Home ATTUALITÀ Quando Fantozzi si (ag)girava fra Bracciano e Monte Mario

    Quando Fantozzi si (ag)girava fra Bracciano e Monte Mario

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    Duca Gioielli

    Fantozzi e Roma è un binomio saldissimo, ma lo è anche quello tra Fantozzi e Roma Nord e zone a nord di Roma.

    La saga cinematografica sul ragioniere più sfigato d’Italia, si sa, è stata girata in gran parte nella Capitale, ma forse non tutti sanno che molte scene si tennero nel quadrante settentrionale e territori limitrofi.

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    E se ancora oggi si discute sull’esatta ubicazione delle location poichè alcune non sono mai state individuate con precisione, con gli strumenti della Rete ci si può divertire a scoprirle.

    Una delle “assegnazioni” più dibattute riguarda Bracciano e Anguillara. Tre scene cult del primo film, uscito nel 1975, furono girate sulle rive del lago laziale. La prima, quella della mitica partita a tennis tra Fantozzi e Filini.

    Ricordate quando i due volevano riscrivere il Garzanti nell’accordarsi su chi doveva battere per primo (“Allora ragioniere, che fa, batti ?”. “Ma che fa, mi dà del tu ?”) ? Mai le regole del congiuntivo furono messe in discussione come durante quel match leggendario “fissato per la domenica più rigida dell’anno”.

    Ebbene alcuni sostengono che quel centro sportivo deserto e avvolto dalla nebbia mattutina si trovasse ad Anguillara Sabazia, in zona Poggio dei Pini; per altri si trovava a Bracciano. La querelle tra cinefili ha richiesto indagini approfondite.

    rag-fantozzi-tennisIn realtà la “venue” non è mai stata identificata in modo certo, anche perchè a distanza di quarant’anni non è facile riconoscere posti inquadrati solo per pochi fotogrammi.

    Ma le ricerche in qualche caso portano a risultati. Iniziamo dall’entrata. Quei campi oggi non sono più riconoscibili a causa del loro stato di abbandono ma il cartello che viene inquadrato nel film nel momento in cui i due imbranati compari arrivano sul luogo reca la scritta “Campi tennis – Poggio dei Pini“.

    Fino ad un paio d’anni fa quella struttura che sorge in via Beethoven sembrava esistere ancora. Qualcuno contattò il proprietario, il quale disse che la produzione all’epoca delle riprese visitò il complesso ma alla fine prese solo il cartello d’ingresso per affiggerlo all’entrata di un altro tennis club a Bracciano.

    Verità o bugia per depistare possibili “pellegrinaggi” in massa di appassionati di cinema ? Proviamo a capirlo, ma componendo il numero di telefono associato risponde uno studio dentistico (…).

    Cercando ancora troviamo un altro numero e scopriamo che oggi il centro è gestito da un’associazione sportiva che ha in carico solo la parte relativa alla piscina, mentre il resto è abbandonato.

    Il proprietario di adesso è quasi sicuro che il luogo delle riprese fosse questo. “Una volta qui c’era un albergo/residence con campi e piscina – ci spiega – poi è stato chiuso ed è rimasto così. Noi abbiamo acquisito la piscina, il resto non so chi lo abbia preso. So solo che ad oggi i campi non sono gestiti nè sono mai stati sistemati. Ogni tanto ci vanno dei ragazzi a giocare ma la struttura è abbandonata“.

    rag-fantozzi-campeggioLa stessa era stata segnalata alla produzione anche per la scena notturna del campeggio in cui Fantozzi e Filini tentano di montare una tenda. Alla fine però le riprese avvennero nel vicino parco del lago di Bracciano.

    Una terza scena, infine, fu girata sulla superficie verdognola e vellutata dello stesso lago. Era la gita in barca da pesca che finiva ovviamente pure lei in modo “tragicomico”.

    Ma vi furono altre location “romanordiche”: una villa all’Olgiata fu utilizzata per alcune scene in interni, mentre Villa Monte Mario – a due passi dall’omonima Riserva Naturale sulla Trionfale – fu il set per il ristorante giapponese dove Fantozzi portava a cena la Sig.na Silvani.

    rag-fantozzi-silvaniE tre anni dopo il primo capitolo della serie ecco “Il secondo tragico Fantozzi”: la cena di gala che terminava col ragioniere inseguito dal cane Ivan il Terribile si tenne in Villa Miani, sempre sulla Trionfale.

    E poi ancora “Fantozzi subisce ancora”, quarto episodio uscito nel 1983: le scene finali furono girate al lago di Vico, nel viterbese.

    Ma è con “Superfantozzi”, spin-off “storico” della serie uscito nel 1986, che la produzione si sbizzarrì nella ricerca di location dal forte impatto naturalistico come le Cascate di Monte Gelato, a due passi da Calcata, dove Fantozzi prendeva in mano la spada “Excazz…ehm…Excalibur“. O come la spiaggia di fronte al Castello di Santa Severa, dove si teneva il torneo cavalleresco nell’epoca medievale; o la Cascata della Mola a Formello, famosa anche per il “Pinocchio” di Comencini, dove si girò la scena della resurrezione di Lazzaro.

    Valerio Di Marco

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    4 COMMENTI

    1. In Fantozzi contro tutti la sede aziendale è l’attuale Palazzo Enea in Lungotevere Grande Ammiraglio Thaon di Revel, zona flaminio a 2 passi da piazza mancini (la scena iniziale dell’evacuazione al suono della campanella di fine turno, gestita da Filini, dove Fantozzi si butta dalla finestra quando hanno tolto i teloni)

    2. In Fantozzi contro tutti si può riconoscere anche la stazione Acqua Acetosa della linea Flaminio-Viterbo e sempre nello stesso film nella scena in cui vuole suicidarsi buttandosi giù da un burrone ma finendo contro un albero è la montagnetta che si affaccia sulla ferrovia Flaminio-Viterbo altezza stazione di Labaro al confine con i parcheggi della stazione, adesso li sorgono dei palazzi

    3. “Sulla salitella di Viale de Amicis, nominata poi tragicamente “cima del Diavolo”, incontrarono l’immancabile e terrificante tempesta teatro di ogni Gran Premio della Montagna. Nell’epicentro, 50 gradi sotto zero!”[Durante la gara ciclistica Coppa Cobram]
      Via Edmondo de Amicis, la faccio tutti i giorni per portare i cani nelle riserve, e mi piace ricordare “Al Curvone” e la coppa Cobram. Mai da ragazzino avrei creduto che quella scena del film l’avrei vista in un futuro quasi quotidianamente.
      Paolo Villaggio era superiore al concetto di vivere, lui si era un pochino stancato perché non accettava né vincoli né sofferenze, e nell’ultimo periodo della sua vita era condizionato oltremodo. Per uno come lui era troppo mortificante. Purtroppo era troppo, troppo intelligente.

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