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Piazze e strade del XV, come funziona la Toponomastica

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topo240.jpgVia della Femminamorta, via dell’Ossario, via delle Anatre, strade dai nomi misteriosi o curiosi. Da dove traggono origine, chi li ha proposti, perchè proprio in un certo quartiere, ve lo siete mai chiesto? Viaggio nell’Ufficio Toponomastica del Campidoglio, con un occhio a Roma e l’altro al XV Municipio.

Se fino a oggi avete pensato che via delle Anatre fosse stata dedicata a questo simpatico tipo di uccelli lacustri, preparatevi a ricredervi, perché la direttrice Mariarosaria Senofonte ha aperto a VignaClaraBlog.it le porte dell’ufficio Toponomastica di Roma, situato a via della Greca 5.

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Tra targhe di marmo e mappe topografiche ecco soddisfatte alcune curiosità grazie ad Anna Tonanzi, responsabile della segreteria della Commissione consultiva, Anna Maria Puntieri, architetto responsabile dell’ufficio tecnico, e Helman Evangelista.

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Denominare le strade e di conseguenza ordinare il territorio, attraverso l’assegnazione di nomi: questa in breve la toponomastica e le attività dei membri dell’ufficio, al quarto piano di un palazzo letteralmente incastrato tra il Circo Massimo e la Bocca della Verità.

Non si tratta però di un lavoro casuale, ma del frutto di scelte ponderate a seguito di procedure ben stabilite, seppur alla portata di tutti. Infatti l’assegnazione può avvenire o a seguito della costruzione di strade nuove, che necessariamente devono ricevere un nome – un dato indispensabile per gli atti, ad esempio, di compravendita di immobili – oppure attraverso una specifica richiesta da parte di un privato cittadino, un gruppo o un’istituzione.

Basta un’e-mail o una richiesta in carta semplice per proporre o il nome per uno specifico luogo oppure un’intitolazione generica, senza indicazione del luogo fisico.

Uno dei casi più frequenti ultimamente riguarda soprattutto le aree verdi, che al proprio interno possono comprendere viali o vie percorribili…E nel XV Municipio, si sa, sono la norma, non l’eccezione.

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Ed è proprio di un’area verde sulla Camilluccia una delle più recenti assegnazioni nel Municipio, quella per il Giardino David Tobini, in onore del parà morto in Afghanistan nel 2011.
Alla regola più importante infatti per l’assegnazione del toponimo – ovvero far passare dieci anni dalla data di morte all’intitolazione – derogano le medaglie d’oro al valore e i difensori della patria, nonché alcuni casi eccezionali, che però devono essere segnalati al prefetto, il quale concede o meno la deroga.

Altra, e recente (dicembre 2013), intitolazione è quella di via Germana Stefanini, Vigilatrice penitenziaria, Medaglia D’Oro al Merito Civile alla Memoria, uccisa dalle Brigate Rosse nel 1983. Così oggi si chiama l’ex “strada di fondovalle”, quella che va da via di Grottarossa a via Ischia di Castro.

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Siamo quindi il Municipio delle medaglie d’oro al valore, ma anche degli autori teatrali, degli armaioli, dei toponimi locali, medici (la zona del Sant’Andrea) e dei giornalisti (come via Ilaria Alpi).

No, non è uno sprazzo di campanilismo ma la fotografia di una realtà, in quanto l’ordinata disposizione del territorio prevede che i gruppi toponomastici siano omogenei, seppur a volte in modi non sempre prevedibili: se vi siete chiesti cosa c’entri via Taormina con via Courmayer, sappiate che il gruppo toponomastico di quella zona è “località climatiche”, posti piacevoli dove trascorrere tempo per stare meglio fisicamente e non solo.

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Certo, forse l’idea può sembrare “datata”, ma in linea generale la toponomastica tende a rispettare il dato storico in modo conservativo.

L’assegnazione del nome di una strada infatti passa prima per ricerche d’archivio e controlli, ad esempio, sulla carta dell’Agro Romano dell’IGM: le denominazioni legate a toponimi locali – cioè di uso comune tra gli abitanti del posto – o a scoperte archeologiche o a strutture preesistenti, come casali o ruderi, viene sempre prima delle proposte avanzate dai cittadini, sempre seguendo come criterio di massima l’omogeneità con il gruppo toponomastico più vicino.

Abbiamo quindi nella campagna di Roma Nord, poco prima di Cesano, una via di Femminamorta, probabilmente perché la gente chiamava così quella zona a seguito del ritrovamento di un corpo. A Polline Martignano – enclave del XV posto tra il Comune di Anguillara e il Comune di Trevignano – la recentissima, piccola Via della Montagna Spaccata, che prende il nome dalla forma del territorio, che appunto sembra creare una spaccatura.

