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Ponte Milvio: bye bye banchi, restano i chioschi

ambulanti Ponte-Milvio
Galvanica Bruni

Continua l’opera di “normalizzazione” della piazza di Ponte Milvio. Dopo l’implementazione del Piano di Massima Occupabilità che ha visto la riduzione di dehors e tavoli all’aperto, sotto la lente del Consiglio del XV sono finiti gli “operatori su area pubblica” che saranno spostati in altra sede.

Il progetto di delocalizzazione degli ambulanti – e di un paio dei chioschi esistenti – è stato infatti approvato, pur con qualche distinguo e con alcune astensioni,  nella seduta del parlamentino di via Flaminia tenutasi mercoledì 5 aprile.

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Bye bye banchi

I tempi non sono certi perchè l’operazione è di competenza del Campidoglio, ma la destinazione sì.

I banchi degli ambulanti – in burocratese chiamati “rotazionali” perchè ruotano ogni giorno di piazza in piazza – dovranno lasciare il marciapiede di piazzale Ponte Milvio per trasferirsi nel vicino Largo Maresciallo Diaz, là dove c’è la piazzetta-parcheggio con una trentina di posti auto.

Forse non ne saranno felici i residenti, forse si creerà qualche problema di viabilità vista la presenza del capolinea del 188 e del vicino liceo, ma la decisione è stata presa: via i banchi da Ponte Milvio.

Finirà dunque il suk che attanaglia e soffoca la piazza da anni?
Spariranno tutti i furgoni bianchi fermi dalle 6 alle 16 di ogni giorno a mo’ di parcheggio rent-a-car?

E’ presto per dirlo, meglio attendere che la decisione si traduca in fatti concreti fermo restando che va comunque salutata come un fatto positivo e atteso da molto, troppo tempo da residenti e operatori commerciali che del suk non ne potevano più.

E i chioschi?

Ricordando che è pendente presso il Tar del Lazio un ricorso il cui esito probabilmente diventa ora inutile (con un’ordinanza del 22 febbraio il presidente della Sezione Seconda Ter ha infatti accolto le richieste avanzate da “L‘altro Chiosco” e da “Gun Fruit” sospendendo l’atto di disdetta di occupazione di suolo pubblico  fino al 6 giugno 2017 quando si terrà la Camera di Consiglio per la disanima generale della vicenda), i chioschi resteranno, ma non tutti. Vediamo quali.

Resta “er pistola”, chiosco per la rivendita di frutta e verdura, in considerazione dell’anzianità sia della postazione che del tipo di attività svolta dal 1992.

Il XV Municipio ha deciso in tal senso in quanto “costituente ormai elemento tradizionale e connotante della piazza nonché tipico del folclore romano, in particolar modo per quanto attiene la vendita di cocomero nel periodo estivo, e da sempre punto di riferimento degli appassionati dello sport che gravitano intorno al complesso del Foro italico“.

Resta l’edicola,in considerazione dell’anzianità vantata dallo stesso (dal 1968) e della funzione sociale svolta“.

Resta “L’altro chiosco”, il chiosco bar all’angolo con viale Tor di Quinto, “in considerazione dell’anzianità dello stesso (risalente al 1969) e della sua posizione addossata alla balaustra di delimitazione dell’area parcheggio e dunque di nessun ostacolo alla pubblica fruizione“.

Resta “Il chioschetto”, quello sotto la Torretta Valadier, in considerazione della storicità dell’attività risalente almeno agli anni ’20, e della struttura del chiosco che “figura in varie fotografie d’epoca ed in pregevoli opere cinematografiche degli anni ‘50 tanto da costituire ormai un elemento connotativo del paesaggio storico urbano“.

Si sposta invece il chiosco ora collocato quasi all’angolo con via Flaminia, spuntato improvvisamente un bel dì dell’ottobre 2012 per la vendita di abbigliamento e scarpe.

Sarà collocato in Largo Maresciallo Diaz in considerazione della natura dell‘attività svolta che ben si coniuga con quella dei rotazionali.

