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Campo Rom nel XV, ottomila firme e il Municipio dicono NO

Nonostante la legittima soddisfazione dei promotori della raccolta firme, dopo il voto una domanda aleggia fra i presenti: "che ne sarà ora di questo documento?"

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Aula affollatissima, consiglieri e assessori quasi tutti presenti, forze dell’ordine nel cortile a vegliare su quella che poi si è dimostrata essere una delle più civili e moderate sedute degli ultimi anni alla quale abbia partecipato un pubblico così numeroso.

Così, nella mattina di lunedì 3 aprile, si presenta la scena in via Flaminia 872 dove, nell’aula Consiglio del XV Municipio e alla presenza dell’assessore capitolino alle politiche sociali Laura Baldassare, il parlamentino locale è stato convocato in seduta straordinaria per dibattere un tema caldo e assurto agli onori della cronaca fin da giugno 2016, quando – in epoca commissario Tronca e in pieno ballottaggio elettorale – il Comune di Roma pensò bene di pubblicare un bando per “il reperimento di un’area attrezzata nel territorio del Municipio XV o Municipi limitrofi per l’accoglienza e soggiorno di 120 nuclei familiari di etnia rom e affidamento del servizio di gestione” della durata di 15 mesi e per un valore di circa 1,5 milioni di euro.

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Un bando controverso, discusso e discutibile, contrastato dal XV in quel di luglio ma confermato dal Consiglio Comunale pochi giorni dopo.

Un bando su cui punta gli occhi l’Autorità Nazionale Anticorruzione e che perciò viene sospeso dal Campidoglio il 21 dicembre 2016 per poi essere sbloccato il 7 marzo 2017.

Un bando che nemmeno chi rappresenta i Rom vuole. Ma allora chi e perchè lo vuole?

E’ questo il mood all’apertura del Consiglio.

Ottomila firme per dire NO

In XV Municipio è accaduta una cosa strana. E’ accaduto un fenomeno di spontaneismo democratico, è accaduto che più di ottomila residenti a prescindere dal credo politico di ognuno si siano uniti per dire NO al bando, per dire NO a vecchi e/o nuovi insediamenti rom nel nostro territorio“.

Esordiscono così Andrea Bova ed Enrico Ingami, promotori della petizione, esibendo centinaia di moduli per un totale di oltre 8mila firme raccolte in soli sei-sette giorni in tutti i quartieri del XV e dando appuntamento per una prossima manifestazione in Campidoglio.

8milafirme1Parlano nell’ambito dello spazio di tempo assegnato ai cittadini e dopo di loro è Aldo Lozzi, del neonato Comitato Tiberina, a dire la sua: “da residente le cui finestre si affacciano sul campo nomadi River di via Tenuta Piccirilli non auguro a nessuno di vivere questa esperienza“.

Sono in diversi ad essersi iscritti a parlare e per dire NO al campo rom. Lo fa in modo veemente Massimo Pacilio, amministratore del Consorzio Case e Campi de La Giustiniana, e lo fa in modo pacato Stefano Erbaggi per il Comitato La Storta.

Lo fa “come un grillo parlanteAndrea Antonini di Casapound (“invito presidente Simonelli, giunta e consiglieri M5S a dimettersi in blocco se il Campidoglio li sconfesserà per una seconda volta“) e lo fa con un intervento molto lucido e apprezzato Giorgio Mori, responsabile del dipartimento immigrazione romano di Fratelli d’Italia.

A dire NO è anche Gianni Carbotti in rappresentanza di “Amnistia Giustizia e Libertà” l’associazione fondata da Pannella che denunciò nel giugno 2015 “le discriminazioni razziali subite per 20 anni dai cittadini rinchiusi nei campi di Roma“.

ottomilafirme6E a dire NO, infine, è Marcello Zuinisi, legale rappresentante dell’Associazione Nazione Rom, che invoca da tempo il superamento dei campi perchè i Rom “chiedono di vivere in una casa come tutti“.

Baldassarre: “ok, ma sul bando non ci sono alternative”

Tocca all’assessore capitolino Laura Baldassarre rispondere, è qui per questo.

ottomilafirme4Sono d’accordo con chi dice mi batterò fino in fondo perchè anche noi vogliamo lo smantellamento dei campi nomadi che da vent’anni sono a Roma” esordisce nel ricordare cosa ha fatto il Campidoglio sul tema fino ad oggi.

