Una delle innumerevoli attrattive di una città come Roma è il fatto che passeggiando ci si può facilmente imbattere in magnifiche opere architettoniche, anche nelle zone più mondane e commerciali.
È il caso, per esempio, di Ponte Milvio, centro della mondanità notturna dei giovani di tutta Roma. I poli di aggregazione il piazzale e via Flaminia, dove, quando il sole cala e si chiudono le serrande dei negozi, si accendono i lampioni su un viavai di persone che si aggirano fra locali alla moda, cocktail bar e ristoranti.
Ed è proprio tra un bistrot e l’altro, nel cuore di via Flaminia, che si erge in tutto il suo splendore Castello Brasini, un vasto edificio costruito tra gli anni ’20 e gli anni ’30 all’interno del quale ora è possibile organizzare eventi e serate.
Il palazzo è stato realizzato da Armando Brasini, l’architetto alchimista, come residenza personale: doveva ricoprire il ruolo di “casa-bottega”, espediente molto utilizzato dagli artisti tra Otto e Novecento al fine di mostrare fama e valore artistico personali.
La sua concezione artistica dell’architettura si contraddistingue per l’unione di diversi stili, caratteristica che genera in chi lo osserva un senso di magnificenza e una potenza visiva che lascia meravigliati e, a tratti, inquietati.
L’edificio, infatti, è alto sei piani, ha in cima un’imponente torre poligonale alla cui base si trovano maestose colonne decorate con ghirigori barocchi, e sulle sue mura si possono scorgere moltissimi bassorilievi, busti, decorazioni e incisioni dal significato esoterico ed enigmatico.
Armando Brasini ha vissuto a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, morendo a Roma nel 1965. Oggi viene ricordato come uno dei più noti architetti italiani del Novecento, distinguendosi anche per il suo stile estremamente eclettico e visionario, utilizzato in un’epoca in cui l’architettura italiana seguiva le correnti del Monumentalismo e del Razionalismo; stili facilmente riscontrabili in molti monumenti storici risalenti al ventennio fascista presenti proprio sul territorio di Ponte Milvio.
Nella zona di Roma Nord si concentrano alcune delle sue opere più importanti quali la chiesa del Sacro Cuore Immacolato di Maria a piazza Euclide, Villa Manzoni su via Cassia, l’ingresso monumentale del Giardino Zoologico a Villa Borghese, il Ponte Flaminio, il villino realizzato per il tenore Beniamino Gigli nel quartiere Parioli.
Ma sicuramente la più eccentrica resta quella che costruì per sé, Villa Brasini, in seguito comunemente definita “castello” o “castellaccio”, proprio a causa della sontuosità e dell’eccentricità artistica della costruzione.
Per la precisione, il castello che si apre a poche centinaia di metri da Ponte Milvio è composto da due costruzioni: Villa Flaminia, che affaccia su via Cassia, realizzata per prima nel 1925; e Villa Augusta, la cui entrata si trova in via Flaminia, aggiunta nel 1933 su un terreno acquistato solo in seguito, e così chiamata in onore della moglie di Brasini.
Entrando all’interno del castello si ha come l’impressione di addentrarsi non solo in un altro quartiere, ma addirittura in un’altra città, e in un’altra epoca.
Attraverso un ampio viale si giunge a una vasta scalinata, la quale porta a sua volta a un ninfeo adornato dalle sculture di Silvio Canevari, statue e monumenti marmorei, fontane e balaustre.
Lo stile dell’architetto, volutamente anacronistico, richiama l’antico splendore del fervore artistico barocco; e il suo legame con l’alchimia e l’esoterismo, attraverso i quali possono essere interpretati le decorazioni e la megalomania della sua arte, donano all’atmosfera un’aura di mistero.
Nei decenni successivi alla sua costruzione, infatti, Villa Brasini è stato oggetto di numerose leggende popolari.
Le prime dicerie videro protagonisti l’architetto e il suo stile fortemente influenzato dalla passione per l’alchimia e l’esoterismo: si credeva dunque che le intriganti decorazioni, le incisioni, i bassorilievi, e la forma architettonica maestosa e sinistra dell’edificio fossero stati edificati in chiave esoterica dal loro ideatore.
In seguito, si disse che durante la Seconda Guerra Mondiale, Villa Augusta venne sequestrata dai tedeschi e utilizzata dalla Gestapo come luogo di interrogatori e torture.
Oggi l’enorme costruzione, la cui vastità è riempita da giardini verdi e ben potati, scaloni di marmo, cortili interni e statue disseminate per i viali, è protetta da cartelli e guardie giurate che tutelano la privacy delle celebrità e delle persone note che abitano i suoi appartamenti.
Alcune zone, però, sono rimaste più accessibili dal momento che ospitano uffici ed esercizi commerciali.
All’interno delle più belle sale di villa Brasini, inoltre, è possibile organizzare eleganti eventi attraverso i quali il gusto antiquario e gli stucchi di versi stili e periodi delle stanze possono finalmente godere di vita nuova.
I marmi e gli antichi affreschi che decorano i pavimenti, i soffitti e le pareti, ritornano sotto le luci della ribalta. Cambiano, si trasformano e rinascono, senza perdere la loro antica bellezza, ma aggiungendo a essa lo scintillante universo della mondanità.
L’utilizzo che oggi viene fatto delle sale di castello o villa Brasini racchiude simultaneamente la dualità culturale e mondana di Ponte Milvio, ospitando non solamente feste e serate, ma anche eventi culturali, mostre d’arte, concerti e manifestazioni a scopo di beneficenza e sostenibilità.
Camilla Palladino
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C’è la possibilità di visitarla in certi giorni e orari? E a chi ci si deve rivolgere? Grazie e complimenti per l’articolo.
Brava molto interessante! Ora la guarderò con più interesse, anche se fuggevolmente mi aveva sempre interessato.grazie