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In vista il restyling del Parco Santa Maria della Pietà

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Galvanica Bruni

Il 31 maggio 1914 il re d’Italia Vittorio Emanuele III inaugurava ufficialmente l’apertura del nuovo manicomio di Roma sulla Trionfale. Rinominato dal popolino romano come la “città dei matti”, chiuse i battenti nel 1999.

Quattro anni fa, a giugno 2014, vennero festeggiati i suoi cent’anni e già allora si parlò di bonifica, riqualificazione, rilancio e migliore utilizzo – per il bene della città e dei romani – degli oltre 500mila metri quadri, 36 edifici, circa 7 chilometri di viabilità interna e una vegetazione unica nel suo genere nel quartiere Trionfale.

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Si tratta dell’ex ospedale psichiatrico del Parco Santa Maria della Pietà, sulla Trionfale, che oggi rappresenta un vero e proprio simbolo all’abbandono e all’incuria.

La città dei matti

La “città dei matti”, costruita su terreni prima incolti e disabitati, si affermò fin da subito come un punto di aggregazione urbano allorché un intero quartiere gli sorse attorno, con la costruzione di abitazioni popolari per i dipendenti e le loro famiglie, linee tram, bus, treno, attività commerciali e scuole.

Allo stesso tempo, però, questa struttura era un enorme strumento di segregazione e annullamento della persona ai danni di coloro che vi erano internati, a volte per motivi futili e pretestuosi addotti dalle stesse famiglie di origine, che scambiavano per pazzia ogni minimo segno di anomalia tipicamente adolescenziale.

Il Santa Maria della Pietà visse un primo momento celebrativo nel 1963, in occasione del cinquantenario presieduto dall’allora presidente della repubblica Antonio Segni e da alcuni delegati della Santa Sede.

Poi il declino

Nel 1999 venne definitivamente chiuso, sulla spinta rivoluzionaria innescata a partire dagli anni settanta dal pensiero e dall’opera di Franco Basaglia per una diversa e moderna concezione della malattia mentale.

Da allora pian piano l’intero Parco è caduto nel degrado, eccezion fatta pere alcune nicchie in cui sono ubicati gli uffici pubblici della ASL Roma 1 e quelli del XIV Municipio.

Doveva diventare uno spazio urbano aperto ai cittadini. Aperto lo è, certo, ma fruibile molto meno con tutti quei padiglioni un tempo imponenti oggi completamente abbandonati al degrado e con i viali e la vegetazione molto poco curata.

Nuova vita?

Nuova vita in vista. Martedì 10 luglio, in Regione Lazio è stata infatti approvata la delibera con cui si dà avvio al programma di riqualificazione e valorizzazione del Parco tramite la stipula di un Protocollo tra la Regione, il Comune di Roma, la Città metropolitana di Roma, il Municipio Roma XIV e la Asl Roma 1 che si impegnano ad attuare il piano che, con uno stanziamento di 10 milioni di euro, consentirà di realizzare una prima serie di interventi a partire dall’importante riqualificazione del parco pubblico, che sarà così restituito ai cittadini, e la ristrutturazione di alcuni padiglioni del comprensorio. Il tutto con l’ok da parte del Comune di Roma.

Sarà la Asl Roma 1, in qualità di proprietaria e di utilizzatrice di una vasta porzione del comprensorio, a fungere da soggetto attuatore del programma.

Con questa delibera un’altra area della città di Roma cambia. Grazie all’atto approvato dalla Giunta regionale confermiamo il nostro impegno – spiega il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti – per la riqualificazione di un quadrante molto popoloso della città. Dopo l’accordo raggiunto con il Comune di Roma, sono felice che a breve sarà possibile sottoscrivere con Roma Capitale, il Municipio competente, la Asl Roma 1 e la Città Metropolitana un accordo  che ci consentirà di mettere il sigillo a una operazione di straordinaria valorizzazione a cui la Regione Lazio tiene moltissimo, poiché costituisce un’ulteriore occasione di sviluppo e accrescimento delle potenzialità di questa parte del territorio di Roma”.

