ringraziamo per l’ articolo e per l’ interessamento di tanti cittadini come noi, nella speranza che ciò possa sollecitare le competenti Amministrazioni…almeno nel farci sapere l’ esito del bando che per quanto ci riguarda prevedeva anche risvolti occupazionali per giovani del quartiere, desiderosi di cimentarsi nella cura del verde e così anche nella riqualificazione di un territorio che sicuramente merita maggiori attenzioni.

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