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Gabriele Sguigna neo presidente del Consorzio Due Ponti, gli artigiani su misura

consorzio due ponti Gabriele Sguigna
Galvanica Bruni

Lavorano in silenzio, senza clamori, giorno dopo giorno. Ogni mattina aprono le loro botteghe in via Camposampiero (zona Tor di Quinto) e fino a sera “manifatturano” senza sosta e con la passione di chi è nato per fare questi mestieri.
Sono gli artigiani del Consorzio Due Ponti, realtà di Roma Nord che non molti conoscono ma che andrebbe portata in palmo di mano: quando si parla di eccellenze e made in Italy, l’esempio lo trovate qui.

Il complesso, di cui ci siamo già occupati a marzo 2016, sorge su un terreno demaniale a ridosso di via Due Ponti. La prima concessione fu nel 1961. Oggi vi sono attive circa 40 aziende che danno lavoro a 600 persone all’interno dei capannoni dislocati lungo la stretta stradina.
Argentatura, cromatura, doratura, falegnameria, infissi, laccatura, lavorazione dell’acciaio, del marmo, restauro auto d’epoca, serigrafia, tappezzeria, tipografia, vetreria… un insieme di professionalità artigianali a misura di singolo cliente.

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Fra di loro si conoscono tutti, si chiamano per nome. Sembra di stare nella Firenze del Duecento, tranne per il fatto che questi artigiani non lavorano solo con sega e scalpello ma anche con macchinari di ultima generazione.

Le aziende hanno una clientela fidelizzata. Gli interni delle case di Roma Nord, da Vigna Stelluti a Vigna Clara fino a Fleming e Corso Francia, ma anche di varie ambasciate sulla Camilluccia, sono usciti quasi tutti da qui. Tendaggi, pavimenti, mobili, infissi. Alcune aziende hanno ordinativi da tutta la città ed anche da fuori.

L’area è aperta al pubblico. Da fuori, non sembra proprio un polo commerciale e infatti l’aspetto non rende giustizia all’importanza economica, sociale e occupazionale che ricopre. Nello spiazzo antistante l’entrata c’è addirittura un furgone paninoteca tipo quelli fuori dai concerti che fa da punto di ristoro semovente per i dipendenti. Che non sono solo operai e manovali ma anche impiegati amministrativi delle varie società consorziate.

Agli spazi si accede attraverso un cancello scorrevole che viene chiuso solo a partire dal tardo pomeriggio, alla fine della giornata lavorativa.
Noi lo varchiamo per incontrare il presidente del Consorzio Gabriele Sguigna, per un’intervista a tutto raggio in occasione della sua recente elezione.

37 anni, Gabriele Sguigna gestisce anche uno dei capannoni all’interno del quale operano una dozzina di società in regime di coworking. “Era il capannone di famiglia, uno dei primi a insediarsi in questo complesso“, ci dice.

Certo fa un po’ effetto che una realtà imprenditoriale così importante per Roma Nord viva nel quasi anonimato…

Fa effetto sì, ma nostro malgrado. In altre città probabilmente una realtà come questa sarebbe un fiore all’occhiello e un’area così sarebbe stata completamente recuperata. Qui ci sono aziende radicate sul territorio da più di cinquant’anni. Il problema è che non siamo mai stati regolarizzati.

Immagino sia difficile pensare d’investire se si è considerati “abusivi”

In questa situazione, tutto quello che uno volesse investire potrebbe andare perduto nel caso in cui fossimo costretti ad andarcene per un qualsiasi motivo. Metta il caso – per la verità remoto, stando la situazione attuale – in cui a Roma assegnino una Olimpiade. Potrebbero mandarci via e non potremmo opporci.

 Se non hai prospettiva capisco che determinate persone non riescano a pensare di investire, ad esempio nell’efficientamento energetico. Ma anche nelle pratiche più banali siamo penalizzati. Io, per dire, ho smaltito l’eternit della mia struttura, ho fatto tutto in modo regolare, con la ASL e tutto il resto, ma essendo “abusivo” non ho potuto beneficiare delle detrazioni. E’ una follia. Neanche un mutuo in banca si può chiedere.

Si è dato una risposta sul perchè dello stallo?

