Un ufficio con gli scatoloni già pronti e, poco dopo, un tranquillo locale di Ponte Milvio con un piatto di spaghetti fumanti fanno da sfondo a una carrellata a ruota libera con Filiberto Mastrapasqua, primo dirigente della Polizia di Stato, da diciotto mesi alla guida del Commissariato Ponte Milvio ma prossimo ad un nuovo incarico.
Già, perché come anticipato da VignaClaraBlog.it pochi giorni fa, il cambio al vertice è vicino.
Nei primi giorni di maggio Mastrapasqua lascerà Ponte Milvio per assumere la guida del commissariato Esposizione, all’Eur, e sarà sostituito da Rossella Matarazzo che arriva da quello di Ostia.
“Arriva” si fa per dire, perchè la dottoressa Matarazzo risiede a Vigna Clara e quindi non avrà bisogno di spendere tante energie per fare la conoscenza con i problemi del territorio di competenza.
Un territorio non vasto quello affidato al Commissariato di via Orti della Farnesina visto che comprende solo le zone di Ponte Milvio, Vigna Clara, Fleming e via Cortina d’Ampezzo, ma sicuramente delicato vuoi per la densità abitativa, vuoi perchè vi risiedono numerosi vip della politica e dello spettacolo, e vuoi perchè Ponte Milvio è centro di movida.
Senza dimenticare la presenza dello Stadio Olimpico con tutte le necessità di presidio che richiede in occasione degli eventi sportivi.
Ripercorriamo con Filiberto Mastrapasqua le tappe dei suoi diciotto mesi a Ponte Milvio da quando, nell’ottobre 2015, appena arrivato, ne facemmo subito la sua conoscenza perchè considerò VignaclaraBlog.it una “maglia” importante della rete, di quel tipo di rete che è un po’ il suo pallino.
Fare rete per la sicurezza
“I cittadini percepiscono l’insicurezza non solo da furti e rapine ma anche dal degrado, dall’illuminazione mancante, da giardini non curati che possono nascondere pericoli, da una lunga attesa di sera alla fermata del bus. Tutte situazioni che aumentano il senso di insicurezza quotidiana, anche se in quel giorno nessun fatto di cronaca nera è andato in prima pagina“.
E’ questa la convinzione di Mastrapasqua che a sostegno della sua teoria dichiara: “ritengo che la sicurezza del territorio sia un bene comune da tutelare con più attori. Ovunque io sia stato destinato ho sempre, come prima cosa, cercato di fare rete con chi il territorio rappresenta“.
E, in effetti il suo approccio a Ponte Milvio ha funzionato.
Coinvolti da subito, anche con incontri mirati, i comitati cittadini, le associazioni commercianti, le istituzioni e i media locali e finanche la parrocchia sono diventati tante maglie di un’unica rete stesa a garantire la sicurezza.
Ognuno, in coerenza col proprio ruolo, ha messo in campo le proprie capacità della cui fusione il nostro dirigente si è avvalso in modo sinergico per avere un controllo capillare e rendere più sicuro il territorio.
Tutela dell’ambiente
E la sicurezza passa anche per la tutela dell’ambiente. Oltre ai tanti sgomberi di insediamenti effettuati, è doveroso infatti ricordare che se la mega discarica abusiva di via del Baiardo, a Tor di Quinto, è stata messa sotto sequestro dalla Procura e successivamente ne è stato inibito l’accesso tramite una barriera di new jersey in cemento lo si deve proprio alla caparbietà di Filiberto Mastrapasqua.
Oggi però ci confessa il suo rammarico: “lasciare il Commissariato prima di vedere le ruspe portar via le tonnellate di rifiuti che deturpano e inquinano una così bella area sulla sponda del Tevere“.
Poliziotti di quartiere
Altro “pallino” del nostro interlocutore, nell’ambito del suo approccio a stringere sempre uno stretto rapporto fra i tutori dell’ordine pubblico e il territorio, sono stati “i poliziotti di quartiere“.
Ne annunciò l’istituzione in un’intervista che ci rilasciò a gennaio 2016 spiegando che si trattava di un’iniziativa mirata “per essere più vicino alla collettività, per consentire agli agenti di polizia di entrare in contatto con la realtà quotidiana della zona e rappresentare un punto di riferimento per i cittadini e un deterrente per la microcriminalità che infesta le strade“.
Il servizio, che continua a esser svolto anche in questi giorni, è del tipo “destrutturato”.
“Nell’ambito delle non tante risorse affidate al Commissariato – circa settanta agenti di cui una trentina dediti ai servizi interni – ogni volta che almeno un paio sono liberi viene organizzata una ‘pattuglia appiedata’ che percorre le strade più a rischio o dove c’è una maggiore concentrazione di attività commerciali” ci racconta Mastrapasqua nel sottolineare che questi agenti, donne e uomini, “sono gli occhi e le orecchie in strada ed ogni percezione acquisita durante il pattugliamento viene poi messa a fattor comune dei colleghi affinché diventi patrimonio di tutti“.
Quando la banda passò…
No, non è un remaker del successo di Mina ma ancora un altro “pallino” di Mastrapasqua.
Convinto che il rapporto con la cittadinanza passi anche tramite una migliore conoscenza delle varie strutture della Polizia a giugno 2016, sotto la Torretta Valadier di Ponte Milvio, ha organizzato una giornata di dimostrazioni con pattuglie a cavallo, unità cinofile, auto e moto in esposizione.
Ma il clou dell’evento fu la banda della Polizia di Stato che guarda caso ha sede proprio nei locali del commissariato.
“E vi annuncio che un’altra giornata simile è già in programma per il prossimo 13 maggio” ci anticipa soddisfatto.
Ponte Milvio “attenzionato”
Scontato che lo spicchio di territorio più sotto osservazione del commissariato sia piazzale Ponte Milvio, vuoi per la movida – monitorata tramite un servizio di controllo in borghese – vuoi per l’alta concentrazione di attività commerciali che può attirare la criminalità.
Gli chiediamo se alla luce dei recenti tragici episodi di terrorismo in altre capitali europee siano stati intensificati i controlli sulla piazza.
“E’ fuor di dubbio che i luoghi di aggregazione giovanile siano gli obiettivi più a rischio ma grazie ai servizi di intelligence, a quelli di prevenzione delle forze dell’ordine, e comunque grazie al Cielo, fin’ora in Italia e a Roma non è accaduto nulla” ci dice Mastrapasqua che pur confermandoci che Ponte Milvio è attentamente e ancor più “attenzionato” per ovvii motivi di riservatezza non può rivelarci altro sulle misure messe in atto.
Nostaglia canaglia
Arrivato da San Paolo, in partenza per l’Eur; quartieri, anche se diversi, ambedue di cintura. Come ha trascorso – gli chiediamo – questi diciotto mesi a Ponte Milvio, zona abbastanza centrale e comunque molto “vivace”?
“Bene, molto bene” ci risponde elogiando prima di tutto l’intero team del Commissariato: “settanta agenti di prim’ordine, tutti in gamba e affiatati col quale ho lavorato in piena sintonia“.
Beh, noi parlavamo del territorio in verità…”L’avevo capito ma volevo lasciare per ultima questa risposta. Dopo diciotto mesi mi sentivo ormai parte del tessuto locale, un pontemollese anch’io. Ho imparato ad amare questo spicchio di Roma e poichè, come diceva una canzone, la nostalgia è canaglia, sono certo che la nostalgia di Ponte Milvio, che lascio con dispiacere, me la porterò dietro per un bel po’“.
Claudio Cafasso
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