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Pronto, parlo con Bud Spencer?

bud spencer
Galvanica Bruni

“Pronto, parlo con Bud Spencer?” “Sì, sono proprio io” risponde dall’altra parte della cornetta una voce calda, intensa e robusta. Inconfondibile.E’ quella di Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer, 85 anni, oltre cento film da protagonista, sceneggiatore, produttore cinematografico, ex nuotatore olimpico ed ex pilota di aerei ed elicotteri.

Ma soprattutto attore amatissimo da intere generazioni sin dal lontano 1967 quando, in coppia con l’amico Terence Hill, cominciò la serie di successi con “Dio perdona..io no”, film western all’italiana,un fenomeno popolare noto a tutti come i cosiddetti “spaghetti western” .Pellicole amate in tutto il mondo che nel tempo sono diventate un classico della cinematografia italiana.

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“In realtà – ci tiene subito a precisare l’ attore – io ho girato centoventotto film e soltanto sedici in coppia con Terence Hill, un grande amico col quale tutt’ora mi vedo e col quale in tanti anni non ho mai, dico mai, avuto una discussione. E mi piace sottolineare che non mi è mai piaciuta l’etichetta di “spaghetti western”. I nostri infatti erano western comici. Niente a che fare con gli spaghetti, insomma”.

Ma la carriera del grande Bud Spencer non si limita solo a questo ma è molto, molto di più. E’ nato a Napoli e quindi non poteva non avere nel sangue la musica e, infatti, oltre a suonare bene il pianoforte e il sassofono, ha composto parecchie canzoni e colonne sonore di film.

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E’ scrittore di romanzi (l’ultimo, il quarto, “Mangio ergo sum”, scritto con Lorenzo De Luca e con prefazione di Luciano De Crescenzo suo compagno, a Napoli, alle scuole elementari, è un libro dove sono miscelate amabilmente filosofia e cucina) e inoltre, da sempre, coltiva tre grandi passioni, quella per i motori, per la filosofia e per la cucina.

“La mia vita è stata molto movimentata, sono stato sempre un uomo curioso, attento, instancabile. Praticamente ho girato il mondo e ho fatto mille mestieri prima di diventare attore e Napoli la portavo sempre nel cuore anche se tornavo sempre a Roma, la mia seconda città”.

Bud Spencer, dunque, è nato a Napoli nel rione Santa Lucia ma da molti anni, precisamente dal 1940, vive a Roma. Facciamoci raccontare da lui stesso come è stato l’impatto con la Città Eterna.

“Beh all’inizio ho avuto qualche difficoltà d’inserimento. E penso sia naturale in ogni ragazzino che cambia città. Roma era una città bellissima ma il terribile periodo, quello della guerra, non era certo dei più felici. Allora abitavamo ai Parioli e infatti io ho frequentato la scuola San Gabriele. All’inizio, ripeto, avvertivo una certa differenza nel modo di vivere e di pensare dei romani. I romani sono meravigliosi, forse i migliori, però c’è voluto un po’ di tempo per ambientarmi anche perché dopo qualche anno, sempre con la famiglia, mi sono trasferito in Sud America.”

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Già, un uomo con la valigia in mano perché il suo vastissimo curriculum dice che lei ha girato il mondo…
“Esatto. Ho vissuto tre anni in Brasile, un anno in Argentina, poi sono tornato in Italia per allenarmi in vista delle Olimpiadi di Helsinki dove ho gareggiato nei 100m. stile libero. Nel ’56 ho partecipato ai Giochi Olimpici di Melbourne e nel’60 a quelli di Roma.

I suoi ricordi?
“Meravigliosi. Partecipare a un’Olimpiade è il sogno di ogni sportivo. E poi ho amato tanto lo sport tanto da praticarne quasi tutti: oltre al nuoto, rugby, pallanuoto,poi le regate di vela, in Venezuela, dove ho vissuto quattro anni e le corse in automobile con l’Alfa Romeo, nel periodo degli Stati Uniti.”

Però poi tornava sempre a Roma. Che effetto le faceva?
“Era bello tornare a casa, in Italia. Mi mancava principalmente Napoli, la mia città natale. Mio padre era napoletano da generazioni, mia mamma era nata vicino Brescia ma parlava bene napoletano. E, naturalmente, avevo nostalgia anche di Roma, in “seconda battuta”.

