Home CRONACA Villaggio dei Cronisti, c’era una volta un bel quartiere pulito

Villaggio dei Cronisti, c’era una volta un bel quartiere pulito

Villaggio dei Cronisti
Galvanica Bruni

Come tutte le favole anche quella del Villaggio dei Cronisti, il quartiere tra la Cassia e l’Acqua Traversa, inizia con un “c’era una volta”. C’era una volta infatti un quartiere tranquillo e signorile nato a metà degli anni ’60 per iniziativa di un cronista romano e sviluppatosi intorno ad un antico casale residenza di un artista celebre nel ventennio; al “Villaggio” si arrivava attraverso una tortuosa stradina su cui affacciavano belle ville bianche dalle forme lineari (ricordavano un po’ i villini sul lungomare di Anzio).

Con il passare degli anni ci furono dei cambiamenti: si costruì molto, i residenti del quartiere aumentarono, arrivarono un gran numero di auto e nel frattempo cessò ogni cura e manutenzione.

Continua a leggere sotto l‘annuncio

Il Villaggio dei Cronisti cominciò così ad invecchiare, crebbero le erbacce, i marciapiedi e l’asfalto andarono in frantumi, la segnaletica stradale fu preda della ruggine, qualche alberò si schiantò sulla strada mentre il degrado prendeva il sopravvento… ecco, c’era una volta.

Oggi il biglietto da visita del Villaggio dei Cronisti è via Italo Panattoni; qui alcuni mesi fa un automezzo si è schiantato in prossimità del ponticello sul fosso dell’Acqua Traversa. I resti sono ancora in terra come in terra è il palo della segnaletica abbattuto nell’urto. La strada, che confina con la Riserva Naturale dell’Insugherata, oggi è più famosa per i cinghiali che razzolano tra i rifiuti che per le ville.

Tutte le caditoie sono otturate dalla terra così che la strada è periodicamente soggetta ad allagamenti; salendo in direzione della Cassia l’abbandono è evidente. Detriti, rifiuti, cespugli e arbusti alti un metro e quelle gigantesche siepi che sembrano ghermirti e che soffocano la segnaletica sopravvissuta all’opera del tempo.

Via Panattoni sbuca in piazza Azzarita, dove ha sede il Commissariato Flaminio Nuovo; andando a sinistra si raggiunge la Cassia mentre a destra si arriva alla piazzetta  intitolata a quel cronista romano, tale Guglielmo Ceroni. Ci troviamo in una delle strade più trascurate di Roma Nord nonostante con cadenza periodica un mezzo meccanico dell’AMA cerchi, con le spazzole rotanti, di arginare il degrado.

I marciapiedi sono occupati dalle auto in sosta e di conseguenza il travertino è tutto frantumato, le erbacce crescono in ogni angolo soffocando le caditoie mentre rifiuti e feci di cane sono sulla strada dove i pedoni sono costretti a camminare.

Qualcuno periodicamente cerca di dare una pulita all’aiuola con pino al centro della piazza rimuovendo i sacchi di spazzatura che vengono appesi alla ringhiera; scarso effetto hanno però i numerosi messaggi scritti, una sorta di “dazebao”,  che richiamano ad una maggiore civiltà.

Sembra che con l’aumentare del degrado aumenti anche l’indifferenza e inciviltà dei residenti; una prova lampante è la grande quantità di rifiuti ingombranti che ogni sera vengono lasciati nei pressi dei cassonetti.

Forse al Villaggio dei Cronisti si ignora che esistono le isole ecologiche e il servizio gratuito di ritiro dei rifiuti ingombranti; fatto sta che al mattino è possibile trovare di tutto: dai pneumatici alle lavatrici, dai materassi ai mobili, dai vecchi fornelli agli scatoloni di cartone ripieni di cianfrusaglie. Il culmine lo si raggiunge il lunedì mattina dopo un week-end trascorso evidentemente a svuotare cantine e soffitte.

A tutto questo va ad aggiungersi una segnaletica stradale fatiscente anche se va detto, ad onore del vero, che questo è il problema minore dal momento che tanto nessuno la rispetta.

C’era una volta un bel quartiere tranquillo, signorile, pulito. Oggi non c’è più.

Francesco Gargaglia

© RIPRODUZIONE RISERVATA

13 COMMENTI

  1. Egregio Sig. Garavaglia,
    Abito al Villaggio dei Cronisti dalla nascita e prima di me ci hanno abitato i miei genitori e i miei prozii.
    Il quartiere non e’ nato a meta’ degli anni ’60, ma all’inizio degli anni ’50. Per sua sfortuna, abbiamo una casa ad Anzio e i villini di via Panattoni non somigliano alle case di Anzio.
    Il suo articolo, oltre che pieno di inesattezze, e’ pieno di affermazioni che potrebbero costituire diffamazione. Sempre per sua sfortuna, sono avvocato. Credo che scrivero’ al suo Direttore Responsabile chiedendo la pubblicazione di una rettifica. Fatto salvo il diritto al risarcimento del danno naturalmente.

  2. Mi consenta, avvocato, ma in quale punto di questo articolo ravvisa la diffamazione, addirittura ? A me pare ben scritto e le foto parlano da sole. Se poi c’è qualche inesattezza, ebbene, le indichi. Non le sembra, insomma, di esagerare ?

    • No, non mi sembra di avere esagerato. Il tono dell’articolo è pesantissimo e non corrisponde affatto a quello che vivo e vedo tutti i giorni con i miei occhi. E non ho i paraocchi. Nella mia vita ho abitato a Dallas, Copenhagen e Parma. L’articolo poteva essere impostato in modo ben diverso, illustrando per esempio come un bellissimo angolo di Roma soffra dei problemi (cura delle strade pubbliche, raccolta immondizia,..) che affliggono ormai tutta la città, dai quartieri “bene” alla periferia, e invocare un maggiore intervento da parte di municipio e comune. I profili diffamatori li individuo sopratutto nella frase “Sembra che con l’aumentare del degrado aumenti anche l’indifferenza e INCIVILTA’ DEI RESIDENTI”.

