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Simonelli, bilancio di 365 giorni alla guida del Municipio XV

Stefano Simonelli
Stefano Simonelli
Galvanica Bruni

Oggi inizia un viaggio tanto meraviglioso quanto difficile. E’ un viaggio che dobbiamo percorre tutti insieme, unendo le nostre energie, quel senso di rispetto e di amore per la nostra città, per il nostro territorio e per il bene comune che ogni giorno stanno prendendo sempre più forza nelle nostre coscienze“.

Parole di Stefano Simonelli all’indomani della sua elezione alla presidenza del XV Municipio decretata dal ballottaggio del 19 giugno 2016.

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Un’elezione a sorpresa? Va infatti ricordato un particolare: nel primo turno, nei 144 seggi del XV Simonelli prese circa 5mila voti in meno di Virginia Raggi, come a dire che cinquemila elettori ritennero il M5S maturo per governare la città ma non il municipio.

Poi, nel ballottaggio, avvenne l’exploit: col 58,6% pari a 31.826 voti (ben 17.217 in più di quelli ottenuti al primo turno e raccogliendoli a man bassa anche nel bacino elettorale del centro-destra) a 49 anni si ritrovò catapultato a dirigere il più grande municipio di Roma.

Nativo di Bolzano ma residente a Roma da sempre, Simonelli vive nel territorio del XV dal 1998, prima a Grottarossa e poi a Prima Porta. Due zone non scevre da problemi sociali, urbanistici e ambientali la cui conoscenza gli hanno consentito di sedersi sulla poltrona da mini sindaco con un minimo di background alle spalle.

A distanza di un anno gli chiediamo di fare il punto su questa esperienza.

Lo incontriamo per un aperitivo nello stesso locale dove il 18 maggio 2016 prese corpo la sua avventura: là, infatti, quel giorno il Movimento presentò la lista dei candidati al XV e il candidato presidente.

Presidente,  torniamo a quel 19 giugno: in tutta franchezza, se l’aspettava di essere eletto? E di raccogliere anche i voti “anti PD a prescindere”?

No, non me l’aspettavo proprio, soprattutto in un territorio dove il radicamento delle forze politiche a noi contrapposte è molto forte. Prevedevamo di raggiungere un buon risultato ma di essere eletto presidente proprio no.

Per quanto riguarda la seconda domanda, anche se con un po’ di rammarico la risposta è sì, me l’aspettavo. Il rammarico è dovuto al fatto che sono personalmente contrario a chi agisce per andare “contro” e non “verso”.
Questo modo di votare, accompagnato a volte dall’espressione “meno peggio”, è per me poco digeribile.

Nella nostra intervista prima del ballottaggio lei disse che le priorità del territorio erano il decoro, i rifiuti, l’insufficienza di mezzi pubblici… In (più o meno) 365 parole ci dica cosa ha fatto in questi 365 giorni.

Rifiuti, nota dolente del nostro territorio e di tutta la città per tanti anni. Intanto non chiamiamoli più rifiuti ma materiali post-consumo, che possono diventare nuovamente risorse in grado di creare nuovi posti di lavoro green e che sviluppano una vera economia circolare nel rispetto dell’ambiente.

Oggi la città produce 1 milione e 700mila tonnellate di rifiuti e per questo la Giunta Capitolina ha varato un piano col quale avviare una vera e propria conversione ecologica ed economica dove Municipi, cittadini, imprese, associazioni e tutti i soggetti sociali di Roma saranno protagonisti.

Anche in XV stiamo lavorando per attuarlo. Prossimamente apriremo due isole ecologiche, una in zona Cesano-Osteria Nuova e l’altra a Tor di Quinto.
Crediamo fortemente nella differenziata stradale (il porta a porta è difficile attuazione nei quartieri a forte densità abitativa e urbanistica) e per questo abbiamo chiesto ad AMA di aggiungere 700 nuovi cassonetti sul territorio e altri ancora ne arriveranno.

Perchè la differenziata funzioni serve però anche un cambio di passo nella mentalità dei cittadini. E’ necessario capire che la prima differenziazione deve avvenire in casa, che la raccolta così fatta è l’unica strada percorribile, che gettare un sacchetto nel cassonetto sbagliato è un danno all’ambiente in cui viviamo. Senza questo salto di qualità che ognuno di noi deve fare qualsiasi sforzo sarebbe vano.

