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Da Prima Porta a Ponte Milvio il canto del cigno dei mercati rionali

Galvanica Bruni

La parola più pronunciata e più ascolta in questi ultimi anni è “crisi”. Crisi della politica, dei mercati, crisi economica. Ma dove se non stando fra le persone si può toccare con mano un malessere così diffuso? Nei mercati rionali, che per loro natura sono  vox populi e quindi interpreti dei sentimenti popolari.

Cosa contiene la sporta della massaia nel 2018? Per capirlo abbiamo fatto una full immersion in quattro mercati rionali del XV Municipio: Colli d’Oro a Labaro, piazza Monteleone di Spoleto al Fleming, a Ponte Milvio in via Riano e, infine, quello di Prima Porta.

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Se nell’immaginario collettivo il mercato è rappresentato da un trionfo di colori, profumi e grida in romanesco di chi invita i clienti ad assaggiare i loro prodotti (“ste ciliegie so no zucchero!”), nella realtà non è più così.

Una delle constatazioni più evidenti è stata la quasi totale assenza di giovani. L’età media dei frequentatori, a quanto ci è dato da vedere, si aggira intorno ai 50 anni. Dove vanno i giovani a fare la spesa? Sta andando persa questa tradizione?

L’H24 ci danneggia

La risposta, secondo una “pizzicagnola” di Ponte Milvio, è semplice: “è una questione soprattutto di orari; con i supermercati aperti fino a tardi e con quelli aperti h24 i giovani hanno dirottato la loro spesa alimentare sulle grandi catene dove trovano di tutto in qualsiasi orario”.

mercati rionali - Ponte Milvio
mercato Ponte Milvio

In effetti questa ipotesi ci viene confermata anche da una signora al mercato di piazza di Monteleone da Spoleto: ”Finalmente da quando sono in pensione posso fare la spesa al mercato rionale dove i prodotti sono migliori. Quando lavoravo avevo tempi stretti e mi dovevo accontentare dei supermercati!”

Dunque ci scontriamo con il primo scoglio, la grande distribuzione che sta erodendo sempre di più la clientela ai mercati rionali e ai piccoli commercianti.

Ma è anche una questione di prezzo? Lo chiediamo ad una donna che sta facendo la spesa ad uno dei banchi di frutta e verdura del mercato di Ponte Milvio.
No,non è questo il motivo,i prezzi sono più o meno gli stessi solo che qui al mercato è tutto più fresco!

Siamo a metà mattinata di un giorno feriale, i mercati rionali dovrebbero essere in pieno fermento; invece se a Ponte Milvio le persone si possono contare solo a decine al mercato di piazza Monteleone di Spoleto sono davvero poche.

mercati rionali - fleming
mercato Fleming

A confronto il mercato di Colli d’Oro, a Labaro, sembrerebbe visitato da una grande folla di persone. Ma in realtà, guardando bene non è così, si cammina agevolmente e non ci sono code ai banchi. Qui i clienti vanno tutti di fretta e non hanno voglia di parlare, difficile ottenere risposte alle nostre domande. I proprietari dei banchi invece quasi ci chiamano per condividere le loro preoccupazioni.

Una giovane donna, alla nostra domanda “come vanno gli affari?” fa una smorfia e tra la rassegnazione e lo sconforto risponde: “male, molto male! Ormai in caduta libera. Non vedi? Non compra niente nessuno e noi non riusciamo a tirare avanti. Non comprano neanche ad orario di chiusura quando abbassiamo i prezzi“.

mercati rionali - Colli d'Oro
mercato Colli d’Oro

Guardano e passano, passano e guardano ma non comprano

E’ sabato mattina, andiamo al mercato di Prima Porta fiduciosi di imbatterci in una realtà diversa, più chiassosa e frequentata. Siamo infatti in un quartiere popolare e popoloso, è un giorno prefestivo e tutto ci fa sperare di trovare un po’ più d’ottimismo.

Troviamo agevolmente parcheggio e c’immergiamo tra i banchi; nessuna calca per acquistare, nessun giovane a fare la spesa e commercianti che per far passare il tempo giocano con il telefonino. Ci eravamo illusi.