In quel piccolo slargo si verrà così  a creare un polo commerciale dedicato alla vendita di prodotti non alimentari.

Passiamo sul marciapiede opposto.
Si sposta quello stand sotto i platani, chiuso da anni, per la vendita all’aperto di libri nuovi e usati. A parte che è stato recentemente messo a bando, sarà trasferito in via Capoprati, nello slargo accanto alla Torretta.

Verrà eliminata la vecchia postazione per la vendita di granite – la cosiddetta “grattachecca di Ponte Milvio” ubicata accanto al semaforo da decenni – in quanto già da tempo ne è stata revocata la licenza di occupazione di suolo pubblico.

Ben venga tutto ma serve un progetto

Come abbiamo già scritto più volte, ben vengano queste iniziative attese da tempo quand’anche, a parer nostro, non bastano a restituire totale decoro e piena dignità a Ponte Milvio, icona di Roma Nord e salotto buono di casa.

E proprio come in un salotto buono non basta spostare i mobili da una parete all’altra per ridargli lustro anche piazza Ponte Milvio meriterebbe di essere oggetto di un progetto più ad ampio respiro che guardi al suo futuro.

Servono iniziative stabili che attraggano, che diano il senso della vita.

Servono iniziative a ciclo continuo come presentazioni di libri (vivaddio ci pensa già Libri&Bar Pallotta), performance di artisti di strada, itinerari culturali, visite guidate alla scoperta dei segreti locali (si pensi solo alle bellezze di Castello Brasini).

Servono esposizioni di artisti e che quindi venga riaperta la Torretta Valadier (a che punto è dopo gli annunci dello scorso febbraio?) servono eventi di richiamo prestigiosi come ad esempio la mostra dei pittori di via Margutta che, tenutasi nel 2015, doveva ripetersi a marzo 2017 ma è poi misteriosamente saltata (sarebbe interessante che il XV spieghi il perchè).

Serve una programmazione come quella dell’Estate Romana che duri però dodici mesi. Serve saper sognare e serve saper osare.

Serve che Municipio e soprattutto Campidoglio abbiano ben a mente  che Ponte Milvio non è solo “città storica” sinonimo di di monumentale, che non è solo movida da disciplinare. Ponte Milvio invece vuole vivere, o meglio vuole tornare a vivere come centro di aggregazione sociale e culturale per ogni età e per tutta la città.
E se dicono che c’è un nuovo che avanza, che avanzi allora anche qui.

Claudio Cafasso

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11 COMMENTI

  1. Ripenso a tutte le volte che ho sbroccato agli ambulanti in piazza che si allargavano talmente tanto da far passare le persone in fila indiana… quindi sono super contento.

  2. Bene, così e così.
    Come sempre, in tempi di magra ci si accontenta di tutto.
    Dunque anche delle “pillolette” per curare Ponte Milvio.

    Perchè di medicina omeopatica si tratta.
    E somministrata anche con attenzione a non disturbare equilibri, come si dice a “non svegliar il can che dorme”.

    Per cui, al solito, voce grossa con i deboli, sorrisi&canzoni con i forti.

    Piazza pulita e sgombero per il chiosco della “grattachecca”, tra l’altro ubicata da decenni (ma qui non vale la “memoria storica”) in un punto dove non arrecava alcun disturbo e che garantiva un reddito minimo a chi ne ha realmente necessità, “prego si accomodi e faccia come a casa sua” per altre situazioni (qui vale l’alibi della “memoria storica”) delle quali si è tollerato, si tollera e si tollererà l’assurda e indecente occupazione incontrastata di suolo pubblico con attrezzature e mobili per l’organizzazione di veri e propri pranzi quotidiani e feste private tra amici .

    Questo per fare un commento puntuale sui singoli provvedimenti, e altro ancora ci sarebbe da commentare puntualmente.

    Ma quella che preme è una riflessione di carattere generale, così efficacemente già introdotta dall’articolo di Cafasso.

