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Tolfa, una piacevole gita da mattina a sera

Impossibile non diventare appassionati di Tolfa dopo aver fatto una gita in questo splendido territorio. Perché Tolfa… non è la solita solfa

Tolfarte
Galvanica Bruni

Lassù, sulle colline dell’Etruria, poco distante dal litorale a nord di Roma avventurandosi nell’entroterra laziale, c’è Tolfa, piccolo comune di poco più di cinquemila abitanti ma dalla storia millenaria. Aria buona, relax e qualche chicco di cultura: l’ideale per una gita dalla mattina alla sera.

In auto da Roma ci si arriva percorrendo l’Aurelia o l’autostrada per Civitavecchia fino all’uscita S.Severa-Santa Marinella, e da lì prendendo la provinciale per Tolfa, 23 km di curve immerse nel verde incontaminato.

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Di queste zone ultimamente si è parlato più per le fallimentari performance di quel pulviscoloso mondo delle banche locali che per altro. Ma qui c’è molto di più. E assaporare per un giorno il bucolico senso della vita in questo angolo di paradiso è più salutare che parlare di soldi.

Tolfa paese e rocca
Tolfa paese e rocca

Che poi bucolica sì ma mica sprovveduta. Tolfa ha una lunga tradizione in molti campi: agricolo, artigianale, commerciale, minerario…e culinario. E poi nei secoli ha avuto come cittadini, per periodi più o meno brevi, personaggi illustri quali – tra gli altri – il poeta marchigiano Annibale Caro, vissuto nel XVI secolo e famoso per la sua traduzione in endecasillabi de “L’Eneide” di Virgilio, e in tempi più recenti l’attore Tiberio Murgia, che vi morì nel 2010.

Ad un primo sguardo, Tolfa appare nettamente divisa in due: la parte vecchia e medievale, arroccata in cima ad un monte, e quella nuova, sottostante e più pianeggiante, costruita a partire dall’età rinascimentale.

Tolfa - panoramica
Tolfa, panoramica

Appena giunti in città, la prima attrazione è il meraviglioso panorama offerto dalla lunga balconata di piazza Vittorio Veneto che si affaccia sulla campagna sottostante e dalla quale in alcuni giorni è possibile scorgere anche gli Appenini.

La piazza, costruita negli anni ’30, è la degna cornice del Palazzo comunale, eretto nel 1860 dapprima come caserma per i soldati francesi e poi come sede del Municipio. E proprio ad un botanico francese si deve il giardino che orna la Villa comunale, alle spalle del Palazzo.

Nella piazza è possibile parcheggiare a pagamento ma salendo per due o trecento metri lungo viale d’Italia si trovano anche parcheggi con le strisce bianche.

Palazzi signorili e architettura civile

A Tolfa, l’architettura civile si è sempre sviluppata di pari passo a quella religiosa, che vedremo dopo. I palazzi signorili hanno quasi tutti un aspetto esteriore sobrio ma con interni da capogiro. Come il Palazzaccio, situato nella parte antica del paese e sovrastato dalla Torre dell’Orologio.

Attenzione però. Noi a Roma diciamo “palazzaccio” e pensiamo al tribunale di piazza Cavour. Qui invece è solo la vecchia sede del Comune prima che venisse spostato in piazza Vittorio Veneto.

Spesso la storia di questi piccoli centri s’intreccia con il nome di una famiglia che ne ha determinato i destini per lungo tempo. A Tolfa invece c’è stato un susseguirsi di signorie che ad elencarle tutte si farebbe notte.

Tolfa Palazzo Celli
Palazzo Celli

I nomi dei palazzi storici, del resto, non mentono: Palazzo Buttaoni, in via Roma, con le sue particolarissime finestre in pietra; Palazzo Panetti, in via Annibal Caro, sulla cui facciata è presente un tabernacolo in stile barocco con all’interno un’immagine della Vergine; il Palazzo baronale, dove nella prima età del ‘400 vivevano Pietro e Ludovico signori della Tolfa; e Palazzo Celli, in via Costa Alta, antica proprietà dell’omonima famiglia affermatasi, come (ma più di) altre qui a Tolfa, nel commercio dell’allume.

