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Camping River, la Corte Europea sospende lo sgombero

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La Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, attraverso l’adozione di una misura di emergenza, ha ordinato al Governo italiano di non procedere allo sgombero dell’insediamento del Camping River sulla Tiberina.

Lo sgombero del campo di via Tenuta Piccirilli  era infatti previsto per la giornata di oggi, ovvero 48 ore dopo la notifica agli abitanti dell’Ordinanza n.122 del 13 luglio 2018 firmata dalla sindaca Virginia Raggi.

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A comunicarlo è l’Associazione 21 Luglio spiegando in una nota che “la decisione della Corte è giunta in seguito al ricorso sollevato da 3 abitanti del campo” supportati dalla stessa associazione, “che hanno vissuto per alcuni anni nell’insediamento di Camping River in cui attualmente risiedono circa 300 persone, esclusivamente rom“.

La Corte Europea

La Corte “ha deciso, nell’interesse delle parti e del corretto svolgimento del procedimento dinanzi ad essa, di indicare al Governo italiano, a norma dell’articolo 39, di sospendere lo sgombero previsto fino al venerdì 27 luglio 2018” e, nell’attesa, continua la nota “ha chiesto al Governo italiano di indicare nelle prossime ore le misure alloggiative previste per i richiedenti, la data prevista per lo sgombero esecutivo e qualsiasi sviluppo significativo dello sgombero“.

La Corte Europea per i Diritti dell’Uomo può indicare “misure ad interim” in casi di emergenze, in modo da fermare un “rischio imminente di danno irreparabile”. Sempre più di frequente, riceve richieste di adozione di misure per fermare sgomberi, ma si limita a farlo solo in particolari circostanze.

Vittime di violazioni di diritti umani possono rivolgersi alla Corte Europea solo se non dispongono di mezzi efficaci per fare ricorso davanti ai Tribunali nazionali.  E “I tre autori dell’azione – sostiene l’Associazione – hanno con successo dimostrato che i Tribunali italiani, visto il brevissimo tempo concesso, non hanno fornito loro mezzi efficaci per fronteggiare il rischio dello sgombero“.

21 Luglio: “chi ha sbagliato paghi”

L’Associazione 21 luglio “accoglie con grande soddisfazione la decisione della Corte Europea e auspica che il Comune di Roma possa coglierne l’importanza per una profonda revisione del ‘Piano rom’ e per avviare una rinnovata e genuina consultazione con le persone dell’insediamento“.

Secondo Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione, “Il fatto che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo abbia deciso di intervenire in modo così eccezionale dimostra quanto la situazione romana sia assolutamente fuori controllo. Oggi viene certificato come il ‘Piano rom’ della città di Roma calpesta gli impegni assunti dall’Italia a livello europeo a fine di garantire un trattamento egualitario dei rom. Ma tutto ciò non basta! Da una parte è urgente promuovere nuove consultazioni con gli abitanti dell’insediamento, dall’altra è importante conoscere i nomi degli esecutori di un “Piano” irrealistico, scellerato, costoso e lesivo dei diritti umani”.

Chiediamo alla sindaca – conclude Stasolla – di individuare e punire i responsabili delle diverse azioni che negli ultimi mesi si sono succedute a Camping River e cha hanno portato ad una violazione sistematica dei diritti fondamentali delle famiglie residenti. Chi ha sbagliato è giusto che paghi. Dare la colpa della mancata inclusione ai rom, come fatto anche in questo caso, è un atto scorretto e ingiusto“.

Le firme

Alle 15.30 di oggi, una delegazione di Associazione 21 luglio si recherà in Campidoglio per consegnare, presso la segreteria della sindaca Virginia Raggi, la risposta della Corte e le centinaia di firme raccolte in questi giorni nella mobilitazione on line organizzata per chiedere la sospensione delle azioni di sgombero. Nel corso della consegna è previsto un breve incontro con la stampa.

L’ordinanza 122

Ricordiamo che dopo le azioni inclusive organizzate dal Campidoglio con esiti modesti, il 19 luglio ad ogni famiglia ancora residente nel camping River era stata notificata l’Ordinanza sindacale n.122 del 13 luglio 2018 con la quale la sindaca Virginia Raggi ha ordinato di abbandonare il River entro 48 ore dalla notifica al termine delle quali si sarebbe proceduto con un “allontanamento coattivo”, un vero e proprio sgombero di persone che si renderebbe necessario, dice il documento, “per il progressivo aggravarsi delle condizioni igienico sanitarie dell’insediamento dopo la notifica agli occupanti di lasciare la struttura”.

L’ordinanza si basa anche sui rapporti della ASL Roma 1 e dell’Agenzia Regionale Arpa, ambedue concordano sul fatto che  è urgente mettere in atto misure straordinarie “per la tutela della salute pubblica degli occupanti e dei cittadini che vivono nelle zone circostanti” nonchè per evitare l’inquinamento ambientale della zona e del Tevere che potrebbe essere causato “dal malfunzionamento degli scarichi dei reflui“.

Tolli (PD): chiusura rispettando diritti umani

Marco Tolli, esponente della segreteria del PD di Roma, così commenta la decisione della Corte Europea.

La sospensione dello sgombero del Camping River imposta dalla Corte europea dei diritti dell’uomo concede qualche giorno in più al Comune di Roma per rimediare ai suoi errori. Se la Sindaca Raggi vuole davvero chiudere il campo la smetta di fare sceneggiate, come quella in Romania, e si occupi del reperimento dei 50 alloggi necessari alla ricollocazione delle famiglie che sono ancora accampate sul posto, garantendo l’unità dei nuclei familiari“.

Gli esperimenti di questa giunta stanno producendo solo incertezza e disperazione, non si può più giocare sulla pelle delle persone. I cittadini di Prima Porta e della Via Tiberina – conclude Tolli – aspettano da anni il superamento del campo che, come ribadiamo da mesi, può e deve avvenire nel totale rispetto dei diritti umani“.

Salvini: “a Roma è un casino totale”

Pare confermato che domani, mercoledì 25 luglio, il ministro dell’Interno Matteo Salvini si incontrerà con la sindaca Virginia Raggi sul tema campi nomadi e Piano Rom per indicare la sua ricetta personale alla luce del fatto, come ha dichiarato, che “a Roma la situazione sui rom è un casino totale“. 

A quanto si apprende rilancerà la sua idea di censire tutti i residenti nei campi nomadi. “Mi hanno dato del nazista ma possono esserci anche finlandesi nei campi. Vado a controllare chi c’è, possono essere italiani, romeni, slavi, extracomunitari: l’obiettivo è arrivare a una chiusura progressiva” ha dichiarato alla stampa.

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