Senta Carlo ma è vero che a soli 17 anni si è iscritto all’Università, alla Facoltà di Chimica?
“Sì, ma è andata molto peggio. Sono stato uno dei più giovani universitari italiani perché non avevo ancora diciassette anni e già ero iscritto alla Facoltà di Chimica. Ho dato tre esami ma nel frattempo mi hanno chiamato per le Olimpiadi di Helsinki. E secondo lei quale è stata la mia scelta? Naturalmente lo sport e così quando poi sono tornato a Roma, ho deciso di cambiare facoltà e ho scelto Giurisprudenza. Anche lì ho dato qualche esame ma poi lo sport ha preso il sopravvento, gli allenamenti, l’Olimpiade in Australia, così, non mi sono mai laureato.”

Dopo le Olimpiadi di Melbourne decide di dare una svolta alla sua vita e di trasferirsi di nuovo in Venezuela. Come mai?
“Perchè ero stanco della vita ai Parioli, tutto mi sembrava monotono…Avevo bisogno di nuovi stimoli. Allora avevo tante energie e tanta curiosità. Poi è arrivato il matrimonio, i figli e la mia vita è cambiata. In meglio”.

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Su, ci racconti…
“Mi sono sposato a Roma, nel 1960, nella Chiesa di “San Giovanni e Paolo” e quest’anno con mia moglie Maria abbiamo festeggiato 55 anni di matrimonio. Quando mi chiedono il segreto per rimanere così a lungo insieme io rispondo:”Chiedetelo a mia moglie. E’ una donna magnifica..”

Poi però decide di comperare una casa a Roma Nord, in Via Cortina D’Ampezzo.
“Sì, quaranta anni fa. Con mia moglie ho scelto questo quartiere perché era molto verde e molto tranquillo, tant’è che i primi anni per andare a comperare le sigarette, perché allora fumavo, prendevo il taxi”

Negli anni però i servizi della zona sono migliorati…
“Sì, ma non troppo. In via Cortina D’Ampezzo ci solo un gruppo di negozi a metà e alla fine. E il verde è stato offuscato dalle tante, troppe, costruzioni”

Come vive il quartiere?
“In realtà non lo vivo. Non vado a piedi perchè mi sposto sempre in macchina. Non frequento i ristoranti perché non amo andare a mangiare fuori casa. Però mi piace vivere in questa zona. Ci sono affezionati e anche i miei figli, tranne una che vive in America, abitano vicino”.

Lei si definisce attore per caso, giusto?
“Giusto. Non volevo fare l’attore e non ho mai studiato per farlo. Ho sposato la figlia del più grande produttore italiano di cinema, Giuseppe Amato ma solo quando mio suocero è morto, per puro caso, era il 1967, ho fatto un provino con il regista Giuseppe Colizzi. E lì ho incontrato Mario Girotti, in arte Terence Hill”.

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A proposito, vi vedete ancora?
“Qualche giorno fa è venuto a casa mia a mangiare un piatto di spaghetti visto che la moglie lo tiene a stecchetto…”

E’ un sogno rivedervi in coppia?
“Ci sono tante idee in cantiere ma, l’età avanza anche se io ho la mente di un ventottenne… Tra qualche mese uscirà un CD con dieci canzoni da me scritte ed interpretate in italiano, napoletano, francese, inglese e spagnolo.Conosco tante lingue, compreso il portoghese e il tedesco che ho imparato da piccino perché avevo una tata tedesca”.

Ilaria Galateria

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5 COMMENTI

  1. Sono cresciuto con te!
    Sei un eccellenza nella vita…….ti stimo moltissimo e, trasferisco ai miei due figli, i tuoi valori, nella vita reale e …. Nella cultura di un cinema sano!!!!
    Ti abbraccio, …. Come stessi abbracciando mio padre!!!

  2. Ti ho incontrato al parcheggio della Virgin pochi mesi fa, il mio primo selfie!
    Che bella vita, complimenti.
    Un tuo grande ammiratore di Roma Nord.
    R

  3. Buongiorno, quando vedo, o sento qualsiasi cosa che la riguarda mi rivedo tutta la mia infanzia felice. Complimenti per tutte le cose belle che ha fatto e le emozioni che continua a darmi auguri sei un grande

  4. SIGNOR BUD SPENCER . MI CHIAMO GIUSEPPE NARDONE DELLA CITTA’ DI CASTROVILLARI PROVINCIA DI COSENZA IN CALABRIA, VORREI TANTO CONOSCERVI DAL VIVO HO TANTE CASSETTE DEI VOSTRI FILM CON MARIO GIROTTI, SE VI INTERESSA VI LASCIO IL MIO INDIRIZZO VIA DELL’ AGRICOLTURA N°20-E 87012 CASTROVILLARI (CS).

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