L’allume, già. E’ stata proprio la sua estrazione a caratterizzare, nel corso dei secoli, l’economia tolfetana. Ma cos’è ? E’ un minerale che in passato veniva utilizzato in varie lavorazioni dell’industria tessile, della carta, nella lavorazione delle pelli e in medicina per le sue capacità emostatiche.

Ma tornando agli edifici, non si può non menzionare il Castello dei Frangipane, tipica rocca medievale situata in posizione dominante che per molti secoli rappresentò l’ultimo bastione a difesa del popolo tolfetano. Resisté per molti mesi anche all’esercito napoleonico alla fine del XVIII secolo prima di capitolare dopo un lungo assedio.

Tolfa Castello dei Frangipane
Castello dei Frangipane

Oggi del complesso rimangono in piedi solo i ruderi, ma è abbastanza per fare di queste rovine il “francobollo” della città. Se volete vederlo da vicino, però, sappiate che la parte antica di Tolfa (come in ogni borgo medievale che si rispetti) è tutta in salita.

E poco importa che ogni salita al ritorno diventi una discesa, perchè prima bisogna arrivarci, in cima. Quindi scarpe da trekking e via. Anche perché bisognerà smaltire quell’abbacchietto di Pasqua che avrete appena divorato con immenso senso di colpa.

Tolfa Ruderi Castello dei Frangipane
ruderi Castello dei Frangipane

Alla parte antica si accede prendendo via dei Frangipani da piazza Matteotti, cui si giunge da piazza Vittorio Veneto percorrendo via Roma.

La parte vecchia è un labirinto di viuzze e passaggi angusti, ma in realtà la fatica per arrivare in cima è minore del previsto. E poi la vista panoramica offerta dal sagrato dell’attigua chiesa della Madonna della Rocca ripaga di cotanto sforzo. La chiesa fu costruita lì nel XI Secolo per proteggere la città “dall’alto”.

Chiese, santuari e tradizioni religiose

E proprio la protezione celeste ci introduce alle numerose architetture religiose presenti in città, luoghi densi di memoria e spiritualità. La pace nasce dal silenzio, diceva qualcuno, e qui non vola neppure una mosca. E poi quando la spiritualità incontra l’arte, l’estasi dell’anima è solo il più logico dei corollari.

La chiesa di S.Egidio e quella del Crocifisso ne sono l’esempio. Ma anche quelle di S.Antonio e di S.Francesco, il convento dei Cappuccini e il santuario di S.Maria della Sughera non mancano di instillare il dubbio, anche nel più tenace degli agnostici, che qualcosa “aldilà” ci sia.

Tolfa Chiesa S.Maria della Sughera
Chiesa S.Maria della Sughera

A Tolfa, inoltre, si tengono nell’arco dell’anno diverse processioni religiose. Una delle più suggestive è quella del Venerdì Santo che rappresenta la via Crucis, con 300 figuranti e il percorso della Passione accompagnato dalle note della banda  musicale “G.Verdi”, la banda di Tolfa, nata nel 1866!

Anche la processione di S.Antonio Abate, protettore degli animali e quindi patrono degli allevatori e dei contadini, è molto particolare e sentita da queste parti. In tale occasione la statua del santo è portata a spalla da numerosi pastori lungo le vie del centro storico, ed è contornata da centinaia di cittadini che illuminano le strade con torce di cera.

Non vanno dimenticate però anche la processione del patrono S.Egidio e il cosiddetto innalzamento dei globi aerostatici, che poi è tipico di molte zone della Maremma e della Tuscia. Si tratta di piccole mongolfiere di carta dalle varie forme lasciate librare nell’aria, in osservanza di una vecchia tradizione. Infine, importante è anche il canto della Pastorella, o canto di Natale.

