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Commercianti e residenti insieme, il new deal di Ponte Milvio

piazza Ponte Milvio
Galvanica Bruni

Recentemente costituitasi, l’Associazione Commercianti Ponte Milvio è nata non solo per fare rete e sinergia fra i numerosi operatori commerciali che affollano l’area, ma anche per contribuire, collaborando con le istituzioni e i comitati cittadini, a migliorare la qualità della vita di questo di spicchio di territorio tanto caro a chi ci vive, a chi ci lavora e a chi lo ama per quello che è sempre stato: un pezzo di schietta romanità.

E’ la prima volta, a memoria, che i commercianti del quadrante compreso fra piazza Ponte Milvio, via Flaminia e viale Tor di Quinto riescono a costituirsi in associazione passando da una fase nella quale ognuno coltivava il suo singolo orticello a quella in cui si guarda all’intero insieme.

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Un insieme composto da attività commerciali e da residenti con tanti problemi in comune, primo fra i quali la qualità della vita del territorio.

Ad oggi l’associazione conta 17 iscritti che rappresentano le diverse tipologie merceologiche presenti, ma le richieste di adesione sono in continua crescita.

Ne parliamo con Simon Clementi, presidente dell’Associazione, imprenditore 47enne,  pontemolliano da quattro generazioni nonchè titolare del locale Jarro.

Nessuna piazza di Roma Nord può raccontare tanta storia in più di quanto lo possa fare quella di Ponte Milvio con alle spalle secoli di età.

Una sito però che negli ultimi 15-20 anni ha subìto drastici mutamenti: da tranquilla piazza della periferia romana a snodo nevralgico della viabilità di Roma Nord, da luogo dove si andava per “vino e porchetta” a icona della movida per migliaia di giovani.

In funzione di ciò, negli ultimi 15 anni anche le attività commerciali hanno subito cambiamenti, in quantità e qualità.

Guardi, io mi sento un testimone privilegiato di questo cambiamento” ci dice Simon Clementi definendosi un “pontemolliano doc” avendo la sua famiglia una lunga tradizione locale partendo dal bisnonno che aveva un banco sulla piazza.

Il cambiamento era inevitabile ed è nella natura delle cose, tutto sta nel disciplinarlo in modo che si viluppi in sintonia e non a dispetto delle esigenze del territorio” aggiunge.

Un cambiamento storico in effetti. Tanti negozi sono stati riconvertiti e tanti altri ne sono nati. Una recente indagine ha contato ben 115 attività: la parte del leone la fa la somministrazione col 41%, il commercio ne assorbe il 29% mentre artigianato e servizi si dividono equamente l’altro 30%.
E somministrazione, oggi, fa scopa con movida.

Ed è proprio questo uno dei primi obiettivi della nostra Associazione” sottolinea Simon; “vogliamo sciogliere l’equazione Ponte Milvio = movida. La piazza deve essere qualcosa di più, deve rappresentare un luogo di aggregazione per ogni età. Penso ad eventi con artisti di strada, a qualche sessione musicale (come non ricordare l’unica due giorni di jazz all’ombra della Torretta Valadier a settembre 2010?). Ma penso anche a percorsi enogastronomici: lasciando galoppare la fantasia,  il prossimo anno di questi tempi sarebbe simpatico organizzare il percorso del Novello con degustazioni gratuite nei vali locali, magari passeggiando lungo ‘la via delle castagne’ con alcuni ‘caldarrostai’ agli angoli delle strade.”

Belle idee, ma pensate di fare tutto da soli?Niente affatto – risponde Simon – la rinascita della piazza e dintorni non si può realizzare senza il coinvolgimento delle istituzioni e dei residenti“.

E quindi?Quindi abbiamo da subito cercato e ottenuto un rapporto positivo con l’assessore al commercio e turismo del XV Municipio e con il Comitato ‘Abitare Ponte Milvio’ che rappresenta una buona quantità di residenti.  E’ in sinergia con loro che penso si debba muovere la nostra Associazione. Da soli, e guardando solo ai nostri interessi, non si andrà lontano“.

Commercianti e residenti insieme per una comune battaglia? “Certo che sì – sostiene Simon – un’altra leggenda metropolitana da sfatare è quella che vede i commercianti di Ponte Milvio ‘nemici’ dei residenti e viceversa. E’ vero, potremmo avere dei temi di dissenso ma tanti altri sono invece in comune. Io, ad esempio, prima di essere commerciante sono residente e il bene della piazza, del decoro, della vivibilità mi stanno a cuore prima perchè ci abito e poi perchè ci lavoro.”

E come me la pensano tanti altri miei colleghi. Come Associazione – conclude Simon – siamo tutti pronti a spenderci per una migliore vivibilità di Ponte Milvio“.

Il new deal di Ponte Milvio passa tramite una ritrovata sinergia commercianti-residenti? Le premesse sembrano esserci tutte.

Claudio Cafasso

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5 COMMENTI

  1. Ottima notizia. Comincerei con la solidarietà nei confronti dei residenti del palazzo crollato che sta sicuramente nuocendo alle attività commerciali. Che ne pensano i commercianti di contribuire alla spesa per l’abbattimento del palazzo e conseguentemente al ripristino della viabilità, sicurezza e decoro di Ponte Milvio?