Abbiamo annullato i bandi emessi dal prefetto Tronca per oltre sei milioni di euro, abbiamo elaborato una bozza di piano di superamento che è stata sottoposta alle associazioni e agli esperti rispettando i tempi previsti. Nel frattempo abbiamo fatto un censimento dei Rom nella capitale e inizieremo a fare un’indagine patrimoniale. Abbiamo infine fornito le direttive per quanto riguarda i campi de La Barbuta e della Monachina“.

Venendo poi alla vicenda che sta infiammando il territorio del XV, Laura Baldassarre precisa che dopo il primo blocco e poi il successivo sblocco, non c’è possibilità di revocare il bando.

Non abbiamo alternative” sostiene, “in gioco ci sono 117 nuclei familiari oggi presenti nel campo River la cui ennesima proroga scade il prossimo giugno e che senza questo bando si troverebbero prive di un tetto. Li vogliamo buttare per strada per poi ritrovarli in nuovi insediamenti abusivi in altre parti della città?

Una delle prime priorità del programma della Giunta Raggi è il superamento dei campi” conferma Baldassarre  annunciando che “un tavolo di lavoro e concertazione verrà istituito in ogni municipio coinvolto chiamando a partecipare chi sta nei campi e chi ci vive accanto e nei dintorni“, continua l’assessore spiegando che si tratta di un percorso verso il ripristino della legalità “cercando alleanze con chi, dentro e fuori i campi, la legalità la vuole“.

Anche nel XV accadrà ciò e per gestire il superamento del River e di chi sarà o sarebbe dopo il River verrà creato un osservatorio con la partecipazione dei comitati cittadini locali.

Parlano le opposizioni

A parlare per il centro destra sono Giuseppe Calendino (FDI) e Giuseppe Mocci (Lista Marchini) che esprime le sue perplessità: “Le oltre 8mila firme raccolte dai cittadini sono la conferma che il problema è molto sentito e che bisogna trovare soluzioni immediate e adeguate per il superamento dei campi rom. Rimangono dei dubbi sull’intervento di Laura Baldassarre che non ha specificato in modo chiaro come la maggioranza in Campidoglio intenda raggiungere tale obiettivo.”

Per il PD, Daniele Torquati annuncia a sorpresa l’invio odierno di una lettera all’Autorità Nazionale Anticorruzione con la quale si chiede di rianalizzare nuovamente il bando “per fugare ogni dubbio in ordine ad eventuali profili di illegittimità mai evidenziati prima d’ora“.

In particolare, si tratta di capire se il bando, che pare tagliato a misura su particolari strutture quali i camping, sia “idoneo a garantire la partecipazione di tutti i soggetti interessati a fornire i servizi richiesti“.

In sintesi, è stato rispettato il principio del confronto concorrenziale alla base del nuovo codice per i pubblici appalti? Ci sono gli estremi per un nuovo annullamento in autotutela?

Si annulli questo bando e se ne faccia uno nuovo ‘a tempo’ e con una scaletta di chiusura progressiva sotto la sorveglianza di un osservatorio” gli fa eco la sua collega di partito Gina Chirizzi manifestando anche lei perplessità sulle mancate risposte dell’assessore Baldassare – nel frattempo andata via per impegni istituzionali – alle domande arrivate dall’aula.

Simonelli: “Chiediamo la stessa cosa”

M5S e PD chiedono la stessa cosa” sostiene il presidente del XV nel prendere la parola per la prima volta.

Alcuni contenuti del bando lasciano molto perplessi anche noi e di questo ne abbiamo già parlato nelle sedi opportune. E già abbiamo fermamente chiesto – annuncia – che il Piano di superamento del Campidoglio, appena reso pubblico, venga da subito applicato anche al River“.

Quale documento votare?

Due i documenti da sottoporre al voto, uno a firma PD e l’altro a firma M5S. Partono da premesse diverse e giungono un per l’altro alle stesse conclusioni.

