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La forra del Simbrivio in  località Comunacque

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Galvanica Bruni

A chi ama i torrenti e le forre Vignaclarablog.it suggerisce una visita a questo luogo fantastico sul confine tra la provincia di Frosinone e Roma, in  località Comunacque dove le spumeggianti acque dell’Aniene si congiungono con quelle limpide del Simbrivio.

La forra si trova poco distante da una strada asfaltata ma non ci sono indicazioni né sentieri segnati per raggiungerla; sebbene il raggiungimento della forra non presenti particolari difficoltà è bene tenere i bambini sotto il controllo di un adulto, indossare un abbigliamento adeguato (scarpe da trekking e pantaloni lunghi) e aiutarsi nel movimento con “bastoncini” (quelli per il nordic-walking) così da evitare qualche scivolone.

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Comunacque si trova poco distante dagli Altipiani di Arcinazzo, sulla strada che porta al frequentatissimo Santuario della SS. Trinità; superato il ponte sull’Aniene (dove c’è un chiosco e un ristorante) si prosegue per circa un chilometro e prima del bivio per Vallepietra si parcheggia a destra su di una stretta piazzola erbosa. Il Simbrivio è proprio là sotto.

Si cammina a sinistra tra gli alberi fino a raggiungere una struttura di cemento che sovrasta il torrente; con cautela si scende una specie di gradino e ci si ritrova su di un arco di pietra, il tetto della forra. Anche se il passaggio è breve e sufficientemente largo lo si attraversa con attenzione fino a ritrovarsi sulla sponda sinistra del Simbrivio.

Siamo vicinissimi alla forra e il frastuono dell’acqua ce la annuncia; il torrente con le sue acque pulite si introduce con forza nel passaggio scavato nella roccia, fa una curva a gomito, e esce dalla parte opposta  dove si forma un piccolo laghetto.

Il luogo oltre ad essere bello è molto selvaggio  anche se il rombo delle auto che sfrecciano sulla strada soprastante si confonde con il frastuono di queste acque limpide e spumeggianti.

Il Simbrivio nasce dai monti poco distanti e attraversa luoghi per lo più incontaminati mentre le sue acque fredde vengono utilizzate, nelle piccole radure, per irrigare i campi di fagioli che sono la specialità di Vallepietra.

Le sponde del torrente sono circondate da una vegetazione rigogliosa dove è prevalente il nocciolo e il corbezzolo: quest’ultimo è un albero dal legno duro e compatto (gli antichi romani lo usavano per fare i manici dei giavellotti) che a fine estate produce delle bacche rosse, un po’ aspre, ma usate per fare marmellate.

Tutta l’area della forra è molto caratteristica comprese le piccole grotte che si trovano alla fine di una parete rocciosa che sovrasta il torrente; qui si possono osservare le tracce dei selvatici che le frequentano, in modo particolare istrici e cinghiali.

I cinghiali sono una delle tante presenze di questi monti e non è raro incontrarli spesso nel tardo pomeriggio; muovendo nel bosco è bene fare sempre un po’ di “rumori molesti” (ad esempio battere con un bastone gli arbusti e i cespugli) così da metterli in fuga e tenere i cani al guinzaglio.

La zona, oltre alla forra, è un reticolo di sentieri e passeggiate alla portata di tutti; innanzitutto la Cascata di Trevi che si trova a poca distanza (l’inizio del  sentiero che porta alla bella cascata è proprio nei pressi del ponte-ristorante di Comunacque) e poi la località “la Noce”, sulla strada per Vallepietra,  dove c’è una fantastica area picnic.

Le acque di questi torrenti e fiumi sono sempre invitanti ma fredde; se non si vuole portare al seguito un paio di stivali in gomma allora è bene avere al seguito delle scarpe di ricambio così da poter sguazzare nel torrente liberamente e in sicurezza.

Francesco Gargaglia

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