Sui trasporti pubblici il Municipio poco può incidere ma tanto può indirizzare segnalando ad Atac le criticità del territorio.

Approfitto quindi di questa intervista, se me lo consente, per chiedere una mano ai cittadini: qualsiasi problema riscontriate sul territorio segnalatelo all’URP del Municipio.

Mi spiego meglio: serve a poco lamentarsi sui social, fatelo pure se volete ma scrivete anche all’URP a questo indirizzo: ld.mun15@comune.roma.it.

Ogni segnalazione sarà attentamente valutata e riscontrata e solo con la collaborazione dei cittadini possiamo monitorare anche i più piccoli problemi a cui dare soluzione.
Se posso sintetizzare, direi che lo slogan è “meno facebook più Urp”.

Croce o delizia, il Piano di Massima Occupabilità di Ponte Milvio firmato M5S ha tenuto banco sui giornali e sulle  scrivanie del TAR.  Lei se la sente di dire come Shakespeare: “molto rumore per nulla?”

Sì, me la sento, l’aspetto mediatico della vicenda è stato di gran lunga sproporzionato.  Su piazza Ponte Milvio andava fatto ordine, è indubbio, e i benefici del PMO oggi sono visibili a tutti.

C’è più disciplina, la piazza è più fruibile, gli stessi operatori commerciali hanno capito che il Piano di Massima Occupabilità è stato un vantaggio per tutti.

Sì, però la piazza langue, gli facciamo notare spiegandogli che a parer nostro non basta spostare tavoli e dehors e che per ridarle lustro serve un progetto più ad ampio respiro che guardi al suo futuro.
Servono iniziative a ciclo continuo come esposizioni di artisti, concerti all’aperto, performance di artisti di strada, itinerari culturali, visite guidate alla scoperta dei segreti locali…
Serve una programmazione come quella dell’Estate Romana che duri però dodici mesi
.

E allora approfitto nuovamente di questa intervista e del fatto che il vostro è un quotidiano molto letto per dare un messaggio chiaro: nessuno pensi che io e la mia giunta vogliamo che Ponte Milvio muoia, tutt’altro.

Abbiamo preso delle iniziative che a prima vista sembravano drastiche ma che ora stanno dando i loro frutti. E altre ancora ne verranno.

La nostra idea è di “verticalizzare” Ponte Milvio decentrando e creando nuovi punti e spunti di aggregazione seguendo la linea del Tevere. Una piazza allargata e non più concentrata su sé stessa.

Beh, detta così non sembra male. Ma in soldoni cosa significa?

Le faccio un solo esempio. Ha presente l’area del Foro Italico subito dopo largo Maresciallo Diaz dove ogni anno si tiene una manifestazione legata ai vini? Bene, quell’area viene utilizzata per 30-40 giorni l’anno e poi basta. Noi stiamo lavorando perchè viva di socialità 365 giorni l’anno con eventi a rotazione.

E ha presente l’area dell’ex deposito giudiziario di auto oggi abbandonata? Lì potrebbe nascere un parcheggio dedicato.
Ecco cosa intendo quando dico una piazza allargata. E questo è solo un esempio…

Sì, però dopo le luci ci sono le ombre: sulla piazza le bancarelle e furgoni sono sempre lì e la Torretta Valadier, dopo gli annunci di febbraio (“sarà riaperta prestissimo!”), è ancora chiusa…

Lei sa bene, direttore, che il Consiglio Municipale ad aprile ha deliberato lo spostamento  degli ambulanti – tecnicamente chiamati “rotazionali” perchè ruotano ogni giorno di piazza in piazza – che dovranno lasciare il marciapiede di piazzale Ponte Milvio per trasferirsi nel vicino Largo Maresciallo Diaz, furgoni compresi.

Attuare la delibera spetta però al Dipartimento capitolino al Commercio e noi gli stiamo “col fiato sul collo” perchè ciò venga fatto nel più breve tempo possibile.

Per quanto riguarda la riapertura della Torretta Valadier, gli annunci di febbraio fatti da alcuni consiglieri della maggioranza sono stati un eccesso di entusiasmo dettato dalla voglia di restituire questo monumento ai cittadini.