Occorre una lunga opera di mediazione e circa un’ora di sospensione dei lavori d’aula per trovare la quadra. Ambedue vengono ritirati e nasce un nuovo documento sul quale far convergere i voti di tutti i consiglieri.

Voto unanime

E così è: il documento viene licenziato con voto unanime.

E’ un documento articolato nel quale al primo punto si chiede, “ove ne ricorrano i presupposti di legge” l’annullamento del bando viste “le fondate perplessità sui documenti di gara e visto che è pervenuta una sola offerta”.

Ma si chiede anche di attuare con urgenza un programma di interventi da parte delle forze dell’ordine per garantire la massima sicurezza agli abitanti delle zone limitrofe al campo River. Obiettivo “prevenire e reprimere ogni forma di illegalità e di turbativa della quiete pubblica“.

Ma non solo. Si chiede di avviare subito “le strategie previste dal Piano capitolino per l’inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti” e relativi provvedimenti quali il censimento economico-patrimoniale da effettuare con urgenza anche all’interno del River.

E non è ancora tutto. Perchè direttamente al Presidente del XV si chiede di istituire un osservatorio municipale che preveda la presenza anche dei comitati di quartiere interessati e, infine, di star dietro all’Anac sollecitandola a dare pronta risposta ai dubbi sollevati dalla richiesta inoltrata dal PD.

I commenti a caldo

Il buon senso e la comunione di intenti – dichiara Stefano Simonelli – ci ha portati a produrre un documento del quale sono molto soddisfatto“.

Daniele Torquati, nel ringraziare “cittadini, i comitati e le associazioni che hanno contribuito positivamente al dibattito dell’Aula, in attesa che ANAC si pronunci di nuovo” chiede a nome del PD che “la maggioranza capitolina questa volta ascolti le istanze e le proposte del territorio“.

Considerato che anche oggi, con voto unanime, il Consiglio del XV Municipio ha ribadito la contrarietà al bando, chiediamo alla Giunta Raggi di passare dalle parole ai fatti e di rispettare il voto del consiglio municipale”  chiosa infine Giuseppe Mocci a nome della Lista Marchini.

E ora?

Nonostante la legittima soddisfazione dei promotori della raccolta firme (“un gruppo di cittadini rimanda il bando al mittente con la forza dell’unione” sostengono) una domanda aleggia fra i presenti mentre si svuota l’aula: “che ne sarà di questo documento? Verrà recepito dal Campidoglio o accadrà come lo scorso agosto, quando il precedente NO del XV venne sconfessato dalla maggioranza 5S capitolina?

Non c’è bisogno di aspettare i posteri per la sentenza, il 30 giugno è vicino” sostiene un altro profetizzando “tanto la strada è già disegnata, o rimane il River o nasce un nuovo campo, ma i Rom ce li terremo ancora per un bel po’“.

Ad adiuvandum, in parallelo accade che…

In parallelo, mentre si svolge il Consiglio, le agenzie battono una notizia secondo la quale l’Associazione 21 luglio avrebbe presentato un esposto all’Anac nel quale si ipotizza che il bando in discussione nell’aula del XV sia stato tagliato su misura sull’unico partecipante ad aver risposto alla gara.

Una supposizione quindi che dà corpo ai dubbi espressi da più parti nel corso del dibattito e che si aggiunge a quelli enunciati nella lettera a firma PD inviata all’Anac.

E, infatti, dal sito dell’Associazione poche ore dopo si apprende che “il 31 marzo scorso presso il Dipartimento Politiche Sociali di Roma Capitale è stato aperto dalla Commissione nominata l’unico plico pervenuto in risposta alla gara” e che questo “è a firma proprio della stessa Cooperativa operante nel settore sociale che dal 2005 gestisce l’accoglienza delle comunità rom nel “Villaggio River” che dal medesimo insediamento dovrebbero invece uscire.”

L’Associazione 21 luglio ha quindi subito inviato un esposto all’ANAC nel quale si segnala come la gara d’appalto “sembrerebbe essere stata redatta in funzione dell’unico soggetto “avente i requisiti strutturali, la capacità economica e finanziaria e le competenze tecnico-professionali espressamente richieste dal bando di gara”.

