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Isola Farnese, ancora chiuso il santuario di Portonaccio

Santuario di Portonaccio
Derattizzazioni e disinfestazioni a Roma

Si comunica che l’area archeologica Veio-Santuario di Portonaccio resterà chiusa per lavori di messa in sicurezza dal 25 settembre 2017 fino al termine degli stessi“. E una mano ignota ha aggiunto: “e quando c…. è il termine dei lavori?

Questo è quanto si legge nel cartello apposto sul cancello dell’area archeologica del Santuario di Portonaccio a Isola Farnese. Un cartello nel quale si dice pure che “verrà data tempestiva comunicazione della data di riapertura del sito” ma il fatto vero è che la chiusura è passata in sordina.

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Eccezion fatta per un avviso sul sito della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale, ente competente per questa area, e un lancio di agenzia stampa di metà settembre 2017 che non ha però trovato ampia eco sui quotidiani romani, l’avvenuta chiusura è nota a pochi.

Neanche il Comune di Roma ne è al corrente visto che sul sito capitolino 06068.it l’area archeologica viene data per aperta e visitabile.

cartello santuario di portonaccioE così ai turisti che vi si recano apposta non resta che tornare sui loro passi o addentrarsi nelle bellissime campagne circostanti per una passeggiata naturalistica ma non archeologica.

Ultima spes, due passi nel Borgo antico di Isola Farnese, un vero gioiellino di origine mediovale la cui visita se non potrà ripagare della voglia di archeologia sicuramente rasserenerà l’animo.

L’importanza del santuario di Portonaccio

A poche centinaia di metri dalla “Cascata della mola”, al termine di un ripido sentiero che si snoda tra boschi di lecci, si trova l’area archeologica dell’antica città di Veio, con il santuario di Portonaccio dedicato a Minerva, tra i più antichi e venerati di tutta l’Etruria che sorgeva immediatamente fuori della città su un ripiano che si affaccia a picco sul fosso della Mola.

Il nucleo più antico, situato all’estremità orientale del ripiano, era legato al culto della dea Menerva, la latina Minerva, venerata sia nel suo aspetto oracolare che in quello di protettrice dei giovani e del loro ingresso nella comunità.

In onore della dea furono eretti verso il 540-530 a.C. un tempietto a semplice cella, un altare quadrato con fossa dei sacrifici, un portico e una gradinata di accesso dalla strada.

Eccezionale lo splendido donario in terracotta policroma raffigurante l’apoteosi di Ercole, introdotto tra gli dei dell’Olimpo dalla sua protettrice Minerva, eseguito verso il 500 a.C.

Nella parte occidentale del santuario fu eretto verso il 510 a.C. il tempio a tre celle di tipo tuscanico ornato dall’eccezionale apparato decorativo in terracotta policroma di cui facevano parte le statue di Apollo ed Ercole. Il tempio fu affiancato da una grande piscina, alimentata da un apposito cunicolo e da un vasto recinto retrostante che racchiudeva un bosco sacro.

Prima o poi l’area riaprirà, non perdetevi l’occasione di visitarla.

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