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Pronti a incatenarsi a Tor di Quinto

Galvanica Bruni

anpet240.jpgSono pronti ad incatenarsi ai cancelli del 57B di viale Tor di Quinto se la Polizia li obbligherà a sgomberare. Si stanno già attivando a fare terapia in Piazza del Campidoglio, sotto gli occhi del Sindaco, dove porteranno cani, gatti, capre e pappagalli. Ma prima di tutto i loro ragazzi autistici.

Una storia che inizia 16 anni fa; tra costruzioni abusive, bandi di gara, ordinanze, ricorsi al Tar, ancora non si è riusciti a mettere la parola fine. Siamo in viale di Tor di Quinto 57/B, dove c’è un enorme appezzamento di terreno venuto alla ribalta della cronaca nel maggio 2013 per l’omicidio del tifoso napoletano Ciro Esposito.

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In una situazione di disinteresse generale, in questa grande area che sarebbe di proprietà pubblica, nel corso dell’ultimo decennio, e forse anche più, sono sorte numerose attività tutte con una prerogativa a fattor comune: l’abusivismo.
Abusivi erano i campi di calcio della US Boreale, abusivi i militanti dell’associazione politica “il trifoglio”, abusivo il Ciak Village, e abusiva era anche e l’Associazione Anpet, una struttura nata con il solo intento di aiutare ragazzi autistici ad imparare un mestiere.

A tutti il Comune ha recentemente notificato un’ordinanza di sgombero immediato. Anche l’Anpet l’ha ricevuta lo scorso 13 febbraio 2015 ma l’ha respinta al mittente ricorrendo al TAR. Motivo? Da sgranare gli occhi: tutta l’area del 57B non sarebbe demaniale ma privata. E quindi l’ordinanza parrebbe nulla. Incredibile no?

L’Anpet

L’Anpet è un’associazione che attraverso laboratori, attività di pet-therapy, terapia e tanto calore umano aiuta i ragazzi autistici ad esprimersi, a trovare opportunità in cui sviluppare la propria autonomia, insomma a crescere.

“Nel 2000, due genitori di ragazzi autistici ci dissero che avevano avuto in concessione un piccolo terreno che avremmo potuto utilizzare per creare una struttura per i ragazzi”.  A parlare sono Enzo Cardogna, Presidente dell’Anpet e Federica Bocicchio, psicoterapeuta dell’Associazione. E così son partiti. Fin quando non si è scoperto che in realtà non c’era stata nessuna concessione.

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Senza voler far sconti a nessuno Cardogna e la dottoressa Bocicchio ci dicono che solo in un secondo momento sono venuti a sapere che quei due genitori avevano mentito. Certo, a fin di bene, ma pur sempre una bugia rimane.

“La necessità di avere un posto dove poter far curare i loro figli, ha fatto sì che passassero sopra alle regole. Un peccato veniale forse, visto che l’intento era comunque buono. Ed è per questo che non appena ci siamo resi conto della cosa, siamo andati a ” presentarci” agli organi competenti. A quel punto è iniziato il nostro calvario che dura da circa 16 anni. Infatti, nonostante le continue richieste di autorizzazione e permessi, il Comune ha sempre trovato modo di non prenderci in considerazione”.

“E di giunta in giunta – continuano – è rimasta inascoltata anche una mozione che il 30 ottobre 2013 fu presentata al sindaco Marino per chiedere la nostra regolarizzazione. Diversi rappresentanti politici hanno apprezzato il nostro lavoro e si sono mossi chiedendo l’intervento del primo cittadino. Ma tutto è stato inutile. In compenso, abbiamo dovuto lasciare a metà la costruzione di una piccola chiesetta che aveva visto impegnati i ragazzi la costruzione è stata considerata un abuso edilizio”.

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Facciamo ordine

Quando nel 2011 la società Real Fettuccina si è aggiudicata l’area, avendo vinto un bando emesso nel 2006 per la realizzazione di un Punto Verde Qualità, è scoppiato il caos, tutto il terreno era occupato abusivamente, difficile quindi per l’aggiudicataria prenderne possesso.

Dopo qualche anno la Real Fettuccina ricorre in Tribunale e il Comune viene condannato. La sanzione? 500 milioni di euro e più di 1000 euro per ogni giorno di ritardata consegna del terreno.

Questo in effetti è stato alla fin fine l’evento scatenante che ha dato il via alla raffica di ordinanze di sgombero a carico degli occupanti, Anpet compresa. Che però non molla, quel cartello che indica il loro spazio non vogliono toglierlo.

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“Il terreno non è del Comune”

“L’ordinanza di sgombero è illegittima, il Comune non può sfrattarci perché il proprietario del terreno risulta essere un privato”. Così sostiene Enzo Cardogna.

Parrebbe infatti che la zona in questione non sia di proprietà del Comune, bensì di una Assicurazione. “Altro che demaniale – afferma Cardogna – ecco qui le carte, il terreno è di una società assicuratrice molto nota e importante, come poteva mai il Comune metterlo al bando?” E in effetti, leggendo le visure catastali, non possiamo che dargli ragione.

“Il bando è viziato dal fatto che il Comune non avrebbe mai avuto la disponibilità del terreno e quindi non poteva assegnarlo a terzi!” esclama ancora Cardogna agitando le carte e convinto del fatto suo.

Ricapitoliamo. Vista la resistenza dell’Anpet l’area non è ancora totalmente sgomberata e quindi ogni giorno dalle casse del Comune escono 1000 euro. Ma se fosse vero che il terreno non è pubblico, vien da sé che quel bando verrebbe meno e la Real Fettuccina si vedrebbe costretta a rinunciare al progetto che si era aggiudicato. E quindi anche le sanzioni a carico del Comune? E quindi nessuno degli occupanti sarebbe stato abusivo? E la compagnia assicuratrice che parrebbe essere la vera proprietaria che dice? Bocche cucite su quel fronte.

“Ci aspettiamo che sia il Comune a fare chiarezza una volta per tutte!” afferma con convinzione Cardogna.

Non rimane che il Tar

E come sempre sarà la Giustizia amministrativa a sciogliere i nodi. Chiamati in causa dall’Anpet che contesta la validità dell’ordinanza di sgombero, saranno forse i giudici a fare chiarezza e a sbrogliare la matassa. Non rimane che aspettare la sentenza attesa entro il mese di Aprile.

E se anche questa non fosse risolutiva nel senso atteso dall’Anpet? “Da viale Tor di Quinto non vogliamo andarcene, siamo pronti a incatenarci al cancello”.

Valentina Ciaccio

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1 commento

  1. Quasi tutti i terreni di viale tor di quinto (area Ex Gran Teatro. dove oggi c è la Palaeventi, i terreni di fronte antistanti le palazzine della marina e questi di cui all oggetto) risultano privati. Cosa più triste è capire e scoprire come mai il Comune li ha messi a bando come punti verde qualità ancor prima di acquisirli? Soprattutto perché il Comune di Roma (giunta Veltroni Pd) ha tirato fuori milioni di euro per questi terreni senza preoccuparsi di fare rogiti notarili e trascrizioni? Se oggi il Comune di Roma è in gravi crisi economica non è colpa di Alemanno e Marino, ma della politica scellerata e dispendiosa delle amministrazioni Rutelli e Veltroni!

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