Nell’esposto viene richiamata “l’esistenza di una forte similitudine tra i requisiti strutturali, le prestazioni e i servizi richiesti e forniti sino ad ora nel River e quelli previsti dal bando”.

“In quest’ultimo – spiega l’Associazione – le restrizioni territoriali (XV Municipio o Municipi limitrofi), quelle legate alla capacità tecnica (esperienza simile negli ultimi tre anni), quelle relative alla capacità economica (fatturato degli ultimi 3 anni non inferiore al 20% dell’importo a base di gara) sono tali che è possibile affermare che al di fuori della Cooperativa in oggetto non vi siano altri concorrenti, né nel territorio del XV Municipio né in quelli limitrofi, in possesso né di una struttura rispondente ai requisiti strutturali previsti né aventi le capacità tecniche, economiche e finanziarie richieste dal bando”.

“Si paventa il forte sospetto – si conclude nell’esposto – che la gara sia stata strutturata in modo tale da permettere la partecipazione della sola realtà appartenente al terzo settore” e pertanto “si ponga in violazione della normativa di settore e in dispregio dei basilari principi di concorrenza, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza e proporzionalità in quanto volta a celare dietro il ricorso a procedura aperta, palesi distorsioni del mercato”.

Dopo quanto avvenuto negli anni passati – afferma Carlo Stasolla presidente di Associazione 21 luglio – non ci saremo certo aspettati di incorrere nuovamente in elementi di forte opacità come quelli rilevati nel bando. Auspichiamo pertanto un pronto intervento non solo dell’Ufficio diretto dal dott. Raffaele Cantone ma anche degli organi politici dell’Amministrazione Capitolina volto a riportare chiarezza e trasparenza sull’intera, gravissima vicenda che sembra rievocare, nella città di Roma, i fantasmi del passato“.

Di carne al fuoco ce n’è abbastanza.

Claudio Cafasso

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3 COMMENTI

  1. Ma veramente i documenti presentati in Consiglio erano solo due? quello del PD e quello del M5S? Perché Fratelli d’Italia, Forza Italia e gli altri partiti che dovrebbero rappresentare il centrodestra in Consiglio Municipale avrebbero rinunciato a presentare una loro proposta su un tema come questo? stento a crederci e, se fosse come riportato da VCB, mi chiedo cosa stiano ancora a fare in consiglio questi rappresentanti del centro destra, anche se il termine “rappresentanti” a questo punto diventa molto discutibile.

  2. E’ inconcepibile che si ritagli un bando su misura per chi ha gestito malissimo finora la struttura tanto da sollevare la protesta pressochè “universale” dei cittadini !!!!Bisogna assolutamente trovare il modo di annullare la cosa ( l’Anac e il TAR sono in genere tanto solerti) e introdurre il principio che chi male amministra NON PUO’ chiedere ( e ottenere ) di continuare a farlo!!!!! Si parla tanto di valutazione, no ?, e allora esigiamo che i partecipanti a bandi del genere portino a corredo anche prove concrete delle loro capacità: altrimenti le cose non miglioreranno mai.

  3. Iniezione di ricordi su VCB che ringrazio se non fosse all’ordine del giorno non sarei intervenuto perché nel 1985 ero Militare, Aviere Scelto del Corpo di Vigilanza dell’Areonautica Militare e facevamo la vigilanza dell’Areoporto militare di Centocelle. Accanto all’areoporto c’era un campo Rom abusivo e nei piazzali e in alcune aree dell’areoporto c’erano ammassati vecchi arredi di uffici e vecchi materiali vari appartenenti agli uffici dello stato, materiali che per legge non possono essere toccati dopo la dismissione per almeno 25 anni. Tra i “problemi” legati alla vigilanza diurna e notturna c’erano proprio le incursioni notturne dei vicini che foravano la rete e si prendevano le cose. Come militari potevamo solo segnalare le aperture sulla recinzione che venivano riparate subito dopo la mattina. Questi problemi ci hanno accompagnato per tutto il servizio e nonostante qualcuno di Noi fosse per soluzioni definitive l’allora Capitano Paolini e l’allora Tenete Colonnello Mocio comandante dell’Aereoporto ordinarono di riparare la recinzione.

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