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E il Bioparco mette in mostra la “cacca”

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Galvanica Bruni

Inaugurata al Bioparco di Roma un’insolita mostra dal titolo “La cacca: storia naturale dell’innominabile” ovvero: ciò che tutti fanno ma di cui pochi parlano.

Sì, è proprio la “cacca”, quella cosa il cui nome non amiamo pronunciare – specialmente mangiando – ma poi se non la facciamo stiamo male.

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Avendo pure quasi timore a scriverlo questo termine, lasciamo la parola al Bioparco e al suo comunicato.

La mostra

La mostra trae origine dall’omonimo libro della zoologa inglese Nicola Davies – spiega Federico Coccìa, Presidente della Fondazione Bioparco di Roma – ed ha l’obiettivo di far conoscere, in maniera divertente, la naturalità di questo materiale da molteplici punti di vista, a partire da quello fisiologico per arrivare a quello naturalistico ed ecologico, con un filo conduttore: la cacca è vita, ovvero, senza la cacca degli animali non ci sarebbe terra fertile e quindi non ci sarebbero gli alberi, l’ossigeno, il cibo…non ci sarebbe la vita.

La rassegna, in doppia lingua, è costituita da dieci sezioni interattive in cui si trovano installazioni tridimensionali e modelli realistici, fra cui due dinosauri con escrementi fossili.

E poi la cacca machine, una macchina didattica che illustra il processo digestivo a partire dal cibo ingerito.

Tutto ciò, oltre a coinvolgere i fruitori, favorisce l’apprendimento di una tematica ‘particolare’, che suscita ilarità nei visitatori, soprattutto nei bambini, con garbo e ironia.

Pensata con un linguaggio e una grafica a misura di bambino, la mostra è di interesse anche per gli adulti, consentendo di apprendere che ben pochi altri materiali si prestano a una simile varietà di utilizzi.

La cacca infatti è fonte di cibo, è mezzo di comunicazione, di identificazione, è combustibile, è materiale da costruzione, fertilizzante, nascondiglio, etc.

Le sezioni della mostra

La mostra è introdotta da un percorso erboso minato da cacche che i visitatori devono attraversare facendo attenzione a non calpestare. Ecco il primo impatto con l’innominabile: un fastidio da evitare per scoprire però che non è soltanto questo.

Dimmi cosa mangi…ti dirò come la fai! – La sezione evidenzia che esiste una correlazione tra ciò che si mangia e ciò che… si fa. Quali sono le differenze tra erbivori e carnivori?

Quale genere di regime alimentare permette di sfruttare meglio le fonti di cibo?

I bambini si troveranno davanti a un tavolo apparecchiato con tre modelli di cacca e tre cibi nascosti da coprivivande. Dovranno scoprire cosa hanno mangiato i proprietari della cacca.

Perché si fa la cacca? – Il processo della digestione viene spiegato attraverso la divertente cacca machine: da un cesto si prelevano modelli in plastica di cibi diversi, inserirli nella macchina e azionare una manovella che produce cacca ed energia (si accende una lampadina).

La cacca per comunicare – Gli escrementi hanno un ruolo fondamentale nel linguaggio degli animali, che la usano per delimitare il territorio, per comunicare la disponibilità sessuale o per segnalare la propria presenza.

Attraverso pannelli esplicativi, sagome a grandezza naturale di animali come lontra, tasso, impala e ippopotamo e relative cacche, il visitatore può apprendere come in natura le feci costituiscano una forma di comunicazione.

Chi l’ha fatta questa? – In questa sezione vengono prese in considerazione le tre principali caratteristiche della cacca: il colore, attraverso una tavolozza con diverse tonalità di marrone; la consistenza, mostrata tramite modelli di cacche di pecora e mucca da poter toccare; l’odore, emesso da diverse sostanze contenute in scatoline sigillate da aprire e identificare.

La cacca da mangiare – Gli escrementi, pur essendo prodotti di scarto per chi li produce, contengono ancora molte sostanze nutritive che alcuni animali sfruttano da un punto di vista alimentare. In una teca sono presenti diverse specie di insetti coprofagi e sagome di coniglio e koala, con relativi modelli di cacche: insomma, questi la cacca se la mangiano.

La cacca come risorsa per gli animali e per le società umane – Molte specie animali, uomo incluso, possono utilizzare la cacca come risorsa per comunicare, come materiale da costruzione, come combustibile, fertilizzante o mezzo di difesa.

La cacca infatti può servire per costruire, è il caso dell’uccello fornaio o di alcune popolazioni africane che utilizzano la cacca per costruire le capanne; o può essere utilizzata per scaldare.

La cacca secca di bufalo, ad esempio, viene utilizzata come combustibile o, come concime.

Scienziati per un giorno – La cacca riveste grande importanza anche per la scienza. Una postazione interattiva permette di calarsi nei panni di scienziati al lavoro: paleontologi che studiano la cacca fossile, zoologi che analizzano il contenuto di una cacca di volpe, medici/veterinari per osservazione al microscopio di vetrini di feci con parassiti, etologi per rilevare e riconoscere varie tipologie di cacche lungo un percorso allestito.

La cacca: un indispensabile fertilizzante – Una specie di pipistrello, volando sulle zone aride e deserte, riesce con la sua cacca a seminare la terra. In altre parole, se non ci fosse la cacca degli animali non ci sarebbe il suolo vegetale che permette la vita sulla terra.

La cacca del passato – Sono presenti due enormi modelli tridimensionali di dinosauro: un Neovenator salerii, carnivoro, e un Styracosaurus albertensis, erbivoro. Accanto ai modelli ci sono modelli di coproliti, ovvero escrementi fossili.

Al termine del percorso, un plastico stilizzato rappresenta in sequenza la trasformazione della cacca in sostanza concimanti, utili per la crescita delle piante.

Attività per le famiglie – domenica 19 e 26 marzo

Due giornate tematiche alla scoperta dell’innominabile con attività per tutta la famiglia: laboratori, visite guidate e attività di A Tu per Tu alla ricerca degli escrementi più strani. Il programma su bioparco.it.

Orari e costi

La mostra dura fino al 30 giugno ed è aperta dal mercoledì alla domenica e i festivi dalle ore 11.00 a chiusura parco.

Entrati nel Bioparco con il normale biglietto, la mostra sul prezioso e vituperato materiale biologico costa due euro ma è gratis per i bimbi di altezza inferiore a 1 metro.

Ecco, questo a nostro avviso è un neo. Non che i bimbi fino a 99 centimetri entrino gratis ma che per fruire di una mostra irriverente ma interessante grazie alla quale i bambini possono scoprire un mondo con aspetti così impensati ed inediti occorre comunque pagare il biglietto di ingresso al Bioparco che, come tutti i genitori sanno, non ha un costo irrilevante: 16 euro gli adulti e 13 i bambini di altezza superiore ad 1 metro e fino a 10 anni. Quasi 50 euro per una famigliola.

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