Negli anni abbiamo parlato con chiunque ma alla fine ciò che manca è l’interesse a fare le cose. La pubblica amministrazione si è sempre disinteressata della questione, nessuno ci ha mai messo nelle condizioni di regolarizzarci. Adesso il difficile è legalizzare ? Suvvia…

Di sicuro è una delle mie speranze e a questo indirizzerò i miei tentativi come presidente. Intanto siamo riusciti a dare in appalto la pulizia delle scarpate. Prima ognuno puliva per sè, adesso abbiamo iniziato a gestire in modo unitario questa fattispecie. Anche la segnaletica stradale per arrivare qui è una questione che affronteremo.

In effetti le indicazioni non sono esaurienti. C’è un cartello all’entrata ma solo per indirizzare verso le singole attività. Per chi arriva da fuori, invece, trovare l’entrata è più difficile. Ma è quello della pulizia il tasto più dolente per il Consorzio. Il complesso dà un’idea di provvisorietà.

Peccato, perchè le potenzialità sarebbero enormi. Potrebbe svilupparsi come un polo multifunzionale da visitare magari il sabato pomeriggio, con la famiglia, beneficiando di servizi e punti di ristoro. Con tutto ciò che ne conseguirebbe in termini di occupazione e recupero dell’area. Lo facciamo notare a Gabriele Sguigna

Basterebbe poco, in fondo…

Assolutamente. Basterebbe una concessione, un contratto d’affitto. Non dico 500 anni, si potrebbe cominciare con un decennale, un quindicennale, in modo da poter almeno fare un minimo di programmazione, iniziando dagli interventi più urgenti e poi eventualmente investendo più a lungo termine.

Le difficoltà sono anche figlie della miopia politica, non crede?

Farsi carico politicamente di una questione così non è facile ma può avere anche ricadute positive per un amministratore locale. Ci pensi: qui lavorano qualcosa come 600 dipendenti, un bacino di voti formidabile, senza contare le rispettive famiglie. Chi si facesse alfiere presso le istituzioni di questa battaglia potrebbe beneficiarne…

Gabriele Sguigna sa il fatto suo e sembra la persona adatta a portare avanti il discorso. Giovane, energico, modi cordiali ma diretti. E altresì pieno di idee, dotato di senso pratico e con una visione chiara per il futuro, se solo dipendesse da lui.

Si è dato una scadenza per questa mission ?

Il mandato di presidenza dura tre anni, ma ovviamente ci vorrà di più per un’ipotetica legalizzazione. Se io in questo lasso di tempo riuscirò almeno ad avviare qualcosa, bene, altrimenti posso anche passare il testimone. Non ho intenzione di stravolgere la linea della precedente gestione, lo stesso Aurelio Bruni (il precedente presidente, ndr) è presentissimo, crede nel bene del cambiamento, ed è rimasto nel consiglio. Magari aggiungerò qualcosa di mio, è un onere ma anche un onore.

L’imprenditorialità giovanile è un altro aspetto su cui l’attuale presidenza si concentrerà.

Avete intenzione di aprire ad altre realtà?

L’area è in continua espansione, fin dagli anni ’60. Da alcune vecchie planimetrie si vede che già allora c’erano i capannoni. Ma nel frattempo sono aumentati. Anche oggi stanno nascendo nuove aziende e c’è un passaggio del testimone tra vecchio e nuovo, con ragazzi giovani che aprono nuove attività. La vecchia guardia magari mantiene la proprietà dei locali ma lascia il comando ad aziende appena nate.

Quindi non è vero che i giovani italiani non hanno voglia di lavorare

Assolutamente no, e questa via ne è l’esempio.

In effetti basta guardare la dozzina di start-up che operano all’interno del capannone di Gabriele Sguigna. Ogni spazio è dato in gestione ad una diversa attività, ed entrando abbiamo visto solo ragazzi. Altro che fuga dei cervelli: saranno pure lavori manuali (non tutti, in verità) ma è sempre il cervello che fa muovere le mani.

Valerio Di Marco

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11 COMMENTI

  1. ma perchè rimanete tutti li dentro? cos’è questa moda “decadentemente romantica” di starevene rinchiusi li in quella via nemmeno presente su alcune mappe? non sarebbe piu’ dignitoso ,anche nell’otttica di espandere le vostre attività e di incentivare l’occupazione ,pretendere spazi piu’ visibili e decorosi che una vecchia strada dimenticata che fa tanto “ultimi sognatori non allineati” in mezzo alla “giungla” ,che di sognante e idealista ormai non ha piu’ nemmeno il nome?

  2. ma forse non sono mai stati regolarizzati perchè abusivi su terreno demaniale destinato alla realizzazione dell’anello ferroviario, opera forse strategica di interesse collettivo?