  2. Ottima notizia! Comincerei col mettere a fuoco il problema del parcheggio selvaggio davanti al jarro e alla vineria, causa dell’assurdo tappo al traffico di ponte milvio, quindi della invivibilita’ della zona.

  3. Intervengo con un notevole ritardo sulla notizia, ma ero fuori Roma in situazioni di lavoro che non mi hanno lasciato molto spazio.
    Mi spiace poiché, direttamente chiamati in causa, mi sarebbe piaciuto potere avere maggiore prontezza di risposta.

    Andando subito al punto, si potrebbe commentare che il titolo che Claudio Cafasso ha dato al suo articolo sia ottimistico, oppure semplicemente che registri fedelmente una realtà già manifestatasi concretamente.
    Conosco Claudio e ho avuto il piacere di iniziare quello che fino ad ora è stato un semplice scambio di idee con Simon Clementi.
    Queste due circostanze mi inducono a pensare, quindi ad affermare, che potrebbero essere giuste entrambe le ipotesi.
    Dipende da noi, da tutti noi.

    Iniziando dalla seconda delle due, infatti, sicuramente non si tratta di una realtà già manifestatasi, ma leggendo l’intervista introdotta dal titolo ben si comprende che se gli “uomini di buona volontà” si mettono all’opera, il new deal potrebbe diventare una realtà davvero significativa.

    E allora, per diretta conseguenza, anche l’ipotesi del titolo ottimistico ne discende proprio e lungimirante, nel senso che Claudio Cafasso ha saputo ben interpretare le parole pronunciate da Simon Clementi nell’intervista.

    Parole chiare e condivisibili, lo affermo sinceramente e non perchè così esplicito il richiamo al Comitato del quale sono Portavoce.

    Di tutte queste, però, mi preme sottolineare il pieno accordo con Clementi quando dichiara “…un’altra leggenda metropolitana da sfatare è quella che vede i commercianti di Ponte Milvio ‘nemici’ dei residenti e viceversa…”.
    A questo proposito, perchè non basta semplicemente sfatare ma è utile denunciare, aggiungo con forza che la cosiddetta “leggenda metropolitana” molto è servita e molto è stata sfruttata da quelle passate Amministrazioni (e, per non creare equivoci, chiarisco che non mi riferisco a quella subito precedente) che non hanno voluto risolvere il problema “Ponte Milvio”.
    Ai miei tempi si diceva, di certe situazioni, che fossero “funzionali al sistema”.

    Ma adesso ritengo sia inutile continuare a guardare al passato (utile però averne piena consapevolezza!!!) e piuttosto adoperiamoci a contribuire alla costruzione di una diversa situazione che garantisca un sostanziale miglioramento dei livelli della qualità della vita per tutti gli abitanti di Ponte Milvio.
    Dove gli abitanti sono contemporaneamente quelli che, per lavoro o per residenza, appunto “abitano” Ponte Milvio.
    Non a caso abbiamo così denominato il nostro Comitato.

    In questa direzione accogliamo con grande attenzione e disponibilità al dialogo la recente costituzione dell’Associazione Commercianti Ponte Milvio e, soprattutto, la sua dichiarata volontà di rappresentare soggetto serio ed affidabile.

    Ora è necessario iniziare una serena interlocuzione che porti all’individuazione delle problematiche e alla definizione condivisa di strategie volte al miglioramento delle condizioni generali dell’area, dal degrado diffuso alla invadente movida, dalla monotemacità dell’offerta “cibo&bevande” al sistematico disprezzo delle regole, dall’inquinamento acustico non più tollerabile al commercio abusivo.
    E altro ancora, al fine di restituire al territorio il suo carattere fondamentale di bene comune.

    Contemporaneamente, assumere iniziative per fare sistema con tutti gli altri soggetti, dalle forze dell’ordine agli amministratori, dalle aziende dei servizi alla polizia municipale, ognuno nel suo ruolo e nel suo livello di responsabilità.

    In conclusione, penso che il new deal debba ora essere cercato non più nelle belle parole che esprimono buoni sentimenti, ma in atti concreti e comportamenti conseguenziali.

    Dobbiamo esserci e rimboccarci le maniche tutti.

    Noi del Comitato Abitare Ponte Milvio ci siamo da molto tempo, in verità fino ad ora abbastanza in solitudine.

    Propongo a Claudio Cafasso di valutare l’opportunità di aprire una sezione dedicata su Vignaclarablog, finalizzata ad aprire un dibattito sul new deal a Ponte Milvio, che diventi un raccoglitore di idee dal quale alla fine derivare anche una sorta di database di proposte e concept.

    Paolo Salonia
    Portavoce Comitato Abitare Ponte Milvio

  4. Sono molto contenta di sentire questa voglia di ridare a Ponte Milvio una nuova impronta, correggendo alcuni eccessi che col tempo hanno preso il sopravvento, allontanando molte persone – anche giovani – che non condividono ad esempio la cosi detta “movida” . Le parole che ho sentito mi fanno ben sperare. Bravi e brave.

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