Home PONTE MILVIO Un anno fa il crollo a Ponte Milvio, “ma nulla è cambiato”

Un anno fa il crollo a Ponte Milvio, “ma nulla è cambiato”

Periti al lavoro nell'area delle fondamenta della palazzina crollata a Ponte Milvio
Galvanica Bruni

Nella notte fra il 23 e il 24 settembre 2016 crollava parzialmente la palazzina di via della Farnesina 5, a Ponte Milvio, poi abbattuta definitivamente lo scorso 9 gennaio.

A distanza di un anno, al suo posto c’è un grande cratere e le famiglie che vi abitavano sono ancora in attesa che si faccia luce e chiarezza e sulle cause e sulle responsabilità. Intanto, hanno dovuto pagar di tasca loro i costi della demolizione mentre, chi in affitto da una parte chi ospite di parenti dall’altra, sperano che prima o poi possano ricostruire la loro palazzina.

Continua a leggere sotto l‘annuncio
I periti nell'area delle fondamenta della palazzina crollata a Ponte Milvio
I periti nell’area delle fondamenta della palazzina crollata a Ponte Milvio

La signora Gioia Magrini viveva in quella palazzina. Per evitare, dopo questo lungo e sofferto anno, “che tutto finisca nel nulla e che non sapremo mai perché la nostra vita è stata sconvolta” ha inviato alla nostra redazione una lettera aperta. La ospitiamo volentieri pubblicandone il testo integrale.

“Dopo un anno nulla è cambiato”

“Chi scrive è una condomina della palazzina di Via della Farnesina 5, crollata a Roma il 24 settembre 2016. E’ passato un anno dal crollo e, a parte la demolizione dell’edificio e la rimozione delle macerie, sostenute interamente da noi condomini senza alcun aiuto da nessuna istituzione pubblica, in quest’anno non è cambiato praticamente nulla dal giorno del disastro.

Non si sa nulla dell’inchiesta della Procura di Roma, che è ancora in corso, non si sa nulla del destino delle due palazzine adiacenti, ancora evacuate, e soprattutto, noi proprietari della palazzina crollata non sappiamo ancora nulla di quale sarà il nostro futuro.

Nel nostro edificio non alloggiavano “i ricchi che abitano a Ponte Milvio”, come alcuni danno ad intendere, ma persone che si guadagnano da vivere col loro lavoro (quando c’è!), e che avevano nella propria abitazione, che per quasi tutti era la prima e unica casa, la sola sicurezza in tempi difficili come questi.

In conseguenza del crollo, non abbiamo perso soltanto il nostro appartamento e tutto ciò che conteneva, ma anche i nostri ricordi, la nostra quotidianità, la nostra serenità. La nostra situazione non è diversa da quella dei terremotati, anche se, ringraziando il cielo, noi non abbiamo avuto morti e fortunatamente non dobbiamo piangere i nostri cari, anche se c’è mancato poco a dire il vero!

Però, a differenza dei terremotati, noi non abbiamo avuto nessun tipo di aiuto dalle istituzioni e abbiamo dovuto affrontare tutto da soli, scontrandoci con insormontabili ostacoli burocratici, e dando fondo a tutti i nostri risparmi per pagare le spese provocate da questo funesto evento.

Oltre agli ingenti costi per la ditta che si è occupata della demolizione e le parcelle per uno stuolo di ingegneri, geologi, e tecnici vari che stiamo ancora pagando, in questo anno ci siamo dovuti sobbarcare anche delle spese per l’affitto di una nuova abitazione, che non sappiamo per quanto ancora dovremo sostenere, visto che non conosciamo i tempi che ci vorranno per la ricostruzione della nostra casa. E anche quella dovrà essere fatta totalmente a spese nostre?

Non nascondo di essere piuttosto preoccupata per la vecchiaia, che per me, che ho più di sessant’anni, è molto prossima!

