Home PONTE MILVIO Ponte Milvio, CNA: “Commercio in ginocchio dopo crollo palazzina”

Ponte Milvio, CNA: “Commercio in ginocchio dopo crollo palazzina”

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Cna Commercio ha scritto una lettera all’assessore capitolino all’Urbanistica e Infrastrutture e all’assessore allo Sviluppo Economico, Paolo Berdini e Alessandro Meloni, a Stefano Simonelli, presidente del XV Municipio e a Giancarlo Babusci, direttore dell’area tecnica del XV Municipio sulla grave situazione degli operatori di piazza Ponte Milvio e delle zone limitrofe.

“La lettera – spiega Giovanna Marchese Bellaroto, presidente di Cna Commercio Roma – fa seguito all’incontro avuto il 6 ottobre scorso con una rappresentanza di commercianti e il presidente Simonelli all’indomani del crollo della palazzina di via della Farnesina.”

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“In quell’occasione abbiamo esposto una preoccupazione crescente degli operatori. Superata questa prima fase di messa in sicurezza delle persone coinvolte e limitrofe al crollo, ora è necessario affrontare anche una soluzione a medio e lungo termine per programmare una ripresa, se pur graduale, delle funzioni vitali di quel territorio, sia per i suoi cittadini sia per le tante attività commerciali che sono presenti nella zona.”

La soluzione per CNA Commercio è che si predispongano immediatamente tutte le azioni per la rimozione del manufatto pericolante e delle macerie, secondo quanto previsto dalla vigente normativa “e senza che – sottolinea Giovanna Marchese Bellaroto – tale azione improcrastinabile sia rallentata o ostacolata da controversie privatistiche, che nulla hanno a anche vedere con l’interesse generale di una risistemazione dell’area. Questi interventi dovranno comportare la riduzione dell’area di cantiere e la contestuale messa in sicurezza dei luoghi, per evitare un depauperamento e una desertificazione dell’intero quadrante, soprattutto in presenza di attività commerciali, la cui sicurezza e fruibilità devono essere garantite dall’amministrazione pubblica.”

“In mancanza di un’immediata presa in carico da parte dell’amministrazione dell’esecuzione, anche in danno, degli interventi necessari, ci vedremo costretti  a richiedere nelle sedi opportune il danno economico determinato dal prolungarsi dei disagi e arrecato alle nostre attività economiche” conclude la presidente di CNA Commercio.

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5 COMMENTI

  1. Il commercio sarà anche in ginocchio ma chi vive nelle zone limitrofe non riesce più ad uscire di casa. Vedete un pò voi o chi di dovere. Chi per muoversi deve usare i mezzi pubblici e non ha altre soluzioni è in gravissime difficoltà (e non ha soluzioni). L’immobilismo in tutto e vergognoso, tanto non sono problemi per chi ci amministra e ci dovrebbe governare. La gente comune si deve comunque arrangiare e il danno economico per le famiglie ,per le singole persone,non porta nè benefit ne mazzette
    Desolante

  2. Non comprendo perchè gli organismi comunali anche in questo caso non facciano il proprio dovere. L’immobile va demolito celermente. Se non lo fanno le famiglie lo deve fare il Comune in danno senza se e senza ma. La sindaca Raggi è venuta il sabato dopo il crollo a fare il suo stupido show e poi????????? Forse prima ci governava gente disonesta ma ora non ci governa più nessuno. Dalla padella nella brace.

  3. A Roma non ho la macchina e mi sposto con i mezzi: dal giorno del crollo per prendere un autobus qualsiasi devo fare almeno un km a piedi, e non sempre mi è possibile. Se non si sbrigano a demolire e a ripristinare le linee dei servizi pubblici il danno sarà enorme anche in termini di valore degli appartamenti in zona. Un conto è vendere un immobile “ben collegato con il centro città” un altro è mettere sul mercato un appartamento isolato e circondato da blocchi stradali.

  4. Ma Paolo e Susanna hanno una vaga idea di cosa significa fare una demolizione in danno dell’edificio di via della Farnesina?
    Chissà cosa avrebbero scritto se l’edificio da demolire fosse stata casa loro.

    • Ho una idea molto chiara di cosa sia e mi dispiace per le famiglie e so benissimo che se fosse capitato a me sarebbe un dramma. Detto ciò rimane il fatto che l’edificio va demolito. Se non lo fanno i proprietari lo deve fare Roma Capitale in danno e ora si sta solo perdendo tempo.

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