Home ARTE E CULTURA Magalli: “Mi ricordo quando a Vigna Clara…”

Magalli: “Mi ricordo quando a Vigna Clara…”

giancarlo magalli
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Correva l’anno 1959 e un ragazzino, nato e cresciuto ai Parioli, quartiere bene di Roma nord all’epoca già urbanizzato, traslocò, suo malgrado, a Vigna Clara e precisamente in Via Nemea. Allora l’intera zona era aperta campagna: solo campi, vigne e immensi prati su cui pascolavano le pecore. La sua reazione?

Quel ragazzino si chiamava Giancarlo Magalli, che tutti noi conosciamo e seguiamo da tanti anni come conduttore, autore radiofonico e televisivo, attore e doppiatore.

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“Quando papà mi fece vedere per la prima volta la zona – inizia a ricordare Giancarlo – gli dissi incredulo ma anche un po’ arrabbiato “Papà, sei impazzito? Dai Parioli mi porti ad abitare in mezzo alle pecore?”

Spiritoso, arguto e sempre pronto alla battuta ma anche conduttore affidabile e preparato, fedelissimo alla Rai, l’Azienda nella quale lavora dal 1970 raccogliendo più successi che delusioni, la nostra intervista “amarcord” è anche l’occasione per ripercorrere la sua lunga e brillante carriera, iniziata proprio dall’appartamento di Via Nemea, dove ha abitato per tanti anni.

Allora Giancarlo, da dove cominciamo?

“Beh, quando sono arrivato nella nuova casa Piazza Giuochi Delfici, Vigna Stelluti, Corso Francia e dintorni era solo campagna e greggi. Non c’erano palazzine ma solo casali con tanti alberi e animali. A Piazza Giuochi Delfici, la villa dietro al benzinaio era il Mulino sperimentale della Facoltà di Agraria dove gli studenti andavano a vedere come si macinava il grano.”

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Il suo fu il primo comprensorio?

“No, costruirono prima quello di Piazza Jacini, chiamato gli Stellari. Il socio di mio padre, che era direttore di produzione cinematografica, comperò lì un attico e ci invitò al pranzo inaugurale. Ad un certo punto si affacciò sul terrazzo e, indicando un punto della campagna, disse a mio padre: presto l’immobiliare costruirà lì un altro comprensorio simile a questo con un grande parco, la piscina, il tennis… compera un appartamento perché sono sicuro che questa zona crescerà. E, nonostante il mio rifiuto, mio padre comperò due appartamenti ai “Due Pini” di via Nemea e fece un buon affare.”

Allora quello era un comprensorio all’avanguardia…

“All’inizio comperarono molti americani perché questa tipologia di appartamenti nel comprensorio piaceva molto a loro poi, piano piano, acquistarono sportivi, calciatori, gente dello spettacolo.”

E’ stato difficile ambientarsi?

“Direi di no. Mi sono trovato subito benissimo. Il traffico non esisteva, la zona era molto tranquilla e noi ragazzini la giravamo tutta in bicicletta”.

Insomma, possiamo dire che la sua adolescenza l’ha trascorsa in campagna?

“Proprio così. Con la bici arrivavamo fino a Ponte Flaminio, dato che il viadotto di Corso Francia fu costruito con le Olimpiadi del ’60. E ricordo ancora che alla fine del Ponte Flaminio c’era un muro bianco e nero che ti costringeva a girare su Lungotevere. E al di là, si iniziava a costruire il Villaggio Olimpico.”

Sicuramente bei ricordi..

“Sì, bellissimi. Ho vissuto bene in questo quartiere: le prime cotte, i primi innamoramenti sono avvenuti proprio qui. E il primo parroco, il simpatico Don Antonino, ha celebrato il mio primo matrimonio e Don Gianni, indimenticabile, ha seguito tutto il resto della mia vita… E poi in via Nemea ho stretto tante amicizie. Alcuni amici, come Gianni Boncompagni, Raffaella Carrà, Mario Marenco sono rimasti ad abitare qui.”

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A questo punto, chiediamo a Magalli di raccontarci un aneddoto, tra i tanti, legato alla sua amicizia con quelli che hanno fatto la storia della televisione italiana. E Giancarlo, con la consueta disponibilità, ci accontenta.

“In realtà ancora una volta la mia casa è stata un collante importante. Le nostre amicizie e le nostre carriere, infatti, sono iniziate proprio in via Nemea perché Gianni Boncompagni era mio vicino di porta. Gianni si venne a presentare, allora era un fotografo ma sognava di fare la radio. Così i miei genitori, che conoscevano l’allora direttore di Radio2, glielo presentarono, gli piacque e lo fece lavorare in radio. Gianni ha cominciato la sua carriera radiofonica proprio perché era mio vicino di casa.”

“Lui, a sua volta, mi fece esordire in radio.. la mia prima trasmissione su RadioDue si intitolava “Io e il mio amico Osvaldo” assieme a Renzo Nissim, poi nel ’64 collaborai insieme a Renzo Arbore, un altro grande amico, e a Boncompagni al mitico programma “Bandiera gialla”. Poi con Gianni abbiamo proseguito raccogliendo successi con il quotidiano “Pronto Raffaella” nel 1983, condotto dalla Carrà, mia vicina di casa, poi nel 1987 “Pronto chi gioca?”..E da lì iniziò anche la mia carriera come conduttore in quanto sostituii Enrica Bonaccorti che si dovette assentare per un infortunio..”

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La sua è una carriera varia, oltre la radio e la televisione, anche il cinema come autore, sceneggiatore e interprete

“Anche in questo settore possiamo dire che ho mosso i primi passi grazie alla casa di via Nemea. In via Orti della Farnesina, infatti, c’erano gli stabilimenti della Titanus dove io, grazie al fatto che mio padre era amico del produttore Gianni Buffardi, genero di Totò, ho avuto l’opportunità di fare pratica come aiuto assistente segretario di produzione in ben tre film interpretati dal grande Totò. Ricordo ancora la mia emozione quando, qualche volta, al momento di girare mi mandavano a chiamarlo in camerino.Insomma via Nemea per tanti anni ha rappresentato un punto strategico per molte cose”.

E oggi?

“Rimane ancora un quartiere importante. Anni fa ho venduto la mia casa a Raffaella Carrà e nell’altra, al piano di sopra, ci abita la mia prima figlia. Ed io mi sono trasferito in una nuova casa, sempre in zona.Il quartiere è cambiato, come è cambiata tutta la città: più affollato, più rumoroso, più movimentato. E, al posto delle pecore, tante macchine. Però per me rimane sempre una bella zona.”

Giancarlo, sappiamo che lei da tanti anni è anche volontario della Polizia Municipale, di cui è agente onorario. Ha mai pattugliato la sua zona? “No, purtroppo no. La mia zona erano i Parioli e il centro storico”

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Un’ultima domanda: da tanti anni è al comando de “I fatti vostri”, il programma storico firmato da Michele Guardì. Cosa ci dice in proposito?

“Beh, sono venticinque anni di conduzione e il prossimo anno festeggerò il ventiseiesimo!! Diciamo che vado per la pensione! A parte le battute, è un programma che faccio volentieri e lo considero un po’ la mia seconda casa visto che mi legano tanti bei ricordi, anche personali..
“I fatti vostri” è una delle trasmissioni più longeve della Rai e quella con maggiori ascolti di RaiDue. E per me è una grande soddisfazione perché tra l’altro, insieme a Fabrizio Frizzi, l’ho tenuta a battesimo nel lontano 1990″.

Ilaria Galateria

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