Home TOR DI QUINTO 25 Milioni di euro per viale Tor di Quinto 57B

25 Milioni di euro per viale Tor di Quinto 57B

tor di quinto 57b
Galvanica Bruni

25 milioni di euro, tanto il Comune di Roma potrebbe dover versare alle casse della società FC Real Fettuccina per la mancata consegna dell’area ubicata in viale Tor di Quinto 57B dal 2006 al 2015.

La cifra, su richiesta dell’Avvocatura capitolina, è stata accantonata nell’ultima variazione di bilancio approvata dalla giunta Raggi per fare fronte nel 2016 al contenzioso giudiziario in atto.

Continua a leggere sotto l‘annuncio

L’area, un grande terreno di circa 8mila metri quadri che si estende fino ai piedi della Collina Fleming, era stata infatti assegnata in concessione tramite bando, nel 2006, alla società Real Fettucina per farne un punto verde qualità.

Ma quando la società tenta di dar seguito al progetto scoppia il caos, tutto il terreno è occupato abusivamente, impossibile quindi per l’aggiudicataria prenderne possesso.

La Real Fettuccina ricorre quindi alla magistratura e nel 2011 il Consiglio di Stato le dà ragione infliggendo una maximulta al Comune ed imponendo al Campidoglio di liberare immediatamente l’area.  il Comune viene inoltre condannato a pagare un migliaio di euro al giorno per ogni giorno successivo fino alla consegna effettiva.

L’ordinanza, però, si impiglia in una rete di controlli tecnici e lungaggini burocratiche di ogni tipo e gli abusivi continuano tranquillamente a gestire le loro attività.

La svolta avviene nella primavera del 2015 quando il Campidoglio dà il via ad una raffica di ordinanze di sgombero a carico degli occupanti che pure ricorrono al Tar per dimostrare che il Comune non poteva mettere a bando l’area non essendone proprietario.

Stando ai documenti presentati il terreno apparteneva infatti alla società di assicurazioni Unipol dalla quale il Campidoglio lo aveva acquistato solo a marzo 2015 per circa 1,2 milioni di euro.
Ma come aveva potuto metterlo a bando nel 2006 se non ne era proprietario? Un mistero mai risolto.

Fatto sta che gli sgomberi si concludono il 26 giugno 2015 e, decaduto il progetto di farne un Punto Verde di Qualità, nell’area sarebbe dovuta nascere una cittadella dello sport.
Dopo la riqualificazione – dichiarò allora l’ex sindaco Marino – il legittimo concessionario realizzerà un impianto sportivo di proprietà del Comune con un campo di calcio, due campi di calcetto e un campo di calcio a otto“.

E invece ancora oggi l’area pare essere chiusa in attesa della nascita dell’impianto. Ma nel frattempo il contenzioso va avanti ed è per questo che l’Avvocatura ha chiesto di congelare a bilancio circa 25 milioni di euro che probabilmente dovrà sborsare entro l’anno.

Lunga la storia del 57B

La storia del 57B prende il via nel lontano 1990 quando in quell’area doveva nascere un impianto sportivo con annessi spogliatoi da utilizzare come campo di allenamento in occasione del mondiali di calcio del 1990. Opera che però non fu mai realizzata ad eccezione degli spogliatoi.

Finita la festa e gabbato lo santo, dopo i mondiali l’intero terreno fu nel tempo occupato abusivamente.

Chi vi creò un’associazione calcistica come l’US Boreale, chi vi realizzò un campo di extreme paintball per giocare alla guerra con armi ad aria compressa caricate con innocui pallini di vernice. Chi l’occupò per scopi politici come il circolo Il Trifoglio diventato poi icona del del partito di destra “Il popolo della vita”, candidato alle regionali del 2010, e chi invece per farne un centro di svago e recupero per ragazzi autistici come l’Anpet.

E chi, infine per farne cultura e business, cioè il Ciak Village con annesso ampio teatro. Era dal 2008 che lì si faceva “animazione”. Allora la struttura teatrale si chiamava Spazio Zero. Spettacoli, concerti, aperitivi e musica. A ottobre 2008 ospita il primo raduno romano degli iscritti a Facebook: all’evento denominato “I love Facebook Party” parteciparono in migliaia.

Nel 2009 tutta l’area all’aperto che circonda il teatro viene trasformata in enorme tendopoli per ospitare circa 3mila tifosi del Manchester, in arrivo a Roma per la finale della Champions League, al modico costo di 35 sterline per due notti. Fu un bel business per chi allora lo gestiva.

Nel 2010 viene annunciata la nascita dell’Accademia Internazionale delle Sette Arti che dal settembre dello stesso anno avrebbe offerto corsi di cinema, teatro, televisione, comunicazione e marketing.
Il progetto stenta a prendere corpo e così nel 2011 si trasforma in Ciak Village ospitando mostre, rassegne cinematografiche, esposizioni di artigianato e convegni, anche di una certa rilevanza.

Quando però all’interno di questo spazio teatrale viene accoltellato un ragazzo, siamo nell’autunno del 2013, i carabinieri accertano che il locale non ha alcuna autorizzazione. Inoltre nell’area mancano le condizioni minime di sicurezza e di igiene, l’impianto elettrico non è a norma e l’energia elettrica viene prelevata in modo illegittimo.

Il che porta al sequestro dell’area: il 25 marzo 2014, di primo mattino arrivano i Carabinieri della stazione di Ponte Milvio che su mandato del PM Tiziana Cugini mettono i sigilli all’intera struttura.

L’area però raggiunge livelli di notorietà nazionale, e purtroppo infelice, il 3 maggio 2014 quando, prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, da quel cancello esce il tifoso romanista ed estremista di destra Daniele De Santis con la pistola e mano. A terra rimane Ciro Esposito, ventenne tifoso napoletano, che poi muore dopo 53 giorni di agonia. A De Santis sono stati inflitti recentemente 26 anni di reclusione.

Nell’estate del 2015 tutti gli 8mila metri quadri vengono infine sgomberati e le strutture abbattute.
L’ultimo atto è recente
. A maggio 2016 la porzione dell’area sulla quale insisteva il Ciak Village viene dissequestrata e riconsegnata al Comune.

Ora la cittadella dello sport potrebbe e dovrebbe veramente nascere.

Claudio Cafasso

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

5 COMMENTI

  1. ho il sentore che questa storia c’entri qualcosa ,anzi PIU’ di qualcosa con Vigna Clara e la sua stazione…nonchè con via Camposampiero…coincidenze?

  2. Più che cittadella dello sport, cittadella del calcio. Ma esistono anche altri sport non solo il calcio!! Un campo da basket, uno da tennis, una pista per pattinare, una pista per gli skateboard ecc mica esiste solo il calcio!!!

  3. Direttore ma come mai commenta che potrebbe e dovrebbe nascere, quando li dentro già sono attive tre scuole calcio, una di rugby e una di football americano, in attesa di altre autorizzazioni del comune che come sempre non arrivano?
    E tutto a spese dei soli concessionari che hanno atteso 10 anni altro che soldi pubblici…
    Faccia del buon giornalismo…

LASCIA UN COMMENTO

inserisci il tuo commento
inserisci il tuo nome