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Cassia, lo Stabile del Giallo sospende le attività

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Galvanica Bruni

Nel pieno della stagione teatrale e con uno spettacolo che avrebbe dovuto debuttare in questi giorni, il Teatro Stabile del Giallo, in via al Sesto Miglio sulla Cassia, ha sospeso le sue attività. Ne dà annuncio la direzione sostenendo che “la burocrazia ancora una volta non tutela la cultura e chi della cultura e dei luoghi in cui cerca di affermarsi ne fa un mestiere.

La vicenda della presunta morosità di oltre 800mila euro pare dunque essere arrivata all’epilogo. A denunciarla con un comunicato fu Isabella Foglietta, consigliera FDI e presidente della Commissione Trasparenza del XV Municipio, sostenendo in una nota che “è il momento che la Giunta Raggi faccia valere in fretta i diritti del Campidoglio e dei romani e ne riprenda il possesso, per poi rimetterlo immediatamente a bando“.

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In tanti si chiesero come fa un piccolo teatro di nicchia ad accumulare un debito di 800mila euro di affitti non pagati per alcuni locali scolastici, com’è possibile che dopo un decennio di lavoro alla luce del sole una struttura nota in tutta Roma diventi  improvvisamente abusiva.

Lo chiedemmo alla direzione del teatro che ci rispose con una lunga cronaca degli eventi la sintesi della quale fu che il Campidoglio, dopo aver disposto il trasferimento del teatro lì, in quei locali scolastici poi riattati dalle maestranze teatrali e a loro spese, per oltre dodici anni si è dimenticato di far sottoscrivere il contratto di locazione  con relativo canone.

Poi, negli ultimi mesi del 2016, a seguito dello scandalo affittopoli che ha portato alle luce anche nel XV Municipio decine di immobili affittati a canoni irrisori, dal Comune di Roma partono 860 raccomandate con intimazioni al pagamento immediato di canoni arretrati ma quantificati al valore commerciale attuale. Nei destinatari anche teatri, centri diurni per bambini disabili, per malati di mente, Associazioni.
Allo Stabile del Giallo viene intimato di pagare 813mila euro, una cifra da capogiro.

Come qualunque lavoratore la cui vita viene minacciata,abbiamo risposto con nostre memorie scritte e documenti che chiarivano la nostra posizione” spiegano oggi dal Teatro ricordando di essersi anche rivolti “alle istituzioni della città, Municipio XV e Comune, le quali ci hanno detto di aspettare e che si stavano occupando della faccenda. In un incontro pubblico sul tema l’Assessore all’Urbanistica di Roma ha dichiarato che il Comune non avrebbe permesso uno scempio così ingiusto e privo di etica e che se ne sarebbe occupato. Da quel momento abbiamo aspettato fiduciosi cercando di non far morire il frutto del lavoro di una vita di tante persone.”

Risultato come da copione. “Non avendo ricevuto ad oggi alcuna risposta – annunciano le maestranze del teatro – siamo costretti a sospendere la nostra attività.

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