Home CRONACA Flaminia, chi vigila sulla Tomba dei Nasoni?

Flaminia, chi vigila sulla Tomba dei Nasoni?

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Galvanica Bruni

La “Tomba dei Nasoni” è un importante sito archeologico ubicato su via Flaminia, all’interno di quello che era la Romana Macinazioni. Chiusa l’azienda, si è persa memoria della bellissima tomba che rappresenta, assieme alla Villa di Livia,  uno dei gioielli archeologici di Roma Nord.

Ci occupammo della tomba alcuni anni fa, quando potemmo visitarla e fotografarla; allora era semplice farlo. Il custode della Romana Macinazioni aveva le chiavi del sito ed era sufficiente rivolgersi a lui per entrare.

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Ora che l’impianto è chiuso al citofono non risponde nessuno né, su Internet, sono disponibili informazioni su orari e modalità di visita. Pare comunque che un custode ancora ci sia ma non siamo riusciti a trovarlo.

La tomba l’abbiamo quindi osservata da lontano, attraverso quel finestrone con grata di ferro che affaccia sull’ingresso. Rispetto alla nostra visita di anni fa le differenze sono tante.

Mettendo a confronto le foto di allora con quelle scattate ora si nota che le strutture esterne sono scomparse e la porta a vetri è spalancata (tolta o semplicemente aperta?). Si notano alcuni teli di nylon gettati a terra mentre almeno una lampada dei faretti di illuminazione è mancante.

Insomma è come se qualcuno, intento a fare manutenzione, se ne fosse andato in tutta fretta dimenticando la tomba aperta. Intorno rifiuti, palme rinsecchite e un contatore elettrico danneggiato.

Realizzata nel tufo e nell’area archeologica di Saxa Rubra (che prende il nome dal colore rossastro delle argille), dalla sua scoperta, avvenuta nel lontanissimo 1674 durante i lavori per l’ampliamento della Via Flaminia, la tomba è stata depredata più volte e perfino degli affreschi sono stati staccati dalle pareti (alcuni di questi finirono nella villa all’Esquilino del nipote di Clemente X).

Dal momento che non risultano essere state installate telecamere o altri sistemi di allarme, preoccupa il fatto che qualche malintenzionato possa entrare, dopo aver scavalcato il muro, e danneggiare o depredare la tomba.

Un simile gioiello, vanto di Roma e del Municipio XV, dovrebbe forse godere di maggiori attenzioni. In fin dei conti non ci vorrebbe molto a trasformare quel finestrone in una porta di accesso con tanto di indicazioni su come e quando effettuare le visite oltre ovviamente ad illuminare il sito.

Con l’occasione si potrebbe illuminare anche il Monte delle Grotte, secondo un vecchio progetto dell’Architetto Rodolfo Bosi, così da dare importanza a tutta l’area dove insiste anche il Mausoleo di Marco Nonio Macrino noto anche come la Tomba del Gladiatore.

Per il momento le uniche cose che non mancano sono i tanti rifiuti proprio a pochi passi dalla tomba dei Nasoni; un bell’“aperitivo”  per chi, dopo aver sudato sette camice per trovare il sito,  si renderà conto che potrà vederlo solo da una finestra con grata.

Francesco Gargaglia

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