In realtà i problemi tecnici e di sicurezza da superare non sono pochi per cui dico “se” e non “quando” verrà riaperta occorrerà prima decidere anche la destinazione, che uso farne: riaprirla per riaprirla non serve a nulla.

Appena eletto lei disse che “stabilire un rapporto diretto con i cittadini sarebbe stata la prima priorità”. Ma come pensava di farlo visto che comunica così poco? Non è la prima volta che le viene detto…

Io amo le verità dolorose anzichè le bugie che fanno sorridere. Intendo dire che non mi piace la politica degli annunci che poi spesso restano tali; comunico quando ho fatti certi da rendere noti, non quando sono ancora a livello embrionale.

Ma capisco che su questo aspetto ho ampi margini di miglioramento e che i cittadini chiedono di sapere di più sul lavoro quotidiano della giunta. Mi applicherò, prometto.

Un noto esponente locale di Fratelli d’Italia ha scritto su facebook che lei è “il miglior presidente che il XV abbia avuto negli ultimi 15 anni”… Lusingato?

I complimenti sono sempre ben accetti da chiunque vengano ma non mi ci crogiolo.  Lo prendo come un segno di apprezzamento su come ho impostato il mio modo di lavorare che si basa su un concetto semplice: prendere ciò che di buono è stato fatto nel passato e portarlo avanti migliorandolo.

E là dove nel passato non trovo materia di apprendimento, beh allora ci metto tutto del mio.

Parola d’ordine del M5S è discontinuità. Quanta ne troviamo nel suo primo anno di governo?

Tanta discontinuità di concetto. Soprattutto nel lavoro fatto e ancora in corso di riorganizzazione della macchina amministrativa del municipio concentrandomi sulle risorse umane. Le persone giuste al posto giusto, piani di formazione, miglioramento nei rapporti fra gli uffici, maggiore senso di squadra.

Il tutto puntando anche sulla collaborazione dei livelli intermedi, dei responsabili degli uffici che devono sentirsi leader e non capi.

Virginia Raggi, nel fare il bilancio del suo primo anno, si è data come voto “sette e mezzo”. Lei che voto si dà? Non sfugga alla domanda…

Vorrei invece proprio sfuggire. Ma visto che mi tocca, dico se guardo il viso di chi ha perso casa nel crollo della palazzina di Ponte Milvio mi do quattro.
Ho fatto quel che potevo ma sento dentro di me che forse potevo di fare di più, anche se non so cosa.

Se invece guardo i volti di altre persone in altre vicende, come ad esempio quella del tornado che ha sconvolto Cesano, mi sento più sereno grazie a qualche apprezzamento che ho ricevuto dai cittadini coinvolti.
Una serenità che non voglio tradurre in un voto ma che mi induce a pensare che sto andando sulla strada giusta.

Claudio Cafasso

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10 COMMENTI

  1. Vorrei dire che il degrado del quartiere farnesina è evidente sporcizia, lavori Italia s a via ottavio ragni iniziati e non finiti , bagno chimico ancora posizionato, cassonetti della nettezza urbana pieni, strisce pedonali inesistenti…..

  2. Premetto che il mio giudizio di seguito espresso attiene esclusivamente alla ben nota “questione” di via Gradoli e alle altre similari e non meno gravi( via Mastrigli, il pentagono dell’orrorre: Biroli, Stasi, Bruni, Due Ponti, Sperlonga).
    Con grande rammarico constatiamo( quali residenti di via Gradoli) come la suddetta “questione” sia stata completamente rimossa dall’agenda politica del Presidente e di tutta la giunta. Così come si è volatilizzata dalle cronache degli organi di informazione territoriali e cittadini.
    Questione che a mio avviso coinvolge ambiti di estrema rilevanza sociale più volte rappresentati dai residenti e dal Comitato: l’abusivismo edilizio, con relativa speculazione e sfruttamento, il degrado abitativo, la sicurezza e la salute pubblica, solo per citare i più eclatanti.
    A dispetto delle reiterate segnalazioni rivolte a Simonelli e agli assessori competenti,
    degli incontri avuti da rappesentanti del Comitato con il Presidente stesso e con l’ex assessore Claudio Bollini, al momento non si evidenzia alcun segnale di discontinuità rispetto alle precedenti sciagurate amministrazioni.
    Non nego che io personalmente e molti dei residenti avevamo riposto molte speranze nella nuova amministrazione e quindi risulta altrettanto evidente la disillusione nel verificare la continuità delle codotte.
    Ben lieto/i di essere smentito/i, ma certo dopo un anno……………

