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    Letti per voi: “Anatomia di un soldato” di Harry Parker

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    Galvanica Bruni

    Per la nostra rubrica “cibo per la mente” oggi parliamo di “Anatomia di un soldato” (Edizioni BigSur, pag. 349, 17,50 Euro) di Harry Parker, un autore il cui esordio è stato giudicato “eccezionale”.

    I libri di guerra sono un genere letterario che a non tutti piace (alle donne meno che agli uomini) ma il libro di Parker è forse tra i più belli che siano stati scritti in questi ultimi decenni anche se l’autore, alla sua opera prima,  è un ex soldato prestato suo malgrado alla letteratura.

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    Harry Parker, capitano dell’esercito britannico, nel 2009 è in Afghanistan dove nel corso di una missione di ricognizione alla testa dei suoi uomini viene investito dall’esplosione di un ordigno improvvisato e rimane gravemente ferito.

    Evacuato per mezzo di un elicottero viene sottoposto ad una serie di interventi chirurgici tra cui l’amputazione di una gamba; a causa di una grave infezione i medici decidono di amputare anche il secondo arto e così il Capitano Parker, nel giro di qualche settimana, si ritrova nel letto di un ospedale, a dover fare i conti con la sua terribile menomazione.

    Ma Parker è un soldato, è addestrato alle privazioni e al dolore e nonostante lo sconforto iniziale dovuto anche alla grande sofferenza fisica, reagisce con forza e tenacia e  grazie anche all’aiuto di due protesi ipertecnologiche e all’affetto di genitori e commilitoni, torna a camminare e, quello che più desidera, a correre.

    Il libro di Parker è solo in parte autobiografico perché alcune delle situazioni descritte sono  frutto della sua fervida e intelligente fantasia così come  la costruzione letteraria di questo straordinario racconto.

    harry parkerIn “Anatomia di un soldato” a narrare le drammatiche vicende accadute a BA5799, questo il numero di matricola dell’ufficiale, sono le “cose” che lo circondano: dal suo pacchetto di medicazione che porta nella tasca dell’uniforme al visore notturno posto sull’elmetto; dal sacco di fertilizzante usato per realizzare una bomba artigianale al proiettile inserito nel caricatore del suo fucile d’assalto; dalla sega usata dal chirurgo per aggredire le ossa delle gambe straziate dall’esplosione alla bicicletta di Farum, un ragazzo afghano che perirà nell’esplosione di un missile lanciato da un drone.

    Sono gli oggetti a raccontare con un dettaglio  impressionante le drammatiche vicende che vedono contrapposti i soldati britannici della missione ISAF ai combattenti afghani; sono loro, proprio attraverso l’uso a cui sono sottoposti, a descrivere sensazioni, ricordi e stati d’animo dei protagonisti.

    Si tratta di un racconto straordinario dove coraggio, sofferenza, determinazione ma anche amore per la famiglia e i commilitoni, sono la molla che spingeranno il protagonista a lasciare per sempre il letto d’ospedale e tornare alla vita.

    Quello che sorprende in questa vicenda è la totale assenza di ogni forma di recriminazione come se la perdita delle gambe, le ferite, la sofferenza prolungata  fossero le naturali conseguenze della scelta di essere un soldato e un passaggio obbligato per tornare a sorridere alla vita.

    “Anatomia di un soldato” è un libro eccezionale, scritto in modo straordinario e che sorprenderà anche chi non ama i racconti di guerra.

    Francesco Gargaglia

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