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Il Castello di Santa Severa riapre le sue porte

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Galvanica Bruni

Dal 25 aprile sarà nuovamente riaperto al pubblico il Castello di Santa Severa e pare che questa volta resterà aperto per tutto l’anno.

A nemmeno un’ora di auto da Roma Nord visitarlo è un’esperienza che va fatta perchè ricco di fascino, storia, arte e archeologia e affonda le sue radici ai tempi dei Romani.

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Situato sull’ampia spiaggia della località frazione del Comune di Santa Marinella, il Castello sorge nell’area dell’antico sito di Pyrgi, la città portuale romana fondata tra la fine del VII e gli inizi del VI secolo a.C.

Secondo il parere degli storici il castrum di Pyrgi, che significa ‘torre’, è stato abitato senza interruzioni fino alla tarda antichità, almeno fino al IV – V sec. d.C.

La storia

A cavallo tra il X e l’XI secolo i conti della Tuscia fecero costruire proprio in quest’area un fortilizio  dedicato alla giovane Severa, che era stata martirizzata nel 660 in un luogo poco distante.

Il Castello vero e proprio, invece, nasce nel XIV secolo. Il borgo si è formato man mano con varie fasi di edificazione nel corso del XV e del XVI secolo.

Appartenuto nel tempo a diverse nobili famiglie romane per ben cinquecento anni, dal 1482 al 1980, il Castello è stato un possedimento dell’Ordine del Santo Spirito.

Tra il Cinquecento e il Seicento è stato il luogo di sosta e di soggiorno di molti papi: tra questi Gregorio XIII, Sisto V e Urbano VIII. Al periodo di massimo splendore raggiunto proprio nel Seicento, il Castello ha vissuto poi una lunga e lenta decadenza. Nel 1943 è stato utilizzato dai Tedeschi come postazione militare strategica.

I lavori di recupero degli ultimi anni hanno portato alla luce importanti scoperte archeologiche come un tratto di mura poligonali databili III secolo a.C. e alcuni tratti di mura risalenti al XIII secolo.

Data la sua bellezza, il Castello ha fatto più volte da sfondo a famosi film e libri, come ad esempio “La Porpora e il Sangue”, secondo romanzo storico di Stefano Vincenzi. Un libro che ha riscosso molto successo e che si apre e si chiude con diverse pagine ambientate fra le torri e i vicoli del maniero.

La spiaggia

La presenza del Castello, collocato proprio sulla spiaggia di Santa Severa, aggiunge grande spettacolarità ai già incantevoli profili di questo tratto di costa dalle particolari caratteristiche. La maestosa mole turrita divide infatti in due l’arenile, a disegnare ambienti diametralmente opposti per struttura e ricettività.

Da un lato del castello una lunga spiaggia di sabbia chiara e fine, ben curata, si spinge per un bel tratto fino alle ultime villette di Santa Severa, un angoletto selvaggio che prende il nome di Grottini per alcune piccole insenature scavate negli alti scogli e che sembrano piccole grotte.

Dall’altro lato del castello le cosiddette sabbie nere. Un’oasi naturista caratterizzata completamente da sabbia nera, che si snoda per chilometri fino al confine con la riserva naturale di Macchiatonda. Un lungo tratto di spiaggia selvaggia, quanto di più riservato e spartano possa trovare, senza stabilimenti o altri servizi, che regala ai frequentatori il contatto vero con la natura.

Biondo o bruno, il litorale di Santa Severa è comunque ritenuto, a buon giudizio, una località balneare tra le più rinomate a nord di Roma.

Una visita al Castello, una lunga passeggiata sulla spiaggia e, quando possibile, un tuffo nelle sue acque sono il giusto mix che garantisce il successo di una gita.

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1 commento

  1. Per correttezza storica: i testi riportano il martirio di Santa Severa nel 298 e non nel 660 quando tra l’altro la maggior parte se non tutta l’Italia era ormai convertita al Cristianesimo. Nel 298 si era ancora in epoca di persecuzioni contro i cristiani (Diocleziano).

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