    Questi provvedimenti, la cui attuazione a chissà quando tra TAR, competenze comunali, distinguo, varie ed eventuali, mettono qualche “pecetta” (come si dice a Roma) sui buchi più vistosi (e come scritto sopra, neanche a tutti), ma non intaccano nel profondo i problemi complessi della Piazza Storica e del suo intorno.

    Perchè, lo diciamo da anni fino allo sfinimento, quello che serve – come giustamente scrive Cafasso – è una visione olistica che porti ad un Progetto capace di affrontare e risolvere problematiche tra loro profondamente interconnesse, per realizzare il quale mettere in campo uno straordinario coraggio (poi non è che ne serva chissà quanto), evidentemente materia assai scarsa quando si amministra con l’attenzione costantemente rivolta al ritorno elettorale.

    Questa Giunta pluri-stellata, dalla quale ci si illudeva di vedere finalmente attuata la rivoluzione copernicana, oserei dire la “fantasia al potere” grazie alla partecipazione dei cittadini e di tutti gli attori in un unico processo che portasse al benessere della collettività, viceversa si accontenta di assumere provvedimenti (per altro ereditati dalla precedente Giunta che li ha pensati, ma non ha avuto il coraggio di realizzarli) parziali, si direbbe occasionali perchè fuori da una vision riconoscibile ed integrata, con la lente di ingrandimento sui problemi parziali e con una pedissequa, notarile, scolastica (persino noiosa ed incolore) applicazione della norma.

    Normale amministarzione nel nome alto della Legalità…….poi basta girare l’angolo, per esempio a via Flaminia Vecchia…..oppure restare sulla Piazza e godersi lo spettacolo delle terze, quarte file di automobili selvaggiamente (nel significato proprio del termine) in sosta…..

    Senza dire che, nel momento stesso in cui la Sindaca Raggi strombazza www di volere fare di Roma il primo esempio mondiale di “città della democrazia partecipata”, i fratelli municipali (della Sindaca) si guardano bene dall’incentivare occasioni di incontro e di dibattito pubblico con cittadini e lavoratori per discutere cosa, come, quando, dove e perchè fare e disfare nell’interesse della qualità della vita di ognuno e di tutti.

    In sostanza, come dicevamo una volta, attivare l’atteso “processo partecipativo”, addirittura individuando e utilizzando uno degli spazi disponibili per la collettività come “Casa del Municipio”.

    Noi del Comitato Abitare Ponte Milvio continueremo a vigilare con spirito critico e costruttivo, ad offrire pazientemente la nostra disponibilità per un confronto con chi amministra e con tutti gli altri attori, senza perdere la speranza, certamente consapevoli che la strada da compiere è ancora molto lunga, ardua ed in salita.

    Ma fino a quando dovremo accontentarci delle sole “pillolette”?

    Paolo Salonia
    Portavoce del Comitato Abitare Ponte Milvio

  3. Questo è un buon intervento, che inverte la direzione dopo tanti anni.
    Speriamo che insieme a questa necessaria rivoluzione “estetica” si trovi il modo di ridisegnare gli arredi urbani in modo da risolvere il problema delle macchine in divieto di sosta, soprattutto all’inizio della cassia dove ormai si blocca costantemente il traffico. E poi valorizzare l’unica attività culturale rimasta, cioè san Pallotta. Magari offrendo alle loro iniziative anche spazi più larghi.

  4. quando sarà’ rimesso in funzione il parcheggio a pagamento di tor di quinto che dava una parvenza di regolarità’ alla zona?

  5. Lasciate la grattacheccara al suo posto …presenza storica della piazza. ..è una vergogna nn rinnovargli la licenza. ..

