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“Il trip di Don Chisciotte”, il teatro Patologico di via Cassia di scena al Quirino

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Venerdì 23, sabato 24 e domenica 25 settembre al Teatro Quirino, per la regia di Dario D’Ambrosi e interpretato dagli attori diversamente abili del corso universitario di “Teatro Integrato dell’Emozione”, al teatro Quirino sarà di scena “Il trip di Don Chisciotte”, lo spettacolo che conclude il primo corso universitario al mondo di “Teatro Integrato dell’Emozione” rivolto a persone con disabilità fisica e psichica e in collaborazione con l’università di “Tor Vergata”.

Il corso è diretto da Dario D’Ambrosi, fondatore e direttore del Teatro Patologico di via Cassia 472, e lo stesso progetto sarà a breve inaugurato anche presso l’Università degli Studi di Camerino.

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Il Patologico è una realtà che si è affermata negli anni a livello internazionale, forte del suo legame con il Cafè La MaMa di New York, fondato da Ellen Stewart. Ogni anno i ragazzi con disabilità che seguono le lezioni di tetro terapia di D’Ambrosi intraprendono tournée internazionali e per il 2017 sono già in programma due prestigiose destinazioni: Los Angeles e Tokyo.

La realizzazione di questo spettacolo è interamente frutto del duro lavoro intrapreso dai ragazzi del primo corso universitario di “Teatro Integrato dell’Emozione” e sorprenderà il pubblico del Teatro Quirino per mezzo di un incipit provocatorio che vedrà come protagonisti Andrea, ragazzo paraplegico in carrozzella, e suo padre Ferruccio, uomo dall’animo gentile che accompagna suo figlio nella messinscena, cimentandosi anch’esso in una piccola ma significativa prova d’attore.

Con questo lavoro provocatorio, portando sulla scena un ragazzo paraplegico, D’Ambrosi vuole comunicare al pubblico che, pur non parlando e non riuscendo ad esprimersi, i suoi ragazzi hanno un immaginario originale e  fantastico che solo attraverso la teatro terapia riesce ad emergere.

“Il trip di Don Chisciotte” è una messinscena liberatoria e, come suggerisce il titolo, un viaggio metaforico creato attraverso il lavoro degli studenti del primo corso universitario al mondo di “Teatro Integrato dell’Emozione”, rivolto a persone con disabilità fisica e psichica.

L’Associazione del Teatro Patologico ha realizzato, attraverso un percorso didattico focalizzato sull’analisi e lo studio dell’opera di Miguel De Cervantes “Don Chisciotte della Mancia”, una produzione teatrale incentrata sul personaggio del cavaliere errante. La figura dell’hindalgo idealista cervantesiano é rappresentante simbolico di un’umanità che trova, nella sua straordinarietà – intesa come essere fuori dall’ordinario, dal normale, dal prestabilito – un motore di rivalsa, o quantomeno, il canale per definire la dignità di un vivido immagin-attore, un sognatore matto, che lotta contro i mulini a vento, reali o metaforici, che la società gli impone e che lui non accetta. Il disabile mentale, come Don Chisciotte, usa la follia come “strumento per rifiutare la volgarità e la bassezza del reale”.

Si è portato avanti un discorso relativo al testo e ai suoi spunti picareschi, con confronti relativi all’opera di cavalleria precedente il Cervantes ed al suo intento dissacratorio e satirico verso un tipo di letteratura che vedeva, nella sua costruzione ed immaginazione del reale, un’evidente frattura con la realtà, con il quotidiano: come accade oggi al disabile. Lo studente con disabilità ha avuto così la possibilità di costruire da sé un’idea di figura eroicizzata, caratterizzata dalle capacità uniche ed individuali di cui ognuno è dotato, nel suo essere speciale, e con le quali concretizzare dignità e posto ideale, all’interno dello spazio sociale ed umano in cui lo stesso vive.

Lo spettacolo vede la partecipazione dei ragazzi con disabilità che frequentano l’Associazione del Teatro Patologico, affiancati da attori professionisti. L’adattamento di D’Ambrosi pone come elemento centrale della rappresentazione il rapporto tra corpo e linguaggio: un corpo che si fa lingua e comunicazione attraverso l’importantissimo ruolo che svolgerà la musica dal vivo…
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Dario D’Ambrosi

I primi spettacoli romani di Dario D’Ambrosi risalgono agli inizi degli anni ’80, in un luogo bellissimo come l’Uccelliera di Villa Borghese. Il pubblico presente rimase sbigottito di fronte ad un giovane in camicia di forza e con una gabbietta per uccelli vuota in mano. Quegli ignari spettatori si chiesero tutti la stessa cosa: “ma è un matto uscito dal manicomio o un attore che recita la parte di un folle?”. Molti, infatti, erano convinti si trattasse di un pazzo introdottosi per caso in quel luogo teatrale.

D’Ambrosi era giovane ma avrebbe fatto molta strada. Dopo altri singolari lavori teatrali presentati al Teatro dell’Orologio e al Valle di Roma, Dario D’Ambrosi diventa il flagellatore di Cristo nella Passione di Mel Gibson e recita al fianco di Anthony Hopkins e Jessica Lange nel Titus di Julie Taymor.

Si fa, quindi, conoscere dal grande pubblico italiano con la serie televisiva Romanzo Criminale, dove veste i panni del capo ispettore Canton, assistente di Scialoja.

E a vent’anni dal debutto fonda il Teatro Patologico, un luogo magico e pieno di energia, che D’Ambrosi dirige in Via Cassia 472.

Il Teatro Patologico 

Fondato nel 1992 da Dario D’Ambrosi, ideatore e direttore artistico, dallo stesso anno comincia un lavoro unico e universale: quello di trovare un contatto tra il teatro e le gravi malattie mentali.

Dal 2009 ha il suo teatro stabile in via Cassia 472 a Roma, dove apre il Primo Corso Universitario al mondo dio “Teatro Integrato dell’Emozione”, in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. L’intento di D’Ambrosi è quello di stimolare la libertà creativa degli studenti senza influenzare didatticamente la loro sensibilità, permettendo ad ognuno di trovare uno spazio nel campo teatrale.

Il progetto prevede l’interazione tra docenti, allievi, operatori sociali con la partecipazione attiva dei familiari. Il lavoro del Teatro Patologico è stato presentato a Parigi, Barcellona, Amsterdam, Praga, Madrid, Monaco, Londra e Stati Uniti. Sono in programma per il 2017 due tournée, rispettivamente a Tokyo e Los Angeles.

 

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1 commento

  1. sono silvia sorcini sono una attrice del teatro patologico, il teatro mi ha dato molto mi ha insegnato a stare insieme alle persone a conoscere il palcoscenico, io sono molto felice di stare al teatro è un posto magico il nostro teatro è fatto di persone che hanno delle difficoltà ma noi riusciamo a recitare sul palcoscenico, io voglio ringrazziare tutti i miei insegnanti che mi hanno aiutato molto in particolare dario che è il nostro insegante e capo del teatro patologico, poi rigrazzio la bravissima e unica almerica schiavo e tutti gli altri insegnanti che mi hanno aiutato molto ma ringrazio di cuore anche sebabstiano somma un bravissimo attore anche la bravissima e bellissima raffella un ringraziamento speciale a francesco giuffre a papaceccio e a ilaria miriam ringrazzio tutti silvia

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