Home VIGNA CLARA CeSMoT: “Stazione Vigna Clara, assurdo blocco del TAR”

CeSMoT: “Stazione Vigna Clara, assurdo blocco del TAR”

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Galvanica Bruni

Il CeSMoT – Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti – interviene in merito alla recente sentenza del TAR Lazio che ha “condannato” RFI  “a non disporre la riattivazione della linea ferroviaria Vigna Clara-Valle Aurelia-Ostiense”. 

“La recente sentenza del TAR che blocca la riattivazione della tratta ferroviaria per Vigna Clara ci lascia molto sorpresi e perplessi” dichiara Omar Cugini, presidente dell’associazione, secondo cui “in sostanza sembra che il TAR riconosca che l’interesse personale di pochi conta più del diritto alla mobilità di molti. Riteniamo che il TAR viola la costituzione ed è responsabile, insieme ai ricorrenti, di un ingente danno erariale. Senza dimenticare che si crea un pericoloso precedente: d’ora in poi chiunque si riterrà “disturbato” da una ferrovia potrà ricorrere al TAR e chiedere che venga sospeso il traffico”.

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“Se cosi fosse – aggiunge Omar Cugini – i romani meriterebbero di soffocare nello smog e trascorrere la loro vita fermi nel traffico. Siamo arrivati al punto che contano più i diritti di chi costruisce case ed attività commerciali senza rispettare le norme (la ferrovia esiste dagli anni 30, gli edifici dal 60/70),senza dimenticare che nel 1990 nessuno ebbe da ridire. Sono anche impensabili altri lavori sulla galleria, che è stata appositamente rafforzata e ristrutturata nel rispetto delle normative vigenti”.

“Come CeSMoT ribadiamo che il trasporto collettivo è il vero motore economico e sociale della città, l’egoismo uccide il trasporto collettivo e conseguentemente con questa sentenza TAR e cittadini di Roma Nord sono complici e carnefici della morte di Roma”.

“Auspichiamo – conclude Omar Cugini – che RFI e Comune di Roma ricorrano al Consiglio di Stato contro questa sentenza scandalosa e che un secondo grado di giudizio possa dare via libera ad un’opera strategica per la mobilità cittadina”.

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4 COMMENTI

  1. Nel mondo ormai ci sono ferrovie metropolitane che passano ovunque e qui non si riesce ad aprire una ferrovia dopo 30 anni perché forse ci potrebbero essere delle vibrazioni e rumori che disturbano 4 gatti. Probabilmente però ci meritiamo tutto questo, facciamo ridere.

  2. RFI Comune e Regione non devono gettare la spugna. Bisogna fare di tutto perchè si appellino contro la sentenza. La stazione va aperta, Roma Nord ha assolutamente bisogno di infrastrutture per il trasporto pubblico. Da maggio inoltre alla sede Telecom di Via Oriolo Romano si trasferiranno circa 2000 dipendenti moltissimi dei quali provenienti dal quadrante sud della città. Privarli di adeguati mezzi di trasporto per raggiungere la sede di lavoro sarebbe un fallimento per la classe politica locale che ha sempre sbandierato il proprio impegno per il trasporto pubblico. Abbiamo inoltre il dovere di fare tutto il possibile per ridurre il trafffico privato per ridurre l’inquinamento e i consumi di petrolio e non mi pare che in questo modo stiamo rispettando gli impegni presi da nostro paese in tal senso.

  3. Posso solo dire che aveva ragione un mio ex collega ferroviere quando diceva : ” CARO MIO IN QUESTO PAESE CHI PIU’ GRIDA LA VACCA E’ SUA ” è chiaro che ha sempre ragione chi fa sentire le sue grida nel posto più alto e naturalmente fra un po’ le stesse persone che protestano per i treni protesteranno per lo smog causato dal traffico stradale.

  4. Usare l’ Assurdo contro l’assurdo? Sarebbe mai giuridicamente e tecnicamente possibile superare la sentenza del TAR con una leggina da approvare a tamburo battente??

    Però bisogna ammettere che anche i TAR fanno delle cose buone. Ad es. di recente quello del Lazio ha confermato la piena validità dell’Ordinanza con cui il sindaco di Rocca di Papa aveva disposto la demolizione delle orrende antenne (abusive sotto ogni profilo: urbanistico/edilizio, paesaggistico, aree protette, ecc.) che da decenni sconciano la Vetta di Monte Cavo. Modestamente, quell’ordinanza si basava in gran parte su un mio studio, che metteva in luce l’impossibilità di ricorrere alla sanatoria edilizia nelle aree vincolate. PECCATO SOLO CHE PER DECIDERE CHE L’ORDINANZA ERA OK IL TAR ABBIA IMPIEGATO 11 (UNDICI) ANNI…….

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