  6. Con le decisioni del 5 aprile si chiude così, almeno per il momento, la questione dei Piani di Massima Occupabilità di Ponte Milvio, in un clima mi sembra più sereno, dopo le polemiche e le legittime proteste da parte degli esercenti dei locali di somministrazione per le modalità di attuazione dei provvedimenti del 5 gennaio, su cui si è detto a sufficienza e non ci torno sopra.
    Nel merito vorrei fare però alcuni rilievi, che ho espresso anche nell’aula del Consiglio Municipale:
    – Anzitutto lascia molto perplessi la decisione di attuare lo spostamento di 50 cm del chiosco della frutta e dell’edicola, questione non citata dall’articolo, per disporli più in vicinanza del ciglio del marciapiede. Un’operazione poco comprensibile, che non dubito sia stata concepita nel rispetto di qualche norma, ma che contrasta con il comune buon senso, e tra l’alto comporterà un onere rilevante a carico del Comune, mi auguro che si possa annullare questa disposizione.
    – Più in generale, l’applicazione di tutti i provvedimenti predetti ci restituisce una piazza molto sgombra, dove si riscontrano larghezze di marciapiede libere da 15 a 20 mt, mentre tutti tavoli sono ristretti a filo degli edifici dai 3 ai 2,5 mt., il che rende spesso troppo stretta la posizione dei clienti, e disagevole anche a fronte del divieto di porre chiusure laterali. Ben vengano pertanto le iniziative culturali citate nell’articolo e aggiungerei anche la disposizione di elementi di arredo, ma ritengo importante anche valutare la possibilità di rendere più confortevole la posizione dei tavoli.
    Per affrontare tutte le questioni in un quadro generale, sarebbe auspicabile la costituzione di un tavolo in Municipio con tutte le parti interessate, per valutare gli esiti dei provvedimenti adottati, raccogliere rilievi e suggerimenti e formulare propositi e progetti per migliorare la situazione.
    In tale sede si potrebbero valutare anche le altre criticità della zona di Ponte Milvio, che vanno dalla persistente sosta selvaggia, alla mancanza di parcheggi (ancora non si riesce ad attivare il parcheggio di Tor di Quinto consegnato fin dal 1 feb. alla ditta vincitrice del bando), alla situazione fallimentare del mercato di via Riano, cui è collegata anche la riassegnazione degli spazi di Trony, alla inspiegabile assenza della raccolta differenziata, e via dicendo.
    Comitato Ambiente e Legalità – Ponte Milvio

  7. Grazie al M5S si inizia a fare pulizia razionale a Roma.

    Si separano i banchi abbigliamento (stracci Made in China) con l’alimentare (lato mercato Ponte Milvio, che ha bisogno anche di questo tipo di iniziative a sostengo).

    Grattachecca storica? Negli ultimi anni vendeva ghiaccio + sciroppo a 5€, di storico non aveva proprio niente.

    Ora aspettiamo che i responsabili dello stop all’apertura della Stazione Vigna Clara, dopo 100mln€ spesi, vengano messi a tacere.

    Avanti così M5S.

  8. Finalmente qualcosa si muove in direzione del cambiamento e della legalità. Non starei a guardare la pagliuzza nè auspicare una rivoluzione copernicana , per la quale ci vogliono decenni: altrimenti cadiamo nel benaltrismo di chi per cambiare tutto nel quadro dell’ottica complessiva, visione strategica generale, piano olistico ecc…finisce per lasciare tutto com’è. In una città così disastrata bisogna cominciare da piccoli passi nella direzione giusta ( legalità e riordino) senza proporsi progetti troppo ambiziosi e….cartacei!

  9. Siamo tutti d’accordo sul “finalmente qualcosa si muove”, ma continuare a possedere e ad esercitare una coscienza critica e una consapevolezza civica che ci faccia dire “non basta” non credo significhi “guardare la pagliuzza”.

    La pretesa di spostare di 50 cm i chioschi esistenti in nome della “legalità e riordino”, questo sì che mi sembra “guardare la pagliuzza”.
    E, se mi posso permettere, mi sembra anche una gigantesca e sonora presa per i fondelli nei confronti dei cittadini, per di più con un assurdo dispendio di soldi pubblici.