  3. Che bravi che siete Simonelli ….Siete così solerti e attenti alle richieste dei cittadini che da quasi un anno, noi cittadini vicini al Parco Papacci,aspettiamo un appuntamento con lei e l’assessore Annunziata….mai arrivata la vs.chiamata. In un anno anno non siete stati capaci di mettere un cartellone con le regole per gli avventori del parco (che vi avevamo segnalato nella petizione che vi abbiamo consegnato). Il parco è ostaggio di notte da una banda di teppisti che con schiamazzi e urla ecc.ecc. non fanno dormire i residenti della zona di via Veientana. Non siete riusciti neanche a mandare le forze dell’ordine a ristabilire un minimo controllo sul territorio (malgrado la Virginia firmi accordi con Prefettura ecc.). C’è il massimo degrado dappertutto….altro che voto…. MO VI MENTO (ecco cosa siete).

  4. A chi dare il premio di alta velocità nel fare a Simonelli o Raggi? Parole, parole e fatti sempre citati con coniugazione al futuro. Hanno finalmente capito che governare è un pò più complicato che fare accuse, che annunciare e gridare onestà, onestà lascia il tempo che trova

  5. Caro Presidente,
    evidentemente non abita sulla via Casssia. Aspettiamo ormai da anni una semplice rotatoria alla Giustiniana, ammesso che possa risolvere il problema del traffico che, in pratica, rende gli abitanti de La Storta prigionieri della borgata.
    Per sua informazione, da La Storta alla Giustiniana c’è la fila di auto a tutte le ore. Venga a dare un’occhiata e si renderà conto.
    Il progetto della rotatoria è fermo da anni. Se non si riesce a fare una rotatoria, mi spiega come si può pensare di risolvere problemi più seri.
    Noi stortani aspettiamo fiduciosi, ma oramai scoraggiati di vedere questa benedetta rotatoria realizzata.
    Roberto Salata

  6. Purtroppo, come puntualizzato da Lucio Maria Frizzoni, sulla questione Via Gradoli ed altre vie similari il silenzio è assordante. Riponevamo tante speranze in questa nuova Amm.ne che in piu di un’occasione aveva affermato, anche pubblicamente, la propria diversità rispetto alle amministrazioni precedenti, finora non è stato cosi, a tutt’oggi non è cambiato nulla, che delusione !!!!!

  7. Claudio Cafasso mi piacerebbe sapere chi è questo grande esponente di FDI x dirgli che forse dovrebbe guardare tutto il territorio e non solo i cittadini di serie A ma forse lo ha dimenticato mah e ricordargli magari che FDI chiede scusa quando offende delle categorie socialmente deboli come i Disabili,o si è dimenticato la sua storia !

  8. e a Cesano? Già abbandonati a noi stessi, dopo il tornado possiamo sopportare tutto, anche il nuovo impianto di compostaggio. Grazie 5 Stelle, grazie Signor Presidente, che delusione!!!!!

  9. Invece di “Verticalizzare” Ponte Milvio (se i romani antichi lo hanno costruito in orizzontale una ragione ci sarà pure!), molta più attenzione andrebbe dedicata a risolvere le situazioni di illegalità diffusa e sommersa legate al territorio, in particolare nelle vie per questo fenomeno “storicamente” note: Sperlonga, Bruni, Stasi, Due Ponti, Biroli e Gradoli.

  10. Proprio perchè storicamente note e arcinote, tali situazioni potrebbero essere sanate con atti
    amministrativi pertinenti all’amministrazione municipale (determinazioni dirigenziali) di rapidissima trascrizione e immediata notifica, previa ovvia ricognizione sulle proprietà (conosciamo i trucchetti degli speculatori; vendo agli amici e compro dagli amici degli amici, va via gigino e viene gigetto) Atti, lo ripeto per l’ennesima volta, viste le molteplici rilevanze, competenti d’ufficio alla Direzione Tecnica del Municipio. E’ evidente che la suddetta Direzione è “storicamente” nota per la idiosincrasia ad emanare tali provvedimenti in danno di speculatori e sfruttatori e in favore della legalità. Necessita quindi la volontà politica del vertice istituzionale, che al momento risulta essere latitante.

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