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AMA, una multa al giorno non toglie i rifiuti di torno

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immagine di repertorio
ArsBiomedica

Sono 15.791 le multe elevate dagli accertatori AMA sull’intera area del Comune di Roma da inizio gennaio 2016 a fine ottobre. Questo il “bottino” comunicato da AMA che in realtà si traduce in una media di 52 multe al giorno, considerati anche i festivi, in un territorio, quello della capitale, grande 1287 km quadrati, sette volte, ad esempio, quello di Milano.

Un territorio enorme, che si estende da Cesano a Ostia, ferito quotidianamente da abbandono di rifiuti, da mini e grandi discariche abusive che nascono all’improvviso, da marciapiedi invasi da cartacce e deiezioni canine.

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Se poi si pensa che gli accertatori sono poco meno di 50 su tutta la Capitale lo sconforto aumenta nel considerare che ognuno di essi deve controllare sulla carta 26 kmq e che se tutti insieme elevano 52 sanzioni ogni 24 ore ciò significa che ognuno fa al massimo una multa al giorno.
Questo nell’ipotesi che lavorino tutti “in modalità single”.  Se invece, come poi accade veramente, vanno in coppia, lo sconforto arriva sotto la suola delle scarpe.

Insomma, denaro e risorse umane impiegate a tenere in piedi un sistema che dovrebbe fare prima prevenzione e poi repressione ma che strutturato com’è non fa né l’una né l’altra.

Quali i quartieri più indisciplinati

Dove sono state elevate le 15791 multe, quali sono i quartieri romani più indisciplinati e soggetti all’abbandono di rifiuti?

Questo l’AMA non lo dice anche se poi non fa molto la differenza. Stando alle foto che vengono postate quotidianamente sui social il fenomeno, nonostante gli sforzi del Campidoglio, appare diffuso ovunque.

A parlare sono dunque solo i numeri forniti dalla municipalizzata. Vediamoli in dettaglio, e i primi, quelli più eclatanti, fanno tornare alla mente un slogan pubblicitario…

Ti piace vincere facile?

Su 15.791 sanzioni per “infrazioni al Regolamento Comunale per la gestione dei rifiuti urbani” ben 9.370 (il 60%) riguardano la voce “veicolo in sosta davanti a cassonetto stradale” mentre sono 0 (sì, zero) quelle per mancata raccolta delle deiezioni canine.

Insomma, è la multa più facile a fare la parte del leone: quella che sanziona la pessima abitudine di lasciare l’auto ostruendo l’uso dei cassonetti ma che non presuppone una contestazione de visu prendendo di petto chi compie l’irregolarità.

Lo dimostrerebbe anche il numero delle multe per abbandono rifiuti: sono solo 619 (il 4%) gli incivili colti in flagrante e sanzionati in dieci mesi. Il che significa due al giorno in tutta Roma, ben poca cosa pensando alla moltitudine di sacchetti della spazzatura gettati vicino ai cassonetti, o ai mobili e ai materassi abbandonati lungo i marciapiedi.

Altre sanzioni

Spigolando poi nel dettaglio, sono 275 le sanzioni elevate per errato conferimento di imballaggi e carta,  342  per errato conferimento dell’indifferenziata nel porta a porta e ben 2.571 quelle a carico di condomìni rei di aver mal utilizzato o custodito i contenitori assegnati.
Quel che resta per arrivare al totale è distribuito su altre voci minori.

Insomma, escludendo quel 4% di incivili “beccati col sorcio in bocca” per dirlo alla romana, tutte le altre sono multe fatte “da fermo”, a posteriori, che reprimono ma non prevengono. Facili da fare e difficili da contestare.

Quanto hanno reso

E 15.791 sanzioni elevate in 300 giorni da meno di 50 accertatori su 1287 kmq, quanto hanno portato nelle casse comunali?
Facile, considerando che tutte queste sanzioni sono da 100 euro l’una (cit.Ama) l’introito è di circa un milione e mezzo.

Sempre che sia stato interamente incassato, questo importo è quanto basta, l’un per l’altro, a ripagare la struttura considerando la retribuzione più gli oneri sociali dei circa 50 addetti, del loro manager, dei costi logistici di occupancy, dei rimborsi spese e annessi e connessi.

Cui prodest?

In conclusione, cui prodest mantenere in piedi un sistema sanzionatorio siffatto che non produce utili e tantomeno educa al corretto smaltimento dei rifiuti?

Giriamo la domanda a Pasquale Annunziata, assessore all’Ambiente del XV Municipio che con i suoi 187 kmq è il più vasto di tutta Roma.