Rioni

Altra caratteristica di Tolfa è la suddivisione in rioni. Ma come?! Una città che è già così piccola l’hanno ulteriormente spezzettata? In verità i rioni sono tipici di molti centri medievali. A tolfa sono sette: Rione Rocca, Bassano, Poggiarello, Lizzera, Casalaccio, Cappuccini e Sughera. I nomi corrispondono ognuno ad una via o ad una particolare attrazione della città.

Finalmente si mangia

E la cucina? Intanto va detto che qualche anno fa la conquista del primo premio nel concorso agro-eno-gastronomico di Fiumicino “I capolavori del gusto”, sancito da una giuria di giornalisti di testate specializzate presieduta da Beppe Bigazzi del programma Rai “La prova del cuoco”, fu vinto da un tipico menù tolfetano. Così tanto per capire con chi abbiamo a che fare.

E poi, prima accennavamo all’abbacchio pasquale. Ma quello il giorno dopo è già storia. Quindi se non avete fretta di riprendere la dieta proprio nel lunedì di Pasquetta potreste provare l’”acquacotta“, una speciale zuppa di verdure tipica di tutta la Maremma tosco-laziale.

Una zuppa a cui vanno aggiunti lardo di maiale e maggiorana, versando il tutto in una scodella con alla base alcune fette di pane di grano duro.

acquacotta
acquacotta

Insomma, piatto povero ma sapore ricco, da gustarsi preferibilmente alla fine (e non prima) della scarpinata.

Un altro piatto di queste parti è il “baccalà in agrodolce“, tipico delle feste natalizie, con baccalà, cipolla, uva passa, quarti di mela essiccati, prugne secche, visciole secche e peperoncino. Poi se dopo pranzo ci scappa pure il dolcetto in pasticceria, ancora meglio.

Il Museo Civico

Dopo la mangiata il dilemma è sempre lo stesso: “pennichella” sulla prima panchina che capita a tiro o visitina al Museo civico. Noi diremmo la seconda, perchè il rischio è che a sdraiarsi poi non ci si alzi più in piedi.

Tolfa Museo civico
Museo civico

Il Museo è espressione del territorio e della comunità locale. Qui sono esposti reperti archeologici di tutte le epoche che hanno caratterizzato la storia di Tolfa. La raccolta è divisa in tre sezioni: etrusca (la più importante), romana e medievale/moderna.

Cultura ed eventi contemporanei

Ma Tolfa, oltre che storia e cultura antiche è anche fermento contemporaneo. Teatro, poesia e musica sono gli interessi culturali più sentiti nel paese e nel corso degli anni molte associazioni hanno operato per mantenerli vivi.

La musica soprattutto. Della Banda di Tolfa si è detto, ma a partire dagli anni ’60 la città è stata anche la culla di gruppi pop-rock molto quotati come gli L.S.D.A., storica band ancora in attività, e gli Echoes. E poi in città si sono esibiti nel corso degli anni artisti come Nomadi, Stadio, Ricchi e Poveri, Negrita, Luca Barbarossae Niccolò Fabi.

Tolfa butteri
torneo butteri

Per non parlare di altri eventi come le varie edizioni delle finali regionali di Miss Italia, le esibizioni di cabarettisti come Max Giusti, Antonio Giuliani, e Marco Marzocca, o come l’incontro di calcio tra il Tolfa Calcio e il Cervia allenato da Ciccio Graziani nel reality televisivo “Campioni, il sogno”.

Importanti anche le numerose iniziative organizzate dalle associazioni locali e gli appuntamenti che hanno puntato sulla valorizzazione delle tipicità di questa terra, dal Torneo dei Butteri al Tolfa Jazz al Tolfa Short Film Festival fino alle molte sagre paesane che attirato un numero sempre maggiore di appassionati.

E appassionati diventerete anche voi dopo che vi sarete fatti un giro da queste parti. Perché Tolfa…non è la solita solfa.

Valerio Di Marco

© riproduzione riservata – proprietà EdiWebRoma

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1 commento

  1. Bravo Valerio di Marco.
    Non è facile trovare descrizioni di Luoghi cosí piacevoli come quella che tu hai fatto di Tolfa.

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