Home ATTUALITÀ Sognando i Tropici a Prima Porta

Sognando i Tropici a Prima Porta

tropici a Prima Porta 1
ArsBiomedica

C’è il mare, la palma e ovvio anche il sole. Sono arrivati i Tropici a Prima Porta, a via Felice Cettomai, una piccola traversa di via della stazione di Prima Porta.

Tutto parte da un piccolo ponte che passa proprio sotto la stazione della Roma Nord fino ad arrivare dentro ad una abitazione privata.

Continua a leggere sotto l‘annuncio

Dopo tre giorni di lavoro, si è appena concluso un intervento di riqualificazione del territorio; vernice, pennelli, un poco di fantasia ed una zona buia e piena di scritte è diventata luminosa e allegra.

tropici a prima porta 2
sotto il piccolo ponte

Artefice di tutto è stata una piccola squadra di volenterosi organizzata da Barbara Linardi, Presidente dell’Associazione culturale Rosa D’ Eventi, e capitanata da Mario, l’ormai famoso pittore dei “ Pittori Anonimi del Trullo” che si è fatto conoscere negli ultimi mesi proprio perché partecipe a diverse opere di riqualificazione urbana.

tropici a prima porta 3
la squadra al lavoro

Si passa sotto il ponticello e sulle mura troviamo delle piccole mani colorate; appartengono ai bambini di quinta della scuola elementare che è proprio lì vicino. Anche loro hanno “dato una mano”.

tropici a prima porta 4
le mani dei bambini

“I piccoli si sono sentiti partecipi e protagonisti, è stato un modo concreto per far capire che questa è anche roba loro, roba di cui prendersi cura e non certo da rovinare”, ci dice Mario contento di aver avuto dei piccoli aiutanti; “non si tratta solo di colorare delle mura, si tratta di educare i ragazzi perché capiscano fin da piccoli che la città, che il territorio, che l’ambiente in cui tutti viviamo va rispettato e protetto”; è questo l’auspicio di Mario.

Appena fuori dal ponte, a sinistra e a destra, disegni colorati hanno preso il posto di vecchie scritte vandaliche.

Ma il pezzo forte lo troviamo sulle mura di una abitazione privata. Il muro che parte dal ponte prosegue infatti all’interno di una abitazione; la proprietaria è stata ben contenta di permettere che venisse colorata anche parte della sua proprietà così che il disegno fosse completo.

tropici a prima porta 5
ultimi ritocchi…

E al posto di una crepa ora c’è il tronco della palma e dove l’umidità aveva reso le mura nere, ora c’è il mare. Mario li ha chiamati “ I Tropici”.

Valentina Ciaccio

© RIPRODUZIONE RISERVATA

8 COMMENTI

  1. Più o meno la stessa differenza che c’è tra un bel quadro e uno scarabocchio; se poi lo scarabocchio, per rimanere educati, è su di un muro, allora ben venga se coperto da un “quadro” bello, appunto.

  2. @Spes: bene. Ma chi decide cosa è “bello” e cosa è “brutto”? Van Gogh fu deriso per la sua arte e non riuscì a vendere un quadro in vita sua. Eppure oggi le cose sono cambiate… Ripeto che l’iniziativa sarebbe di per se apprezzabile… vorrei solo capire chi decide cosa vada bene e cosa no.

  3. Vero! Però tra parolacce, bestemmie e disegni osceni, direi che, come nel caso descritto nell’articolo, vinca il disegno…

  4. La domanda del SorChisciotte non è banale e non è sufficiente rispondere classificando gli uni “scarabocchi” e il resto “bei quadri”: ho visto murales opera di writers che erano veri e propri capolavori ed emerite porcherie esposte in pregiatissimi musei con tanto di salato biglietto per poterle vedere.

    Una possibile, ma non esaustiva, risposta la si può trovare nell’intento che muove l’autore dell’opera: un intento artistico può tranquillamente essere conciliato con il rispetto del bene comune e del territorio, un intento vandalico o quantomeno di mera affermazione di sé invece no; ma come dicevo questo non riesce a dare una risposta precisa né tanto meno a classificare casa è bello e cosa no: da un lato può tranquillamente verificarsi il caso del vandalo che ha capacità artistiche sublimi, dall’altro opere animate magari dalle migliori intenzioni che sono invece degli orpelli o peggio degli inutili cadaveri lasciati lì a marcire e a devastare il territorio (vedi ad esempio le Vele di Calatrava che di certo non sono opera di un writer).

    In ogni caso consiglio una “gita turistica” su questi due link dedicati agli “scarabocchi romani”:

    A spasso tra le meraviglie della street-art a Roma

    Itenrari turistici a tema (in fondo alla pagina ci sono gli itinerari Street Art)

  5. Ragazzi, c’è poco da capire se è bella o brutta una bestemmia piuttosto che immagini volgari colorate con dello spray.
    La Street Art esiste ed è bella ed è arte. Qui invece stiamo parlando di mura imbrattate!

  6. @Fake: grazie delle segnalazioni… per quel che ho potuto vedere si tratta quasi sempre di cose che mi pare abbiano un tratto comune: sono tutte opere fatte “con cura”, rispettando i luoghi e, credo, in accordo con i proprietari. Poi possono piacere o non piacere…

    @Spes: certamente esiste, “bella”? “Arte”? E chi lo dice? Il riconoscimento di “arte” non lo danno i critici, i passanti o gli artisti stessi (figurarsi io…) è il “sentire” della gente difronte all’opera, è quanto essa riesce a colpire, ad emozionare, a trasmettere qualcosa, che definisce essere o meno “arte”. Esiste anche dell’ottimo “artigianato”, degno e rispettabile, che però non è arte.

  7. Forse mi sono espresso male. Non parlavo di Arte ne’di cosa sia Arte o di chi lo stabilisce. Mi riferivo al semplice fatto che è meglio una palma colorata a dei disegni volgari. Tutto qui.

LASCIA UN COMMENTO

inserisci il tuo commento
inserisci il tuo nome