Oppure via delle Anatre lungo la Formellese, luogo di scavo di una tomba etrusca del VII secolo, a forma d’anatra; o ancora, di nuovo sulla Cassia, via della Merluzza, nome di un’osteria antica ivi situata.

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Altro requisito importante per l’assegnazione è il fatto che la strada sia aperta al pubblico transito, pubbliche o private che siano; la regola vale anche per i luoghi chiusi, ma percorribili all’interno, come ad esempio il cimitero Flaminio, a Prima Porta, dove vige il criterio di assegnazione sulla base di dove conducono le strade, come ad esempio via dell’Ossario.

Non solo una funzione di conservazione della memoria storica di un territorio, ma anche di indicazione, in posti che in fondo sono città dentro le città, come i cimiteri.

Non solo i cittadini possono proporre, ma anche i membri dell’ufficio e i membri della Commissione consultiva – dieci più il presidente, l’attuale assessore alla cultura e al turismo, Giovanna Marinelli. La segreteria redige una breve biografia dei nomi proposti, portati in commissione alla prima riunione utile; la commissione si riunisce dalle 4 alle 6 volte l’anno.

Attualmente l’impegno non comporta un gettone di presenza, a seguito di una delibera del 2013, pertanto da due anni si riunisce a titolo gratuito. I membri sono scelti solitamente su base fiduciaria tra personalità della cultura, come archeologi, storici dell’arte, sociologi e altri. Solo in un caso molto recente, l’ex assessore Flavia Barca indisse un bando per titoli per la scelta della commissione, che rimane in ogni caso per tutto il mandato del sindaco.

Alla richiesta di luogo per l’assegnazione, si accompagna un’istruttoria tecnica, con sopralluoghi e rilievi. Durante la riunione, la commissione esprime il proprio parere e vota; il parere espresso si verbalizza e si porta la proposta di delibera in giunta con il verbale della seduta, a cui segue affissione in albo pretorio e la ratifica in prefettura.
Per legge, il tempo massimo per questa procedura è di 180 giorni, ma viene completata solitamente in un paio di mesi.
Utile strumento è anche il sito web S.I.To la banca dati dell’ufficio toponomastica accessibile a tutti.

A metà di questo iter avviene anche l’assegnazione dei numeri civici, che va a concludersi entro 30 giorni, dopo la consegna da parte dei cittadini di un modulo, con foto e planimetria.

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Se doveste pensare che anche quella almeno è casuale, vi sbagliereste ancora, perché la regola impone la scelta di un verso per la strada, sia per i numeri pari che per i numeri dispari, mentre sono circolari per strade o piazze.

E quei casi in cui i numeri da un lato crescono e dall’altro lato sono in ordine decrescente? Anomalie del passato non modificabili, spiacente. Capitano soprattutto in centro, dove permangono le numerazioni antiche, risalenti alle prime targhe in marmo per l’assegnazione, una caratteristica della città, come sappiamo, più o meno dal 1870.

Anche la costruzione delle targhe è affidata a delle ditte per mezzo di appalto pubblico, uno per le targhe di marmo e un altro per quelle di alluminio, che comprendono anche l’ordinaria e la straordinaria manutenzione.

Anche l’ufficio inoltre può proporre nomi, sia attingendo dalle riserve oppure proponendone uno nuovo.

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Come nel caso di via Carlo Angela, dalle parti dell’Ospedale Sant’Andrea, medico e Giusto tra le Nazioni, titolo giustamente riconosciutogli perchè riuscì a salvare decine e decine di ebrei, falsificando le cartelle cliniche, a rischio della propria vita.
Questa storia, poco conosciuta, è venuta alla luce grazie al recente racconto di uno dei sopravvissuti; nessuna cerimonia, la richiesta non era stata nemmeno inoltrata da un familiare: rimane però il marmo di una targa, a ricordare una storia di grande valore.

Flavia Sciolette

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1 commento

  1. Articolo interessante, peccato non ci sia nessun accenno all’iniziativa di TOPONOMASTICA FEMMINILE, che dopo aver denunciato l’invisibilità delle donne anche nella toponomastica, sta ottenendo l’intitolazione a donne di strade e spazi pubblici. in tutta Italia.
    Eppure il tema ha trovato grande attenzione anche in altri Paes!.
    Nel nostro Municipio rcentemente, purtroppo, agli onori della cronaca, i tratti della ciclabile iniolati alle partigiane.

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