Home PONTE MILVIO Ponte Milvio, aspettando la demolizione scatta la solidarietà

Ponte Milvio, aspettando la demolizione scatta la solidarietà

palazzina crollata
ArsBiomedica

Guardato a vista dagli agenti della Municipale, monitorato dai Vigili del Fuoco e dalla Protezione Civile,  fotografato dai curiosi, “selfizzato” da chi s’allontana per un attimo dalla vicina movida, il palazzetto semi crollato – dopo più d’una settimana dalla notte in cui s’accartocciò su sé stesso – sembra essere entrato a far parte della normalità di Ponte Milvio.

Se non fosse per quelle transenne che delimitano l’area bloccando il traffico che si ripercuote pesantemente su per via Cassia intasando poi tutta Vigna Clara e le uniche vie d’uscita rappresentate da via Bodio e via di Vigna Stelluti, si direbbe che potrebbe restare lì ancora per tanto.

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Ma non la pensano così le settanta famiglie sfollate dalla palazzina coinvolta e da quelle accanto.

Chi da parenti, chi in strutture alberghiere reperite dal XV Municipio, chi in alloggi presi in affitto temporaneamente, fanno i conti con la loro situazione e con le loro tasche, perchè a sostenere i costi della demolizione saranno proprio loro, i dieci nuclei familiari che abitavano in via della Farnesina 5.

Operazione solidarietà

Ed è così che in questi giorni è scattata anche un’operazione di solidarietà avviata da don Luigi, il nuovo parroco della Gran Madre di Dio, che nella giornata di domenica 2 ottobre ha invitato parrocchiani e residenti a dare un contributo alle spese di abbattimento aprendo un conto corrente sul quale per tutto ottobre potrà essere versato un aiuto economico.

raccolta-denaro

La parrocchia, in cooperazione con i cittadini colpiti, renderà disponibile, a chi volesse consultarla, la documentazione degli incassi ricevuti e le spese sostenute con i fondi raccolti, in un’ottica di trasparenza” fa sapere Don Luigi.

Si parla di 200, 250, forse 300mila euro: a tanto ammonterebbe la spesa solo per demolire la palazzina senza considerare i costi di ricostruzione. Mettersi una mano in tasca, è l’invito che rivolgiamo anche noi per non farli sentire soli.

Si sentono soli

Nonostante le immediate assicurazioni del sindaco Raggi poche ore dopo il crollo (“non lasceremo sole queste famiglie” disse facendo loro visita) loro invece si sentono soli, soli e abbandonati. E’ quanto hanno dichiarato alcuni di loro a La Repubblica in un video pubblicato ieri.

Adesso siamo ospiti della Croce Rossa in un residence, ma cosa succederà il 23 ottobre? Ci buttano fuori e dove andremo? Perché nessuno ci dice niente? Perché non abbiamo un interlocutore?” chiede Gloria, mamma di due bambini. “E’ passata una settimana, e noi siamo qui senza che nessuno ci dica come si evolverà la situazione” gli fa eco un altro residente della palazzina.

La preoccupazione è che si stia perdendo del tempo prezioso” aggiunge un terzo intervistato, consigliere M5S del XV Municipio, che ha perso la sua casa nel crollo.

Nel frattempo il quartiere resta spaccato in due, come la palazzina.  (red.)

 

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8 COMMENTI

  1. Non vorrei passare per uno “speculatore politico” e tantomeno intendo usare la situazione delle persone sfollate per tirare acqua da qualche parte… ma mi vengono in mente alcune riflessioni: si sentono “abbandonati, senza un interlocutore” e non dubito delle loro parole. È la situazione di tutta Roma… abbandonata a se stessa, con le nuove (nuove? da giugno ad oggi… ancora nuove?) amministrazioni che sembrano “defilate” rispetto alle necessità – e penso solo all’ordinario.
    In più, nel caso del crollo, suppongo che tutta la zona ed i fabbricati siano sotto sequestro da parte della megistratura che, oltre ai noti tempi biblici, credo sia stretta tra i confliggenti interessi di chi cercherà di sfuggire a responsabilità importanti e dunque si dovranno attendere perizie ed esami, di parte e d’ufficio che – inevitabilmente . non potranno che richiedere tempi lunghi.
    Mi domando infine se le le assicurazioni, almeno nell’immediatezza, non riescano ad almeno provvedere alle spese straordinarie a cui le vittime del disastro sono costrette.

