“Abbiamo appreso la notizia che sono arrivati al River 50 profughi adulti uomini. Non sappiamo se l’accoglienza sia provvisoria o si stia pianificando l’apertura di un nuovo centro di accoglienza. Ciò che ci lascia basiti è come sia possibile che nel trimestre di proroga al River, per favorire la fuoriuscita degli ospiti rom, possa partire un nuovo progetto di accoglienza.”
Così in una nota il Comitato via Tiberina, costituitosi pochi mesi fa per tutelare gli interessi dei residenti e per rappresentare un valido interlocutore nei riguardi dell’amministrazione locale, ricordando che “sono dieci anni che i residenti di Via Tiberina e più nello specifico i residenti di Via Tenuta Piccirilli vivono alle prese con fenomeni di illegalità diffusa, con problemi di sicurezza, in un ambiente fortemente degradato”.
“L’area dove sorge il Campo River e che vede adesso anche l’arrivo di migranti è una zona di espansione Tevere a rischio idrogeologico, come comunicato dall’Autorità di Bacino del Fiume Tevere che ha informato che il Campo River ricade all’interno di una zona a rischio di esondazione del Tevere, e che tale area è identificata come “cassa di espansione” delle piene del Tevere apponendo il vincolo di inedificabilità e tutela integrale della suddetta area, basti ricordare che nel gennaio 2014, la suddetta zona venne evacuata causa alluvione che colpì il nostro territorio. Inoltre, la zona dove è sito il River è una zona che attende da anni il completamento dei lavori per la realizzazione della rete fognaria e della rete idrica, sono assenti il gas e i servizi basiliari, sono presenti d’altro canto numerose discariche a cielo aperto e il fenomeno della prostituzione”.
“Sino ad oggi – ricorda il Comitato – siamo vissuti in condizioni intollerabili e di forte precarietà, ci siamo fatti carico di problematiche a tempo indefinito e in cambio il governo della città è sparito. In merito a quanto scritto, Via Tenuta Piccirilli è un’area che non può prendersi carico di una situazione di emergenza, quale quella che si sta delineando in questi ultimi giorni”.
“La battaglia da noi intrapresa è una battaglia volta alla salvaguardia del rispetto e tutela della dignità delle persone. Chiediamo quindi garanzie, chiarezza e serietà da parte delle istituzioni. Vogliamo, inoltre, avere chiarimenti e delucidazioni in merito al tipo di centro che dovrebbe nascere, alle persone che dovrebbe arrivare e al tempo di permanenza previsto”.
“I residenti – conclude la nota – sono spaventati da questo nuovo quadro che si sta prospettando e pretendono risposte celeri e chiare e in tal senso il Comitato Via Tiberina si preserva la possibilità, ove necessario, di muoversi attraverso vie legali”.
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