In questi lunghi mesi, abbiamo assistito a trasmissioni televisive e letto articoli sui giornali in cui si sono prospettate diverse ipotesi sulle cause del crollo, ipotesi assolutamente campate in aria, fatte in gran parte da persone che non avevano la minima conoscenza della situazione del nostro palazzo. Si è addirittura parlato di un cedimento strutturale dovuto a modifiche effettuate nelle cantine, che fra l’altro da noi non esistevano!

E ultimamente alcuni giornali hanno riferito di una relazione dei tecnici incaricati dalla Procura che parla di “terreno friabile, della presenza di un canale di scolo sotterraneo dimenticato” nei documenti ufficiali, e di un problema di manutenzione delle fognature con relative perdite che hanno indebolito le già precarie fondamenta”.

Ad oggi, noi proprietari della palazzina non abbiamo ancora avuto accesso a nessuna relazione, quindi non sappiamo se sia vero quanto scritto sui giornali, ma l’unica cosa di cui siamo sicuri è che nessuno ha mai fatto lavori che potessero compromettere la stabilità dell’edificio, come invece è successo nel palazzo semi-crollato al Flaminio, e abbiamo sempre svolto la manutenzione ordinaria e straordinaria necessaria per la sicurezza della nostra casa. Anche perché saremmo stati dei pazzi a non farlo, visto che saremmo stati noi e i nostri cari a rischiare di restare vittime della nostra stessa incuria!

Ci auguriamo che la stessa diligenza con cui noi abbiamo sempre curato la struttura del nostro palazzo, sia stata usata anche da altri nel curare le strutture di propria competenza, anche se, devo dire, in quest’anno abbiamo assistito a innumerevoli scoppi di tubi dell’acqua con allagamenti delle strade attigue alla nostra, abbiamo visto svolgere spurghi e ispezioni fognarie ripetute per giorni e giorni nei tombini adiacenti al nostro palazzo, e una serie di riparazioni che mai, negli anni precedenti al crollo avevamo visto effettuare.

E non posso dimenticare che 48 ore prima del disastro c’era stata un’interruzione della fornitura idrica per più di 12 ore, e che quando l’acqua era stata ripristinata, nell’appartamento di una palazzina attigua alla nostra erano saltate le valvole della caldaia, e poche ore dopo, una finestra del mio appartamento e la mia porta d’ingresso non si chiudevano più bene. La mattina successiva si è formata la crepa nell’appartamento del piano terra per cui sono stati subito chiamati i Vigili del Fuoco, e la notte il palazzo è crollato!

Tutte le nostre speranze per conoscere la causa del disastro che ci ha colpiti e per avere giustizia sono riposte nella Procura di Roma e nei consulenti tecnici a cui il Pubblico Ministero ha affidato le indagini, perché quel che noi sappiamo per certo è che in quel palazzo, costruito come quelli adiacenti più di 60 anni fa, non si era mai presentato nessun segnale che potesse far pensare a problemi di stabilità, tanto che, appena si è manifestata quella prima crepa, abbiamo provveduto immediatamente a chiamare i Vigili del Fuoco, che fra l’altro hanno evacuato solo parte della palazzina lasciando dentro 5 famiglie e dando la garanzia che non correvano rischi.

Il mio maggior timore, dopo questo lungo e sofferto anno, è che tutto finisca nel nulla e che non sapremo mai perché la nostra vita è stata sconvolta.”

© RIPRODUZIONE RISERVATA

1 commento

  1. secondo me dovrebbero trovare una sistemazione alle famiglie in altri palazzi ma li non costruire di nuovo un palazzo visto che li sono tutti attaccati, non c’è spazio, è infantile ricostruire solo perchè già c’era. trovo più maturo fare un area verde o un parcheggio visto che ponte milvio ne ha bisogno. Ma questa è solo la mia opinione che capisco da molti non verrà capita.

LASCIA UN COMMENTO

inserisci il tuo commento
inserisci il tuo nome