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Elisa, addio tra rose bianche e lacrime all’Olgiata

singhiozzi, lacrime, un lungo applauso e il grido 'Brava Elisa' hanno accolto il feretro fuori dalla chiesa, al temine della funzione...

funerali di Elisa Scarascia Mugnozza
Galvanica Bruni

La Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, in via Antonio Conti, è stracolma per il funerale di Elisa Scarascia Mugnozza, la giovane studentessa residente all’Olgiata deceduta domenica scorsa insieme ad altre 12 ragazze di varie nazionalità, di cui 7 italiane, nel tragico schianto del pullman a Tarragona, in Spagna.

Sono le 10.30 di giovedì 24 marzo ed è don Pietro, il parroco, a celebrare la Messa mentre una folla di amici si stringe attorno alla famiglia di Elisa la cui salma a piedi dell’altare è circondata da agenti della Polizia Locale di Roma per un picchetto d’onore. La bara è ricoperta di rose bianche.

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In prima fila oltre ai genitori, ci sono i fratelli i cugini e gli zii. Gli amici riempiono la Chiesa, ma non c’è posto per tutti e in molti si ritrovano fuori a seguire la funzione.

elisa 1Molte le personalità presenti fra le quali il rettore dell’Università Sapienza, Eugenio Gaudio. Elisa studiava infatti alla Sapienza di Roma mentre il padre è direttore del Dipartimento per l’innovazione dei sistemi Biologici, Agroalimentari e Forestali dell’Uniersità della Tuscia e il nonno, Gian Tommaso, è stato il fondatore e primo rettore dello stesso ateneo, nonchè tra i fondatori della Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui) e suo primo presidente. Presente anche Daniele Torquati, Presidente del XV Municipio.

Commuovono le parole di don Pietro che durante la predica, con affetto e umanità, ha voluto ricordare Elisa: “questa notte accanto alla tua salma ci sono state tante amiche e tanti amici. Guardandoli ho capito quanto dovessi essere importate per loro; come se tu fossi diventata madre e non solo amica, guida e non solo compagna”.

“Cara Elisa” continua don Pietro, “qui accanto alla tua bara, abbiamo tante domande. Siamo fragili e indifesi. Oggi vorremmo chiedere a Dio il perché di tanto dolore. Ma essere uomini e donne di fede, non significa avere tutte le risposte. E’ saper guardare avanti anche nella tragedia. Vogliamo oggi chiederti di aiutarci a vivere il presente anche se tu non ci sei più. La vita è un dono. E noi ringraziamo Dio per averci donato te”.

Il momento dell’offertorio quello più commovente; Il sacerdote si appresta all’altare per la consacrazione e le persone sono in silenzio. Lacrime composte, abbracci tra amici. Come chiesto dai familiari, le offerte dei presenti verranno devolute ad opere di carità.

La Messa finisce, ma non i saluti ad Elisa, una figlia, una sorella, una cugina e una amica.

elisa 2E’ il papà a prendere la parola per primo; un viso sofferente ma forte e pieno di dignità. Un uomo coraggioso che nonostante il terribile dolore ha parole di ringraziamento e di conforto per tutti: “grazie a voi per esserci stati vicini; grazie allo stato italiano per aver fatto rientrare dalla Spagna la salma di Elisa in tempi rapidi; grazie al Papa che ha pregato per noi e grazie a Dio per avermi donato, seppure per poco tempo, una figlia come Elisa”.

Si susseguono poi le testimonianze delle amiche e dei cugini di Elisa; ricordi di gite e vacanze, ricordi di feste in famiglia, ricordi che ognuno terrà stretti a sé per non dimenticare mai: “Eri la più splendente tra di noi. Aiutaci e guarisci da questo dolore con quella risata, travolgente e affettuosa, che avevi solo tu”; con queste ultime parole di una amica, si conclude la cerimonia.

Una folla di applausi accompagna la salma della giovane studentessa all’esterno della Chiesa dove il carro funebre l’attende.

Elisa ci lascia la sua risata e il suo coraggio, il suo impegno e la sua voglia di vivere; non permettiamo a questo dolore di non farci seguire i suoi insegnamenti”; sono le parole della cugina di Elisa. “E’ con questo spirito che dobbiamo e possiamo continuare a vivere”.

Valentina Ciaccio

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