    Considerando, inoltre, come la situazione di degrado diffuso di Piazzale Ponte Milvio oggettivamente con difficoltà possa essere definita “pagliuzza” e altrettanto oggettivamente osservando quanto necessiti, viceversa, di interventi globali e integrati, e non episodici e parziali.

    Interventi, questi, che non richiedono né rivoluzioni copernicane (non auspici dei cittadini, piuttosto promesse elettorali di chi amministra attualmente) né tantomeno decenni.

    Si tratta semplicemente di pianificare, anche nei tempi e nei modi (la vicenda del passaggio alle nuove osp con l’interruzione delle licenze docet), un quadro unitario e coerente di interventi sul sistema nella sua poliedrica interezza e attuare gli stessi con la necessaria gradualità, anche in funzione delle priorità e delle risorse disponibili.

    Per dirla semplicemente, i “piccoli passi nella direzione giusta”, ma proprio per questo bisogna definire con chiarezza e completezza qual’è questa “direzione giusta”.

    E questa andrebbe partecipata e condivisa con i cittadini e i lavoratori (che poi sono la stessa cosa), o almeno questi ne dovrebbero essere informati in modo esaustivo e trasparente, per quanto concerne il disegno complessivo, le fasi parziali, i tempi e le modalità attuative.

    Non mi sembra che le cose vadano in questo modo e ritengo che ci sia di che preoccuparsi proprio perchè viviamo in “una città così disastrata”.

    Vorremmo potere continuare a “proporci progetti troppo ambiziosi” e pretendere che siano realizzati sul territorio da chi ci ha promesso che avrebbe amministrato nel nome del bene comune.

    Semplicemente perchè amiamo questa città.

    Paolo Salonia
    Portavoce del Comitato Abitare Ponte Milvio

  10. Mi sembra tanto rumore per nulla: sono stati ridotti i tavolini all’aperto dei bar in maniera troppo drastica. A Parigi vivono di questo e non crea disagi. Qui abbiamo bisogno di 20 mt liberi! Mah. I chioschi alla fine sono diventati tutti storici. Il Pistola da anni usa la piazza come fosse sua. Fanno anche pranzi fra amici e parenti (vedrete il prossimo Ferragosto!) che non mi sembrano rientranti nella attività. Ma tutto resta così. Il chiosco della grattachecca che forse era il più storico di tutti eliminato. Ma forse aveva meno “peso”. Speriamo almeno che gli ambulanti vadano veramente via. E magari anche i furgoni parcheggiati stabilmente (ma quello/quelli del Pistola che mette anche degli oggetti in strada per assicurarsi il posto???? Sono mezzi storici???) Nel complesso comunque la piazza fa sempre più schifo. Parcheggio in doppia, tripla fila, a centro piazza, all’imbocco della Cassia, davanti alla Chiesa. E nessun Vigile. Il parcheggio di Tor di Quinto ancora in mano ad una cricca di abusivi (ma il danno erariale per il mancato incasso non lo contesta nessuno???). Francamente non vedo una grande rivoluzione positiva.

  11. Leggo tutti d’accordo sul fatto di eliminare i banchi e alcuni chioschi dal piazzale che tanto “disagio” arrecavano a pedoni e abitanti…ma vanno a finire a largo M. Diaz…ma gli abitanti delle 2 palazzine saranno contenti? Non si poteva trovare un’altra soluzione magari lungo tevere? A mio parere un problema ben + importante e’ il parcheggio selvaggio dall’edicola fino a Marcucci e al triangolo della Chiesa….postazione fissa di vigili urbani o telecamere nn ci sono vie di scampo x certi automobilisti.
    P.S.: a quando il ripristino del doppio senso a Via Farnesina, anche a Via I. di Francavilla sosta selvaggia con la conseguenza che il doppio senso e’ a rischio soprattutto x chi sale in direzione via Cassia, nn tutti (di chi scende) lo sanno che e’ tornata a doppio senso e fanno la voce grossa

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