Dai commercianti riceviamo le stesse parole dei loro colleghi degli altri mercati. “Non comprano più al mercato a causa della concorrenza dei supermercati per gli orari e dei discount per i prezzi. Se continua così chiudo e basta” ci dice la proprietaria della pizzicheria.

mercati rionali - Prima Porta
mercato Prima Porta

Accanto a noi due persone anziane con la sporta semivuota. Non avete trovato nulla di buono? chiediamo loro ma la risposta è lapidaria: “Signorì, non ci stanno più i soldi, pagate le bollette e l’affitto so’finiti! Qui compriamo solo lo stretto necessario”.

Guardano e passano, passano e guardano ma non comprano” borbotta laconicamente il proprietario del banco accanto davanti al quale non c’è ombra di cliente.

Con un occhio al portafoglio e l’altro all’orologio

Eppure siamo nell’epoca del saper mangiare in modo consapevole dal ”siamo ciò che mangiamo” fino a “la salute passa dalla tavola”, per non parlare delle varie tendenze chilometri zero, bio, vegano, vegetariano, green food che si sposano tutte col fatto che numerosi operatori dei mercati rionali sono anche coltivatori diretti mentre altri vendono prodotti acquistati direttamente dalle aziende agricole del Lazio.

I loro prodotti sono visibilmente freschi e buoni, a volte anche già puliti e pronti da cucinare. Dunque, perché si preferisce l’insalata in busta oppure precotti che non si sa come e dove sono stati cotti? La risposta che arriva dai mercati è unanime: “i clienti fanno la spesa con un occhio al portafoglio e l’altro all’orologio. Con il primo rinunciano alla qualità dei nostri prodotti a favore dei prezzi bassi dei discount e dei supermercati. Con il secondo fanno sempre a botte col tempo e con la vita frenetica che li porta a fare la spesa anche di domenica nella grande distribuzione”.

Il minimo comun denominatore dei quattro mercati che abbiamo visitato è dunque il calo delle vendite, un calo che può essere chiamato proprio crisi. La conferma arriva anche sbirciando i clienti all’uscita: una o al massimo due buste ognuno e neanche tanto piene.
Alcuni dei commercianti che abbiamo intervistato hanno banchi anche in altre zone della città e ci assicurano che la situazione è la stessa.

Pare proprio che in quest’epoca fagocitante, nella quale la frutta e verdura può essere addirittura ordinata su internet, il punto di aggregazione più antico e comune del mondo sia destinato a sparire, quanto meno nella sua immagine iconografica.

Nuove tendenze

Perchè per evitare il declino di queste realtà – ma ora stiamo parlando solo di quelle al chiuso, come Ponte Milvio – nuove forme di mercato stanno nascendo ed ottenendo successo.

Sulla scia di quanto avvenuto all’estero e soprattutto in Spagna, dove questa tendenza è già storia, anche nella Capitale alcuni mercati rionali si sono riconvertiti da vendita pura a vendita più offerta di un’ampia gamma di servizi di ristorazione dove mangiar bene spendendo il giusto, prendere un aperitivo, fare shopping, acquistare un libro e, una volta al mese in occasione dell’open day, intrattenersi fino alle tre di notte con street-food, drink e musica.

mercati rionali - Testaccio
mercato Testaccio

E’ quanto accade al famoso mercato Testaccio, meta addirittura di turisti stranieri oltre che di tantissimi giovani e non solo, così come più timidamente sta accadendo al mercato di Ponte Milvio dove si registra l’arrivo di attività commerciali no-food in grado di attirare l’attenzione di un maggior numero di clienti.

Già, ma il vecchio tradizionale mercato su strada, quello vociante e colorato, che fine farà?

Francesca Bonanni

© RIPRODUZIONE RISERVATA

10 COMMENTI

  1. avete fatto bene a citare il mercato testaccio che è l’unico esempio, a mio parere, di mercato moderno in grado di offrire anche “altro” oltre spesa. In particolare oltre all’offerta va sottolineato l’ambiente moderno e soprattutto pulito che si ritrova a Testaccio che manca negli altri citati nell’articolo (basta vedere le foto).
    Il problema degli orari è giusto ma ormai i tempi in cui l’uomo andava a lavoro e la moglie a fare la spesa la mattina sono passati da un pò per cui almeno sull’adeguamento degli orari di apertura potrebbero fare di più.

