Home TOR DI QUINTO Pronta la cura del ferro a Roma Nord

Pronta la cura del ferro a Roma Nord

stazione Vigna Clara
Galvanica Bruni

Fondi per il raddoppio e l’elettrificazione della Roma-Viterbo e fondi per la chiusura dell’anello ferroviario tra Vigna Clara e la Nomentana con la stazione di Tor di Quinto a fare da nodo di scambio. Circa 700-800 milioni di euro necessari a rilanciare la cura del ferro a Roma Nord potrebbero rendersi disponibili già da martedì 16 febbraio.

Il prossimo martedì si terrà infatti un incontro fra il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e il Ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, sul tema trasporti nel Lazio. In gioco circa un miliardo di euro, risorse che potrebbero essere messe a disposizione parte dal Governo, parte dalla Regione e parte da Fondi Europei.

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“Da mesi – dichiara alla stampa Zingaretti – è stato avviato con il ministro Delrio un confronto positivo sulle opere immediatamente finanziabili per rilanciare la cura del ferro e per realizzare infrastrutture che a Roma e nel Lazio si attendono da anni. Martedì ci sarà il prossimo incontro e siamo vicini, davvero, ad una svolta storica”.

L’incontro verterà su tre temi: un intervento chirurgico sulla Roma-Lido, che nel 2015, stando a Legambiente, è stata la peggiore ferrovia locale a livello europeo, l’ammodernamento della Roma-Viterbo e la chiusura dell’anello ferroviario, un fatto atteso da decenni a Roma Nord.

In relazione al terzo punto, il primo ostacolo da superare sarà l’annoso problema della zona industriale di Camposampiero, sulla Flaminia, dove da decenni sorgono capannoni di piccoli artigiani e piccole industrie alle quali più volte è stato offerto di trasferirsi in altra località.

Trasferimento necessario e condizionante il collegamento fra la stazione Vigna Clara e quella Tor di Quinto perchè proprio su quel tracciato sorgono i capannoni.

L’ultimo progetto di trasferimento, annunciato a grandi lettere come definitivo e poi caduto nel nulla, risale addirittura a luglio 2011. Prevedeva lo spostamento dei 51 operatori da Via Camposampiero a Prima Porta, in un’area di circa 26 ettari poco prima del cimitero Flaminio.

Cinque i milioni di euro che sarebbero stati investiti per gli oneri di urbanizzazione e ad ogni artigiano sarebbe stato dato un lotto con concessione a 90 anni. Subito dopo tutta l’area di via Camposampiero sarebbe stata bonificata per permettere il completamento dell’anello ferroviario del quale mancano solo gli ultimi 2 km a partire dalla stazione di Vigna Clara.

Di quel progetto, dal 2011, non s’è saputo più nulla. Da qui si dovrà necessariamente ripartire volendo parlare seriamente di chiusura dell’anello. Ci riuscirà Tronca nei prossimi mesi viste le défaillances di Alemanno e Marino?

Intanto il problema sarà nuovamente all’attenzione del Consiglio del XV Municipio la cui voce in capitolo, per quanto non vincolante, sarà sicuramente importante per il Campidoglio. A portare il tema in aula sarà Giuseppe Mocci, capogruppo NCD, che proprio in queste ore ha presentato una mozione per sollecitare la delocalizzazione delle attività artigianali di Via Camposampiero.

“Considerata l’importanza del tema in questione – si augura Mocci – l’auspicio è di arrivare alla votazione del documento in tempi brevi con l’approvazione di tutte le forze politiche municipali.”

Claudio Cafasso

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12 COMMENTI

  1. Ma che razza di paese è quello in cui non si fanno opere vitali per la città perchè non si riescono neanche a cacciare degli abusivi ? Ma che mandassero le ruspe, basta con questo buonismo retorico

  2. Bisognerebbe inserire nella Costituzione il divieto di uso dei verbi al tempo futuro: “faremo, amplieremo, miglioreremo…” la sola comunicazione politico/istituzionale ammissibile deve essere al passato prossimo: “abbiamo fatto, abbiamo ampliato, abbiamo migliorato“. Siamo invecchiati con promesse di ogni tipo ed impegni di ogni sorta… sempre tutto disatteso. Basta, abbiate pietà.

  3. Comunque ottima notizia, avremo la stazione di Vigna Clara attiva fra poco più di due mesi e fra qualche hanno la chiusura dell’anello ferroviario con una linea diretta che ci collega con la metro (e spero con una buona frequenza!)
    Bene!

  4. Il Comune dovrebbe mandare immediatamente le ruspe per liberare la zona (TOTALMENTE ABUSIVA) per cui mi sembra assurdo dover garantire un area alternativa per di più con concessione a 99 anni.. La zona va liberata e basta! Il comune dovrà rifarsi dei costi di demolizione nonchè di tutte quelle utenze (luce, smaltimento rifiuti ect..) che nel corso di tutti questi anni potrebbero non essere state pagate..

  5. …… se TUTTE le forze politiche fossero d’accordo e dicessero no all’abusivismo questo fenomeno sarebbe marginale. dal momento che ci sono diversi politici che strizzano gli occhi agli abusivi, questi non fanno altro che ringraziare…

  6. Di seguito una parte della mozione presentata:
    “- Che sul rilevato, realizzato negli anni 30’ per far transitare la linea ferroviaria in questione, ricompreso nel Demanio Ferroviario e attualmente di proprietà di RFI S.P.A., è posizionato, un nucleo di attività artigianali la cui presenza, dalla fine degli anni 50’, ha rappresentato una delle cause della mancata realizzazione della chiusura dell’anello ferroviario, già previsto nel P.R.G. del 1965;”

    Gli artigiani sono lì da più di 60 anni, sono stati tollerati per troppo tempo e oggi non è così semplice “cacciarli”. Invece è opportuno dare continuità ad un lavoro iniziato da qualche anno per cercare di risolvere il problema. Ovviamente senza fare regali a nessuno e nel rispetto delle regole.

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