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Morte Ciro Esposito, sconto di pena per De Santis: da 26 a 16 anni

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Galvanica Bruni

La Corte d’Assise  d’Appello di Roma ha ridotto la pena a Daniele De Santis, l’ex ultrà della Roma condannato per l’omicidio di Ciro Esposito, il giovane tifoso del Napoli ferito gravemente il 3 maggio 2014 in viale Tor di Quinto, poco prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli, e morto al Policlinico Gemelli dopo un’agonia durata 53 giorni.

Un anno fa, a maggio 2016, De Santis era stato condannato in primo grado a 26 anni di carcere (i PM avevano chiesto l’ergastolo), oggi ridotti a 16.

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La difesa ha puntato la sua requisitoria sulla legittima difesa e ha convinto i giudici. Lo sconto di pena concesso a De Santis si spiega con l’assoluzione dal reato di rissa e con l’esclusione dell’aggravante dei futili motivi e della recidiva.

Il fatto avvenne poche ore prima della finale di Coppa Italia, match che fu preceduto da violentissimi scontri nel corso dei quali Daniele De Santis, uscito improvvisamente dal cancello del civico 57B, un’ampia area occupata da anni abusivamente da diverse associazioni anche di stampo politico e poi totalmente sgomberata a luglio 2015, fece fuoco.

Ciro Esposito morì “per insufficienza multiorganica non rispondente alle terapie mediche e di supporto alle funzioni vitali”, spiegò in una nota Massimo Antonelli, direttore del Centro rianimazione del Gemelli, dove Ciro era ricoverato da 53 giorni.

Incredibile… 10 anni di sconto per chi uccide un ragazzo. E’ tutto assurdo anche se, in ogni caso, ha retto l’impostazione della sentenza di primo grado. E’ un minimo di giustizia anche se l’assassino di Ciro Esposito dovrà scontare solo 16 anni di carcere” ha detto l’avvocato Angelo Pisani che, assieme al fratello Sergio, tutela gli interessi della famiglia di Ciro.

Sono stati assolti, invece, gli altri due imputati, amici della vittima, Gennaro Fioretti ed Alfonso Esposito, che rispondevano del reato di rissa e che la corte d’assise aveva condannato a 8 mesi ritenendoli colpevoli di di essersi avventati sul De Santis colpendolo a calci e pugni.

Qui in calce tutti gli articoli con le tappe della vicenda.

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1 commento

  1. Ci sono passato più volte dove è stata posta la lapide in ricordo di questo ragazzo, ennesima vittima innocente della furia calcistica delle tifoserie di tutta Italia. Premetto che ho una avversione autentica nei confronti della tifoseria della Roma e dei Romanisti. Avversione e rabbia anche perché totalmente sordi ed indisponibili a cambiare anche di fronte a fatti gravi ingiustificati per una partita di calcio e/o per una squadra di calcio, si sono spesi i migliori politici, intellettuali, le stesse società, le forze dell’Ordine per cercare di capire la ragione di questi comportamenti. L’enormità, la gravità di questa ultima tragedia giustifica senza appello la sospensione del campionato di calcio serie A e B almeno per 10 anni, anzi 16 anni perchè non si capisce proprio sulla base di quale logica si continui a considerare oggi 2017, 80 anni di pace e di benessere, il campionato di calcio più importante delle vittime innocenti delle tifoserie delle squadre di Calcio.
    Non si tratta di chiedere gesti di umanità, si tratta, dopo i daspo, le partite senza pubblico, il terzo tempo e tutto quello che è stato escogitato, di prendere atto che questo popolo è in grave crisi perché non in grado di gestirsi neanche come tifoso (aggettivo/sostantivo che deriva da malato di Tifo grave malattia che altera il comportamento), altro esempio tragico e drammatico di cui sono testimone e vittima è la mutazione della tifoseria della lazio diventata negli anni sempre più simile ad un’organizzazione di fascistoidi e anche a questi “non glie mancava da magna!”
    Niente che appartenga a me o alla mia memoria.

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