Questo sistema è figlio del contratto di servizio firmato dall’ex commissario straordinario Tronca un mese prima delle elezioni, cosa che reputo molto scorretta” esordisce Annunziata spiegando che secondo lui “a prescindere di chi da li a poco avrebbe governato la città, il rinnovo del contratto con Ama andava gestito dalla maggioranza politica e non da un commissario che doveva badare solo all’ordinaria amministrazione.
Aggiungo –
continua Annunziata – una precisazione per informare i cittadini in modo corretto: nel contratto sottoscritto a maggio 2016 da Tronca non sono stati inseriti, oltre al rinnovo del servizio di ritiro a domicilio degli ingombranti, molte altri servizi come l’aumento significativo di almeno una decina di agenti accertatori a municipio, il lavaggio delle strade e delle aree adiacenti ai cassonetti, lo spazzamento di molte strade periferiche attualmente escluse”.

Ma il dubbio rimane: come si poteva pensare di reprimere e prevenire il fenomeno dell’abbandono rifiuti nelle strade con meno di 50 addetti?
Adesso si sta lavorando alla modifica del contratto per ampliare in modo significativo il numero degli accertatori. Un secondo tavolo di lavoro, al quale partecipo anch’io, sta invece elaborando un regolamento per l’utilizzo delle telecamere a circuito chiuso; siamo già a buon punto” garantisce l’assessore aggiungendo che per quanto riguarda il XV Municipiodi concerto con l’Ama, abbiamo già predisposto una mappa molto dettagliata di punti sensibili, di discariche e postazioni di cassonetti critiche che saranno monitorate con accertatori o telecamere.”

Assessore, senza ripescare la teoria del complotto dei frigo, non ritiene che lo stop al ritiro a domicilio degli ingombranti abbia notevolmente contribuito al dilagare del fenomeno dei rifiuti abbandonati?
Dire che il problema dell’abbandono di rifiuti ingombranti sia da addebitare solo al mancato rinnovo del contratto con AMA per il ritiro a domicilio degli stessi, cosa che tra l’altro verrà reinserita nel rinnovo del contratto attualmente in fase di completamento, è cosa non veritiera” afferma perentoriamente Annunziata sostenendo che “questi atti non sono opera di chi non potendo chiamare l’AMA deposita materassi, divani, elettrodomestici di ogni tipo, se non in modo molto marginale ma, a mio parere, di organizzazioni a delinquere che stanno lucrando sullo smaltimento illegale di questi materiali che altrimenti richiederebbe, se fatto in modo regolare, cifre di gran lunga maggiori da parte delle aziende o commercianti.”

E fra delinquenti e incivili non resta che sperare nel nuovo contratto di servizio ben sapendo però che una telecamera non s’installa in cinque minuti, che una rete di monitoraggio non s’impianta in cinque giorni, e che SPQR, stando a un detto popolare, non sempre sta per Senatus Populusque Romanus.

Claudio Cafasso

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3 COMMENTI

  1. E tutte le decine di volantini affisse in ogni parte del territorio dagli “sgombra cantine gratis”….?Dove pensate che vada a finire il materiale prelevato se non è rivendibile?Eppure questi signori,che,intendiamoci,sono solo una piccola parte degli incivili che popolano la città,hanno il proprio nr. di telefono stampato a caratteri cubitali sui suddetti volantini,possibile che non si sia capaci di controllare il loro operato e la regolarità della loro attività?Non parliamo poi di tutto il resto,ci sarebbe da scrivere l’enciclopedia dell’inciviltà urbana…..ciao Francesco

  2. Esatto Francesco, le persone ancora credono che i frigoriferi e i divani lasciati davanti ai cassonetti siano opera di qualche incivile quando dietro c’e’ la mafia degli svuotacantine, che svuotano le cantine e case e nottetempo depositano tutto in strada. C’e’ il numero di telefono, che è riconducibile all’utenza, ma niente…. non c’e’ volontà di perseguire. Non riescono neanche a disattivare il numero.

  3. In via Roccaraso davanti al n° civico 19 è la zona preferita da qulcuno per buttare a terra il sacchetto dell’immondizia. Dal colore si evince che è la stessa mano (oltre che stesso cervello).
    Ho chiesto all’AMA, ai Vigili dell’Ambiente, al Carabinieri di accertare una volta per tutte la identitò dell’incivile cercando dentro il sacchetto qualche possibile informazione (una lettera o una pubblicazione …). Non ho avuto nessuna assistenza. Eppure si eviterebbe l’indecenza di immondizia sparsa per terra. Nota bene: in via roccaraso la distanza fra le postazioni dei cassonetti è circa 250 metri. Ma questo non giustifca.

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