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5 COMMENTI

  1. Declino?????
    La Legge Basaglia intervenne in seguito alle atrocità delle cure psichiatriche che prevedevano l’uso della “camicia di forza e fin’anche il famigerato elettro shock, trattamenti disumani inutili perdita di contatto con la realtà anche degli stessi operatori sanitari trionfo di cinismo, degrado e sfruttamento.
    Le innovazioni in campo medico e farmacologico hanno potuto restituire queste persone alle famiglie dignità riconquistata grazie proprio alla battaglia sofferta conclusa con la chiusura dei manicomi di cui alla legge Basaglia.
    Politica….

  2. comunicato stampa del comitato “Si può Fare” ( https://www.facebook.com/campagnasipuofare/posts/2112906768994858)

    UN POLO SANITARIO AL S.MARIA DELLA PIETA’? NO GRAZIE!

    In un Comunicato stampa pubblicato dall’ADN KRONOS, il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti annuncia un accordo con il Comune per la definitiva cessione all’uso sanitario dell’Ex Manicomio di Roma “S.Maria della Pietà”.

    Spacciare la cessione della proprietà e dell’attuazione alla ASL RM1, cioè ad un’azienda sanitaria, per un progetto di riqualificazione urbana, è un imbroglio ed una falsificazione. Zingaretti sta compiendo l’opera iniziata da Storace nel 2004 e contro cui si sono battuti cittadini ed associazioni. Un polo sanitario al S.Maria della Pietà.

    UN ATTO CONTRO LA 180 E IL SISTEMA PUBBLICO DELLA SALUTE MENTALE

    Le risorse degli Ex Manicomi dovrebbero essere utilizzate per Legge per finanziare i servizi regionali sulla Salute Mentale. Di queste normative e della Legge 180, la Regione ha fatto e vuole continuare a fare carta straccia.

    Tanto più grave, questa scelta, mentre da parte governativa si levano voci pericolose contro la Legge Basaglia con il pericolo di tornare al medioevo dei manicomi.
    Mentre la stessa Regione Lazio sta operando per lo smantellamento dei servizi pubblici sulla Salute Mentale, per favorire le cliniche e le strutture private e per far pagare i costi alle famiglie.

    RIQUALIFICAZIONE TRASPARENTE E CONDIVISA UNA SFIDA AL COMUNE DI ROMA

    Nicola Zingaretti dà per scontato l’assenso del Comune di Roma a questa operazione dubbia dal punto di vista urbanistico, economico e normativo.

    Noi crediamo che non sia così. Il Presidente del Muniocipio XIV Alfredo Campagna ha dichiarato, solo venerdì, che il Protocollo con la Regione Lazio non era stato ancora firmato.

    La Giunta comunale non può approvare questo Protocollo, concordato segretamente e contrario alle linee guida del Comune stesso.

    l’Assemblea Capitolina deve pronunciarsi, in linea con le indicazioni del Piano Regolatore e con la Delibera approvata il 15 luglio 2015, che escludono il Polo Sanitario e accolgono le proposte dei cittadini: limitato uso sanitario, polo socio culturale ed amministrativo, gestione pubblica e trasparente.

    Il Comune di Roma, nel trattare segretamente con Zingaretti per favorire il suo piano, aggirando le norme del Piano Regolatore e le Leggi sull’utilizzo e la proprietà del S.Maria della Pietà, ha tutto da perdere.

    Tenuto conto che, tutta l’operazione, è ancora oggetto di un ricorso al TAR pendente, presentato dai promotori della Proposta di Legge Regionale e dalle principali associazioni della Salute Mentale.

    Il Comitato Si può Fare

  3. Forse, nella cronistoria manca qualcosina…
    Ad esempio 23 anni di progettazione di uso socioculturale promossa da associazioni e cittadini.
    Una Delibera Comunale con 6.000 firme, approvata dal Comune nel 2015.
    Una Proposta di Legge Regionale con 12.500 firme, presentata nel 2014 e mai discussa dalla Regione.

  4. Nell’estate del 2016 l’Asl RM1 ha fatto un bando di gara per la gestione del parcheggio dell’ospedale San Filippo Neri e la trasformazione del Santa Maria della Pietà in parcheggio, con tanto di barriere di ingresso e uscita, casse automatiche per il pagamento dei ticket, abbonamenti e convenzioni con i dipendenti dell’Asl e del comune… e me la chiamano riqualificazione? riempire l’unica area verde di zona con le auto? forse è il caso di scendere nuovamente in piazza.

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