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19mila imprese romane pagano una tassa non dovuta

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Duca Gioielli

Sono ben 19mila le imprese romane del settore produzione che pagano una tassa sullo smaltimento dei rifiuti speciali non dovuta.

E’ quanto denuncia la CNA di Roma, a seguito di una recente sentenza della Commissione Tributaria, sostenendo che si tratta di una “imposizione che pesa non poco sulla competitività di queste aziende e che si aggiunge a una tassazione base sui rifiuti già molto elevata che porta un esercizio commerciale della Capitale, a parità di metratura e medesima attività, a pagare all’amministrazione comunale più del doppio (talvolta quasi il triplo) rispetto a Milano”.

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Il fatto

La Commissione Tributaria di Roma, nell’udienza dello scorso 5 luglio, a seguito del ricorso presentato da un’azienda di riparazione pneumatici, assistita dalla CNA di Roma, ha stabilito che le superfici dove si producono rifiuti speciali non sono soggette a tassazione.

Tassa che invece oggi sono costrette a pagare ben 19mila imprese.

“Il ricorso – spiega la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa di Roma, – si era reso necessario in quanto il Campidoglio, nonostante le proposte avanzate dalla CNA sia all’amministrazione guidata da Ignazio Marino che a quella dell’attuale Sindaca Virginia Raggi, non ha voluto adeguare il Regolamento Capitolino sui Rifiuti alla Legge n. 147/2013 che prevede la non tassabilità delle aree in questione. Basti pensare che le aree dove si producono rifiuti speciali oggi tassate, si estendono per circa 133mila mq., per un valore economico complessivo di oltre 13 milioni di euro”.

Le richieste di CNA

Alla luce di quanto stabilito dalla Commissione Tributaria, il  Presidente della CNA di Roma, Michelangelo Melchionno, chiede di modificare in tempi brevi il regolamento comunale, di evitare, dunque, una doppia tassazione non dovuta alle imprese interessate e di aggiungere anche una norma che favorisca l’emersione e la riduzione dell’elusione.

Non solo. “A Roma – spiega la nota di CNA – la tassazione sui rifiuti a carico delle imprese ha subito una vera e propria impennata dal 2003 a oggi.
Qualche esempio. Un laboratorio artigiano è passato da una imposizione di 6,09 euro a mq del 2003 a una di 10,57 euro a mq nel 2016 per un aumento pari al 73,5%.
Va ancora peggio per i ristoranti che, nel 2003, pagavano 22,7 euro a mq e ora si ritrovano a pagare ben 42,37 euro a mq per un aumento monstre pari all’86,1%.”

Roma batte Milano, 2,5 volte in più. “Ecco, poi, due esempi indicativi sulla differenza, in termini di tassazione, del fare impresa a Roma o a Milano” spiega ancora la CNA mettendo a confronto la Città Eterna con la Capitale del Nord.

“Un bar con superficie totale di 230 mq nella Capitale spende, solo di tariffa rifiuti, 8.173 euro l’anno a fronte dei 3.656,30 euro dello stesso bar a Milano. Una differenza di ben 4.516,70 euro ovvero 2,24 volte l’importo che si paga sotto il Duomo.
Un carrozziere a Roma, con un locale di 335 mq totali, spende 3.630,50 euro l’anno di tariffa rifiuti a fronte dei 1.466,35 che invece pagherebbe a Milano. Una differenza, in questo caso, di 2.164,15 euro pari a 2,5 volte l’importo”.

 

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