Il Museo Crocetti, via Cassia 492, presenta “Le Forme Pensiero”, una doppia personale di Giancarlo Costanzo e Gualtiero Redivo, due artisti che utilizzano media differenti con uno sguardo attento allo sconfinamento del quadro nello spazio della vita e al confronto, spesso critico e intellettualmente ironico, con il mondo contemporaneo, con i mass media e con le dialettiche sociali del nostro presente.
L’inaugurazione si terrà sabato 5 maggio alle 17.30. La mostra, a ingresso gratuito, sarà visitabile fino a martedì 15 maggio dal lunedì al venerdì in orario 11-13 e 15-19. Il sabato dalle 11 alle 19. Domenica chiuso.
Perchè “Le Forme Pensiero”. Come ha scritto Lorenzo Canova nel catalogo, il titolo della mostra allude ai punti di contatto tra i due autori, che lavorano al confine tra pittura, oggettualità e concettualismo con una forte e decisa identità intellettuale dove è proprio il pensiero a prendere forma attraverso il pennello e gli inserti polimaterici utilizzati in modi differenti ma con molte affinità.
Così Giancarlo Costanzo dipinge con una stesura monocroma in cui si innesta l’elemento verbovisivo, un uso della scrittura che l’artista declina spesso in senso concettuale, in un costante dialogo con la grande storia della parola nel contesto delle arti visive nel corso del Novecento.
In questo senso Costanzo rivisita e rinnova elementi Pop e informali, inserendo le sue scritte all’interno di una pittura fluida e densa, segnata da un tratto libero e vibrante in cui le gocciolature assumono una precisa e forte connotazione linguistica. L
’artista compone dunque il suo personale palinsesto dove i quadri sono costruiti con cura e rigore attraverso sovrapposizioni libere e sapienti di pennellate, di inserti coloristici e di tagli geometrici che inquadrano con efficacia gli elementi che danno il senso finale all’intera opera.
Anche nelle opere di Gualtiero Redivo il titolo ha un valore speciale e destabilizzante che crea un cortocircuito tra immagine e testo, un voluto sfasamento tra le parole e le cose, in un’azione dove quello che si legge sembra non avere apparentemente alcuna relazione con il quadro.
In questo modo l’autore rende il suo nodo una metafora della complessità e delle sue stratificazioni che assume nel tempo forme e significati differenti, ponendosi sempre come fulcro delle opere, ma caricandosi di legami reali e allusivi che danno luogo ogni volta a un contesto nuovo e diverso, a un campo di riferimenti denso e ricco di valenze.
Redivo compone così le sue opere infatti attraverso la sutura di tensioni opposte, di polarità formali che alludono a dialettiche simboliche in una visione critica che dà senso a tutto il suo lavoro.
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