  2. Tutto bloccato. Tutto dimenticato. Davanti alle transenne solo quattro animaliste preoccupate per i gatti, che peraltro se la sono svignata da un pezzo.
    Perche’ e’ ancora sequestrato, se per avere riscontri sulle cause bisogna abbatterlo e togliere le macerie? Aspettano che venga giu’ da solo, di notte, terrorizzando di nuovo gente che e’ costretta a vivere nelle case “pseudoagibili” a dieci metri di distanza? Per non parlare degli sfollati veri. Ma che paese e’ questo???

    • Perdoni se Le rispondo sig. Piero: sono una delle persone che si occupa di recuperare gli animali che sono rimasti intrappolati nel palazzo in via di crollo…La volevo solo ragguagliare sulla notizia che riguarda questi animali: non sono affatto scappati, anzi uno e’ certamente ancora nell’appartamento e degli altri stiamo tracciando la posizione che dovrebbe essere sotto macerie. La nostra filosofia d’azione e’ sostenuta dai grandi pensatori dell’umanita’: il Mahatma Ghandi, M.L.King, Leonardo da Vinci e per fortuna molti altri…e siamo anche quelle persone che hanno raggiunto i luoghi del sisma e hanno tolto macerie per salvare vite…perche’ chi salva una vita salva il mondo…ad majora

  3. Abbandonati non solo gli sfollati ma tutti i residenti della zona, costretti a file interminabili per uscire dalla zona. Abbandonati perché nessuno ha pianificato o organizzato un piano straordinario di viabilità!! A via di Vigna Stelluti, dove adesso passano nuove linee di autobus, non si vedono vigili, ma le macchine continuano a parcheggiare in seconda-terza fila (non sia mai fare 4 passi per fare shopping!!) e gli autobus sono costantemente bloccati creando un traffico incredibile. A via dei giochi istmici solo il giorno successivo il crollo si sono visti dei vigili per agevolare il traffico. Provate a passare in orario di entrata o uscita delle scuole, la fila arriva a via nemea!! Abbandonati e questo è tutto!!!

  4. Tutti i commenti che ho letto fin’ora sono degni della massima considerazione e mi domando se a due passi dal simbolo di quell’incerto “CRISTIANESIMO” sia (o debba essere) solo la chiesa di fronte al crollo ad adoperarsi per una colletta. Se proprio a ponte Milvio persone che hanno visto crollare le mura delle loro abitazioni saranno obbligate a pagare anche i lavori della rimozione delle macerie intorno ad Amatrice si attenderanno più concrete soluzioni e rimborsi da parte dello Stato; ..c’è qualcosa che non quadra come quei “responsabili” che hanno dichiarato abitabile la parte crollata. Siamo a 150 metri dal ponte più importante, antico quanto integro e funzionante della “Caput Mundi” ed abbiamo ancora il coraggio di parlare di quello sullo stretto di Messina…

  5. …Pare che per la demolizione sia già tutto pronto: perizie dei tecnici e vigili del fuoco fatte, manca solo l’autorizzazione del giudice per demolire. La notizia di queste ore è che prima di firmarla si è preso/a 8 giorni di malattia, alla faccia dei disagi che NOI stiamo subendo.

  6. Allora speriamo che il giudice/a si rimetta in fretta per poter demolire, capire le cause, togliere le macerie ed infine ricostruire. Tempi lunghissimi ma questa gente dove dovrebbe trovare i soldi per tutto questo? Mi metto nei loro panni senza casa e con tanti soldi da tirare fuori. In concreto se noi che facciamo parte del blog e abitiamo nella zona possiamo dare una mano per fare manifestazioni per attirare l’attenzione facciamolo. Il Comune dovrebbe dare una mano in concreto, trovare soluzioni abitative, verificare le cause del crollo perché se dipende dal sistema ACEA le responsabilità sono del Comune. Ma il Comune è operativo?
    per il momento non posso che associarmi all’iniziativa di don Luigi e partecipare alla colletta, sperando che il numero di quelli che la pensano come me siano tanti.

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