  3. Mi vien da ridere quando leggo di lamentele “ho smalito l’eternit, ho fatto tutto regolare”: in un paese normale sarebbe il minimo, scontato e da non pubblicizzare, per non essere considerati dei fuori legge ed iniziare una qualsiasi attività

    • @riccardo
      Certamente e’ normale smaltire in modo regolare….. e mi sembra che e’ stato dichiarato e fatto….ma se legge attentamente L intervista ,potrà facilmente capire che si metteva in risalto” la mancanza di poter aderire a detrazioni fiscali e eventuali mutui o finanziamenti” ….. o no? Perché scrivere per screditare, c è’ un motivo alternativo che fa gioco a qualcuno????????!!!!!!!

  4. ….leggere commenti cattivi e di basso livello , senza conoscere la realtà dei fatti e dei documenti , dopo 60 anni di storia fa’ male.
    Vi invito a contattare le aziende storiche del Consorzio per confrontarVi , documenti alla mano sui temi che hanno trasformato una realtà così importante per la città di Roma sia a livello economico che occupazionale, ad una zona abbandonata dalla politica.
    Anzi prego la Redazione di cercare di organizzare un confronto diretto con i vari Gabriele , Riccardo , Maria Grazia, Fabio , Piero e chiunque lo volesse , per chiarire spero in modo definitivo le loro dichiarazioni!!!!!! E’ facile parlare dietro ad una tastiera senza contraddittorio… no?????

    • si è vero,tutto giusto…ieri mi sono lasciando andare ,ero infuriato per la sentenza del TAR e non ho pensato bene a quello che scrivevo e a dove lo scrivevo..ho scritto letteralmente a occhi chiusi senza grano salis, me ne rendo conto.. mi sono “maccchiato” della nomea di Leone da TAstiera anche io XD..chiedo venia. non rispondo alle critiche nei miei confronti (se sono dirette a commenti che faccio io) quasi mai in ogni forum che frequento , pero’ si stavolta chiedo scusa pubblicamente per le esternazioni di getto…

      • Accettate le scuse almeno da parte mia, L aspetto volentieri per un caffè ed una chiacchierata, per mostrarLe Le prove evidenti della nostra buona fede e buona volontà . Spero che le Sue parole possano essere di buon auspicio verso una normalizzazione della zona , ma anche per la chiusura dell anello ferroviario in maniera corretta e coerente, ma non punitiva per ca. 800 famiglie .
        Un caro saluto.
        Francesco

  5. Buongiorno a tutti, sono Gabriele Sguigna, il nuovo presidente del Consorzio Due Ponti. Mi dispiace leggere nei Vostri commenti tutto questo astio nei confronti della nostra situazione che a quanto pare è poco chiara. Credo che il termine “abusivo” venga usato in maniera assolutamente impropria, in quanto, al momento del nostro insediamento, circa 60 anni fa, siamo stati autorizzati da concessioni. Vi assicuro che siamo i primi sperare nella regolarizzazione della nostra posizione. Nella regolarizzazione c’è prospettiva, cosa che noi, in questo stato non abbiamo. Nonostante ciò continuiamo a lavorare e a dare lavoro. Per quanto riguarda il tema caldo della chiusura dell’anello ferroviario, da oramai vent’anni si è trovato un tracciato alternativo, ma ugualmente funzionale, per garantire contemporaneamente la chiusura dello stesso e la salvaguardia di realtà come la nostra. Quindi, se tutto ciò non avviene, Vi prego non volercene attribuire la colpa. Evidentemente c’è una mancanza di fondi e di intese da parte dei diretti interessati. Comunque invito tutti a contattarmi per potere avere accesso a tutti quei documenti che chiariscano le idee sulla reale situazione dei fatti. Vi assicuro che dispiace doversi difendere quando in realtà si è la parte lesa. Buona giornata a tutti.

    • infatti è per questo motivo che mi sono scusato per primo,avendo commentato questo
      articolo per primo. non ho avuto tatto nel misurare le mie parole dettate,come avevo già detto a Francesco,dal mio essermi lasciato letteralmente andare allo sconforto e alla rabbia per la sentenza (provvisoria) del TAR del Lazio sulla vicenda di vigna clara che peraltro,come è ovvio, non interessa direttamente in questa fase il vostro consorzio . ho buttato un profluvio di parole senza senso a caso solo per cieca delusione e scoramento personale. e per questo porgo le mie scuse anche e soprattutto a Lei

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