  2. a me non piacciono i mercati soprattutto se non curati …fanno degrado e sporco..covo di zingari spesso.. quindi meno ce ne sono per me meglio è. ma è solo il mio parere.

  3. Come mi fu spiegato da familiari e colleghi di lavoro il mercato rionale si contraddistingue dal resto dei vari esercizi per l’offerta di prodotti di elevata qualità ad un costo inferiore rispetto ai prodotti normali venduti nei supermercati più tosto che nei negozi ecc. ecc.. Non a caso si ricorderà la ressa quotidiana che c’era per il mercato di Ponte Milvio, ressa che ha poi motivato nel 2008 la realizzazione del nuovo mercato e del parcheggio.
    Si può aggiungere che tali prodotti, i prodotti in vendita nei mercati, non era possibile trovarli in altri posti, c’entra sicuramente il rapporto che il titolare della bancarella riusciva a creare con gli operatori dei mercati generali, Mercati Generali come abbiamo saputo smistano nel giro di poche ore prodotti in arrivo da tutta Italia ed ovviamente i meglio per primi.
    Con questo sistema e con propri approvvigionamenti una bancarella di sola verdura riesce ad incassare anche 15.000,00 euro al mese (del Mercato di Via Ottaviano) fornendo un prodotto di altissima qualità ad un costo veramente concorrenziale (ad es. insalata tenera mista tipo rughetta(?) a 15,00 Euro al Kg.). Bontà tali a quanto pare da giustificare la ressa ecc. ecc..

  4. La qualità dei prodotti dei mercati rionali è superiore a quella dei supermercati. Spesso poi i supermercati non riescono ad essere concorrenziali neanche con i prezzi, almeno per quel che riguarda frutta e verdura. Occcorre tuttavia che le bancarelle svogano la loro attività in strutture adeguate che garantiscano pulizia e igiene. Ci dovrebbero essere più controlli da parte della municipale per garantire pulizia e decoro, cosa che non accadeva ad esempio con il vecchio mercato di Ponte Milvio. Ora la situazione mi sembra decisamente migliorata, grazie alla nuova struttura.

  5. Una gran brutta e triste situazione che colpisce le nostre radici e tradizioni ma soprattutto ci sbatte in faccia una realtà davvero avvilente ….. l’argomento è stato sviscerato e scritto con estrema semplicità e chiarezza facendo riferimento anche al periodo di crisi che stiamo vivendo ormai da troppo tempo….. non credo ci sia altro da aggiungere.

  6. Sarebbe meglio spostare il mercato di Piazza Monte Leone da Spoleto in altro sito e ripristinare dopo 40 anni il giardino per dare un minimo di spazio verde al quartiere!

  7. In zona c’è un altro mercatino, quello di Piazza Diodati, che sarà sì comodo per la vicinanza ma ha certi prezzi che non stanno ne in cielo ne in terra!!!!!

  8. Con l’avvento degli extracomunitari (via riano) a me sembra che i prodotti siano scaduti di qualità anche se a basso costo, di contro quelli di qualità sono cari x essere un mercato. Ho provato pure quei negozi gestiti da egiziani quelli x intenderci a 0.99€ a volte si trova qualcosa di buono

  9. come pretendere che i vistosi enormi cambiamenti sociali degli ultimi 30 anni possano lasciare tutto nostalgicamente com’era? Alcune realtà – e il mercatino rionale è tra queste – devono per forza adeguarsi o sparire . Personalmente vivo nel quartiere da 50 anni e da una ventina vado a uno dei tanti supermercati della zona , che trovo concorrenziali e comodi per parcheggio e orari . Senza contare che sulle merci c’è scritta anche la provenienza…e poi con tutti i negozietti di frutta e verdura dei bengalesi, egiziani ecc….anche il commercio di prossimità è servito!

  10. Si sono modificate troppe cose in questi ultimi 15/20 anni. La drastica diminuzione dei mercati rionali ha distrutto quella serie di rapporti che spesso si creavano tra venditore e cliente, ma anche tra i vari clienti, spesso madri di famiglie e non è che si incontravano al banco della frutta o del pesce . Sta venendo meno un punto d’incontro e spesso anche dj rispaio per le famiglie, le rimanenze, li scampoletto a pochi euro, tutto fagocitato dalle grandi catene che sembrano non avere fine. Ci sono più centri commerciali che persone. Io qualche domanda……….

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