  3. Invito chi ne avesse voglia a fate un giretto al Villaggio dei Cronisti ed a constatare con i propri occhi che , malgrado i segni della cattiva manutenzione e pulizia che si possono constatare in tutta Roma, e l’inevitabile incremento delle macchine dagli anni 60, il quartiere rimane un oasi di tranquillità godibilissima. L’articolo mi sembra un esercizio di disfattismo diretto più a screditare il luogo ed i suoi abitanti che a sollecitare chi di dovere a prendersi cura della città e del verde meraviglioso di questa zona. Per inciso…le foto sono ridicole, particolari insignificanti rispetto all’insieme. Non so dire se ci siano gli estremi per una denuncia per diffamazione ma sicuramente un articolo di questo tenore non può che mirare a svalutare la zona o a dare degli incivili ai suoi abitanti….se le intenzioni erano altre…francamente non si è capito….

  4. Abito in via Federico. Mastrigli. Forse non sa che un gruppo di una quindicina di famiglie da anni tenta di tenere in ordine ciò che é possibile, ma attribuire ai residenti una prolungata incuria, come strade disseetane, mai pulite dalla nettezza urbana, senza parcheggi (la “sistemazione” di piazza axzarita ha dato il colpo di grazia) mi sembra ingiusto. Questo é un quartiere densamente popolato e multietnico, é ovvio che non si può pensare di avere oggi l’ordine e la pulizia degli anni sessanta, ma neahce si può accettare l’accusa di essere solo noi residenti la causa dei problemi

  5. Gentili lettori, ci spiace se l’articolo possa aver causato qualche risentimento. L’autore, persona matura e peraltro residente da anni al Villaggio dei Cronisti, non ha fatto altro che fotografare l’esistente.
    E “fotografare l’esistente” non è un modo di dire: non vi saranno certo sfuggite le 21 foto che denunciano il degrado. Non solo rifiuti abbandonati (e da chi, se non da qualche residente non troppo civile?), ma anche – e in questo caso non dipendente dai residenti – caditoie ostruite dall’asfalto, marciapiedi divelti, vegetazione non curata che nasconde la segnaletica, cartelli stradali imbrattati, targa della piazza lercia, buche nelle strade. E chi le ha scattate vive lì e ne è testimone quotidiano come voi. Non diffamazione dunque, ma denuncia di una situazione che ha trasformato, purtroppo non in meglio, la zona.
    E a proposito di via Mastrigli, vorremmo ricordare che per anni abbiamo fatto nostra la battaglia di un nucleo di residenti per riportare legalità e civiltà in quello spicchio di quartiere. Noi fummo a loro fianco senza se e senza ma, dedicando alla vicenda 138 articoli in 5 anni. Questo è “voler svalutare la zona”?
    Molto cordialmente
    La Redazione

  6. C’era una volta …la bella Roma degli anni 60 : senza rom nè migranti nè mendicanti nè ambulanti, nè cassonetti nè migliaia e migliaia di automobili in circolazione e sosta per ogni dove nè movida , nè turismo selvaggio, nè buche sulle strade, nè interventi continui per ampliare, manutenere, adeguare, potenziare la rete idrica, elettrica, gas e telefonica con frettolosi e malaccorti lavori di ripristino dell’esistente , ….con i parchi verdi, i marciapiedi ben tenuti , gli autobus che arrivavano in orario anche perchè il traffico non era caotico, e forse abitanti più civili e rispettosi degli spazi pubblici, amministratori meno incapaci e corrotti , che spendevano i soldi pubblici per la manutenzione delle strade senza intascarsi mazzette come documenta invece la recente storia giudiziaria . Io vivo a Roma da 71 anni e potrei continuare a lungo a confrontare il decoroso passato con lo squallido presente . Con chi ce la vogliamo prendere ? Con tutto quello che non c’era e adesso inevitabilmente purtroppo c’è? Ma non lo possiamo cancellare ! Oppure con certi valori diffusi come l’onestà, l’ educazione, il civismo, il gusto del lavoro ben fatto, che un tempo c’erano, e adesso non ci sono più ? Direi che questi sì si che potremmo sforzarci tutti di recuperarli. O no?

  7. L’articolo ha ragione! Ma purtroppo il nostro amato “Villaggio” (ci vivo dal 1970 a via Panattoni) ha subito i cambiamenti degli usi e costumi di questa bella Città sempre più presa d’assalto da gente menefreghista e maleducata, che non si rende conto della bellezza di questo luogo e di quanto sia fortunata nel vivere a Roma a ridosso di una riserva naturale…
    Pensassero a non buttare rifiuti fuori dai cassonetti, a non lasciare gli ingombranti fuori dal mio cancello (quanti cartelli ho scritto)…detto ciò ho visto dei miglioramenti: nuovi cassonetti differenziati, la Rampa Malatesta pulita, l’apertura di una nuova pizzeria accanto al bar, dove una volta c’era la famosa Osteria dei Cronisti…
    la speranza è l’ultima a morire e noi possiamo fare tanto la differenza.

  8. Perché non mettiamo di nuovo, come c’era una volta, l’ insegna ” Villaggio dei Cronisti ” allinizio di via Manfredi Azzarita sulla Cassia (incrocio con via dei due Ponti). Era molto carino!
    A chi bisogna chiederlo?

LASCIA UN COMMENTO

inserisci il tuo commento
inserisci il tuo nome