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Slot machine bandite dal centro storico di Roma

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immagine di repertorio
ArsBiomedica

“Roma dichiara guerra al gioco d’azzardo. Basta all’effetto Las Vegas. Basta alla giungla di slot machine nella città. Abbiamo depositato la scorsa settimana una delibera di iniziativa consiliare sul regolamento delle sale slot a Roma”. Così hanno affermato a metà giornata  Virginia Raggi e i consiglieri capitolini M5S sul blog di Grillo mentre, al momento, non v’è traccia dello stessa notizia sul sito web del Campidoglio.

“Un’importante iniziativa targata M5S con l’obiettivo di tutelare la salute dei nostri cittadini con conseguenti effetti sulla sicurezza della città, la viabilità, l’inquinamento acustico, il decoro urbano e la quiete pubblica – prosegue il comunicato – Si tratta di un regolamento che vuole mettere ordine a Roma dove i numeri sono da capogiro: 294 sale e più di 50mila slot machine nella Capitale, pari ad oltre il 12% di tutte quelle distribuite nel nostro Paese”.

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“La cosa più importante è che con le nuove regole vengono introdotti i limiti di distanza di 500 metri dai luoghi ‘sensibili’ come ad esempio scuole, centri sportivi, chiese, caserme e sportelli bancomat – continua – Limiti che puntano a garantire migliori livelli di sicurezza per la tutela della salute e dell’ordine pubblico e a prevenire il rischio di utilizzo da parte di minorenni”.

“Altra novità: centro storico off-limits. Si vieta infatti l’uso delle slot machine nei perimetri del centro e nelle aree pedonali o comunque interdette alla circolazione dei veicoli. Infine, si regolamentano gli orari di esercizio – spiegano Raggi e i consiglieri pentastellati – Infatti, sarà possibile l’utilizzo degli apparecchi automatici di intrattenimento con vincite in denaro, le cosiddette new slot e Videolottery, dalle 10 alle 14 e dalle 18 alle 22 mentre nei giorni festivi non sarà consentito. Altro aspetto importante sono le sanzioni che, aggiungendosi a quelle già stabilite dalla normativa esistente, prevedono in caso di violazioni reiterate sospensioni o in casi gravi revoche dell’autorizzazione da parte dell’amministrazione comunale”.

“Insomma una grande azione a tutela dei cittadini che cerca di trovare una soluzione al gioco d’azzardo, fenomeno che in Italia ha assunto connotati assolutamente preoccupanti contro il quale il Movimento Cinque Stelle si sta battendo con forza anche a livello regionale e nazionale – osservano – Un fenomeno ormai profondamente radicato nel tessuto socio-economico del nostro Paese e ancor di più nella nostra città se si considera che i costi sociali e sanitari legati al gioco d’azzardo patologico pesano sulla collettività per una cifra compresa tra i 5,5 e i 6,6 miliardi di euro annui” concludono all’unisono Virginia Raggi e i consiglieri M5S capitolini.

“Centro storico off-limits”. Le periferie sono forse figlie di un dio minore? Non sappiamo quanti siano a chiederselo, noi si.

Perchè sul territorio romano sono presenti quasi 300 sale e più di 50mila slot machine, più del 12% di quelle presenti sull’intero territorio nazionale, e tutte queste distribuite equamente fra centro e periferia.

Perchè La proliferazione di sale da gioco a Roma riguarda tutti i quartieri, basti pensare a ciò che succede in via Tiburtina con la presenza di  insegne luminose che esaltano le slot machine e le videolotterie con vistosi cartelloni pubblicitari e immagini accattivanti.

Perchè  il proliferare delle sale da gioco in periferia garantisce un’offerta eccessiva che genera dipendenza poiché, sostituendo gli scarsi luoghi di socializzazione, finiscono per facilitare l’avvicinamento dei giovani, e dei meno giovani, al gioco d’azzardo patologico.

Perchè a Roma Nord si è assistito in particolare alla proliferazione di sale da gioco e d’istallazione di slot-machine anche in altri esercizi commerciali. Un fenomeno che nel XV Municipio – stando ad un’indagine di due anni fa da noi condotta – ha registrato una preoccupante esplosione: circa 40 sale da gioco, una ogni 2,3 kmq di territorio abitato, una ogni 3.950 residenti.
Ma non basta, considerando solo i cittadini di età compresa fra i 15 e i 40 anni, ce n’è una ogni 1.100, ma guardando alla fascia più a rischio, 15-25 anni, una ogni 370 di loro.
Nel solo tratto che va da Corso Francia ai confini col quartiere Grottarossa, circa dieci chilometri, si contavano sette sale da gioco, delle quali tre nei pressi di un liceo sulla Cassia.

Ecco perchè chiediamo: le periferie romane sono forse figlie di un dio minore? (red/CC)

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