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Labaro, a Colli d’Oro chi fa da sé fa per tre

sfalcio colli d'oro
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Ci sono tanti modi per ribellarsi all’incuria in cui versa da anni il parco di Colli d’Oro: manifestazioni, proteste, tavoli di discussione e flash mob. Lui invece ha scelto di tutelare il verde del quartiere in altro modo: effettuandone a proprie spese la manutenzione.

 “Chi fa da sé fa per tre”. Così avrà pensato probabilmente Fabio Mancini, residente di lunga data a Labaro che un bel giorno ha deciso di rimboccarsi le maniche e in silenzio, senza chiedere nulla a nessuno, un po’ come il famoso Marin detto il Forrest Gump della Cassia,  ogni giorno disbosca siepi e sterpaglie.

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La vicenda non era passata inosservata a VignaClaraBlog.it che tre anni fa aveva già messo in luce le gesta di questo virtuoso cittadino, ma da alcune settimane la notizia è nuovamente balzata all’attenzione dei social suscitando la curiosità dei residenti del quartiere.

L’aria che tira a Colli D’Oro

Fabio Mancini ha 63 anni e vive in quello spicchio di Labaro che si chiama Colli D’Oro dall’81 assistendo ai mutamenti della zona e alla sua progressiva urbanizzazione. Soprattutto, ricorda il malcontento che vi fu per il tentativo di costruzione di Casa Lazio Bob Lovati. Una ferita ancora aperta nel cuore del Parco, all’interno del quale spiccano le fondamenta dell’allora promettente centro polifunzionale, oggi invece spettrale ecomostro.

Lo stato di abbandono del Parco di Colli D’Oro, sommerso dall’erba alta e dai rifiuti, privo di attrezzature adeguate e sormontato da una struttura respingente, ha così cominciato pian piano a scoraggiare i suoi abitanti dal percorrerlo, perdendo la sua originaria funzione per la zona residenziale.

Vedere il parco in queste condizioni fa male al cuore – racconta il Signor Mancini – è un’area che potrebbe donare tanto ai residenti, come avvenne con le nevicate dell’85’ e di qualche anno fa. In momenti come quelli il Parco ha chiamato a sé persone che a malapena si conoscevano all’interno del quartiere e che hanno avuto così la possibilità di condividerlo e riappropriarsene”.

Anche se gli abitanti hanno notato il suo impegno solo recentemente, sono ormai 4 anni che Fabio Mancini si prodiga per Colli D’Oro. Da inizio primavera fino ai primi calori estivi, si arma infatti di buona volontà volontà e di comuni attrezzi da giardinaggio e sfalcia l’erba e gli oleandri che invadono il marciapiede.

Un’opera low cost, anzi no cost, visto che il Signor Mancini mette tutto di tasca propria. “Molte persone mi hanno ringraziato per quello che faccio, alcuni si sono dimostrati interessati anche a darmi una mano, ma nel momento in cui bisognava davvero mettersi d’accordo, ogni iniziativa sfumava così com’era iniziata”, confida amareggiato.

Restituiamo il parco al quartiere

Senza risorse e senza neanche un piccolo aiuto da parte dell’amministrazione, Fabio ha tentato la carta di chiedere una mano alla comunità locale. “Due anni fa appesi uno striscione fra gli alberi che recitava appunto ‘Riprendiamoci il parco’, sotto lasciai anche il mio numero di telefono. Mi chiamarono 2-3 persone al massimo, mi risposero ‘Ma chi te lo fa fare?‘”.

La risposta è nel desiderio di poter usufruire nuovamente di una bellissima area comune, significativa per un quartiere privo di veri e propri punti di aggregazione, che il parco potrebbe invece incarnare, incoraggiando gli abitanti a vivere il proprio territorio.

L’affetto di Fabio per il suo quartiere è così forte, da aver addirittura “desiderato per anni di vincere il Superenalotto e acquisire con i soldi della vittoria la concessione del parco, come prevedeva il progetto punti verdi di Rutelli, che abilitava l’acquisto di aree verdi da parte dei privati. Sognavo – racconta il Signor Mancini – di costruire all’interno del parco uno chalet per la ristorazione, un’area giochi per i bambini, un’area pic nic, una fitness e una per cani”.

Fra retake e sfalci

Se il sogno di Fabio deve scontrarsi con la dura realtà, il suo operato ha trovato invece una risposta incoraggiante. “Il 20 ottobre 2017 sono stato invitato a una giornata di decoro urbano organizzata dalla Pfizer, fui contattato personalmente nonostante le numerose associazioni che animano il quartiere, il che indica il valore di ciò che faccio e quanto ancora meglio si possa fare insieme, mettendo da parte le divergenze e imponendoci un obiettivo comune”.

Da qualche giorno, a dire il vero, il Signor Mancini ha trovato pochi, ma validi, aiutanti. Riceve infatti una mano da una coppia di residenti, come avvenuto lo scorso 24 aprile con la prima sfalciatura del 2018. “E’ bastato così poco perché la gente cominciasse di nuovo a fare footing, a camminare con i bambini… il Parco è tornato a accogliere i suoi abitanti che per mesi lo avevano dimenticato”.

Forse anche a causa di tristi episodi come quello di alcuni anni fa, ai danni di una ragazza di ritorno verso casa, che fu aggredita e trascinata proprio tra le sterpaglie del Parco. “Il giorno dopo trovai suo padre intento a recidere gli oleandri, ci siamo aiutati a vicenda, ma certe cose non dovrebbero succedere, non dovremmo pensare noi alla manutenzione del verde comune”.

Fabio tiene però a precisare che col suo operato non vuole colpevolizzare le autorità. “Il mio intento non è far polemica o scaricare le responsabilità. Voglio solo che la gente comprenda l’importanza del verde per Colli D’Oro, deve tornare a desiderarlo e a sentirlo suo, quanto sarebbe bello tornare a percorrerlo come una volta?”.

Barbara Polidori

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