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Antenna Valle Muricana: 30, forse 90 giorni di stop

Galvanica Bruni

consiglio240.jpgPiovono banconote nell’aula di via Flaminia 872, dove oggi alle 14 si è tenuto il Consiglio straordinario del XV Municipio. Le donazioni hanno inaugurato la seduta di Consiglio facendo seguito alla dichiarazione del capogruppo PD, Marco Paccione, che tutta la maggioranza avrebbe rinunciato al gettone di presenza per donarlo alla raccolta fondi per l’antenna di Valle Muricana.

L’iniziativa ha preso in contropiede NCD che però non ha rinunciato al beau geste. Più pragmatico Giuseppe Calendino di Fratelli d’Italia: “ma che gettone gettone, mettiamoci subito le mani in tasca!” ha esclamato dirigendosi verso l’area del pubblico – seguito a ruota da Dario Antoniozzi dell’NCD – per consegnare al presidente del Comitato di Quartiere una banconota da 50 euro.

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Se volete fare una donazione a nostro favore fatelo con un bonifico bancario – ha risposto Erminio D’Agostino, il presidente del comitato – le cose noi le facciamo in assoluta trasparenza!“. E così quelle due banconote per tutta la durate del Consiglio sono rimaste in attesa di un destinatario. Poi, sono tornate nelle tasche da dove erano venute.

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trenta giorni di stop

Toni elettrizzanti e tensione elevata per tutta la durata del dibattito. Fra maggioranza e opposizione è tutto un rimpallo di accuse e di giustificazioni, di distinguo e di polemiche.

I toni solo elevati e non si placano nemmeno quando il presidente del Municipio, Daniele Torquati, annuncia: “Alle 12 ero dal Sindaco ed ho ottenuto quanto avevo richiesto: i lavori dell’antenna verranno stoppati per trenta giorni per dar modo ai cittadini di formalizzare le loro istanze. Mi sono assunto la responsabilità dell’accaduto (Ndr: la mancata informativa ai cittadini a febbraio 2014) e non voglio tirarmi indietro rispetto a ciò. Il Municipio ha sbagliato, ora stiamo rimediando“.

una vittoria di Pirro

Quello che per la maggioranza rappresenta una boccata d’ossigeno, per l’opposizione e per il pubblico presente si rivela invece una magra consolazione. “30 giorni si possono considerare una vittoria di Pirro – afferma Teresa Zotta, M5S – la salute è un diritto primario dei cittadini ed il tempo a nostra disposizione per difenderlo è troppo limitato!”

Trenta giorni, e poi? E poi l’antenna verrà tirata su” sostengono i consiglieri Mocci e Antoniozzi, NCD, che incalzano Torquati: “piuttosto che insistere sullo stop ai lavori occorre battersi per impedire la costruzione dell’antenna chiedendo al sindaco di firmare un’ordinanza ad hoc” e a mo’ di esempio citano un fatto analogo accaduto a Fiumicino. Ma non solo, dai banchi NCD  si propone anche di far fare un’interrogazione parlamentare al Ministro della salute.

ma trenta o novanta?

Coup de théâtre. Torquati annuncia di aver appena ricevuto una comunicazione della Vodafone nella quale la società si dichiara disponibile, visto quanto accaduto nel 2014 (ndr: sempre la mancata informativa), ad attenersi ora a quanto previsto dal protocollo d’intesa del 2004 fra gestori telefonici e Comune di Roma.

Il che potrebbe volere dire che i trenta giorni diventerebbero novanta. “E perchè lo siano veramente – dichiara Torquati – mi impegnerò da subito“.

tutti al voto

Ogni gruppo presenta un suo documento. La maggioranza dichiara che voterà anche quello M5S, l’NCD annuncia che si asterrà dall’uno e dall’altro. E così quello che esce dal voto è un documento articolato che, opponendosi nella sostanza all’antenna di via Viadanica, impegna il presidente Torquati a chiedere che ASL Roma E e Arpa facciano delle indagini accurate sull’elettrosmog locale e che venga aperto un tavolo con Terna, Acea e Comune per affrontare l’eliminazione dei tralicci elettrici.
Contestualmente, il documento M5S prevede invece l’effettuazione di un censimento da rendere pubblico delle antenne e l’istituzione di un osservatorio locale.

e ora?

La domanda è sul viso dei residenti di Valle Muricana che hanno resistito fino all’ultimo minuto. E ora che si fa? si chiedono perplessi dopo aver assistito a tre ore di schermaglie politiche  a volte incomprensibili. “Che si fa? Primo non ci si arrende, secondo mettiamoci subito intorno a un tavolo e studiamo le prossime mosse” esclama l’infaticabile Erminio D’Agostino. La battaglia non finisce qui, se ne può star certi.

Barbara Polidori

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8 COMMENTI

  1. Mi chiedo se il comitato non ritenga offensivo accettare l’obolo della maggioranza o di qualunque altra forza politica del Consiglio Municipale. Che cosa signifca? una sorta di “compensazione monetaria” al comitato cittadino per scusarsi della mancata comunicazione istituzionale sull’antenna? Al posto del Comitato cittadino rifiuterei l’obolo e magari chiederei che venisse devoluto a qualche famiglia in difficoltà di Valle Muricana o magari a qualche persona o bambino bisognoso di particolari e costose cure (sperando che non ve ne siano). La dignità, anche di un comitato, non ha prezzo. Specie se quel prezzo è pagato da chi non ha svolto correttamente prima il proprio compito istituzionale.

  2. Ho trasmesso al Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica (P.A.U.) un messaggio di posta elettronica con cui chiedo che anche per il progetto della stazione radio base (RDB) “Monte di Pietra Pertusa” della Ericsson Vodafone in via Viadanica s.n.c. venga richiesto il “parere” di competenza del Consiglio del XV Municipio, da deliberare solo dopo aver attivato il “Regolamento della partecipazione dei cittadini alla trasformazione urbana”, così come è stato già fatto per il centro commerciale che il costruttore Bonifaci vorrebbe realizzare al Km. 8,500 della via Flaminia Nuova.
    In tal modo si va oltre la semplice “informazione” ai cittadini, chiamati anche e soprattutto a partecipare, obbligando il Consiglio del Municipio a tener conto delle loro osservazioni scritte.
    Ho subito dopo trasmesso lo stesso messaggio a tutti i consiglieri, per loro opportuna conoscenza e soprattutto per il seguito “politico” di rispettiva competenza.

  3. Sig. BOSI, la sua proposta è importante e giusta, ma, chiedendone l’applicazione per Via Viadanica, sta domandando di cambiare in corsa le “regole” dell’iter di un procedimento di autorizzazione già avviato.
    Si dovrebbe inserire la previsione della richiesta del parere, di cui parla, nel Protocollo d’intesa tra Comune e società di telefonia, quale passaggio ulteriore: “tutti i consiglieri”, ai quali ha mandato il messaggio, potranno lavorarci per il futuro, ma non credo – purtroppo – che questa possa essere una soluzione utile per Valle Muricana.
    Io penso che l’unica strada seriamente percorribile sia, adesso, soltanto il ricorso al TAR, perchè 30 giorni (o 90) ottenuti non cambiano proprio nulla.

  4. @DIAMANTE – Forse Lei non era presente alla seduta del Consiglio Straordinario dello scorso giovedì e non ha quindi potuto ascoltare il mio intervento, quando ho fatto presente ai consiglieri che è nel pieno potere e diritto (se non dovere) di ogni forza politica fare lei ricorso al TAR ogni volta che ravvisa in un atto amministrativo dei vizi di legittimità, proprio perché chiamata al rispetto di tutte le leggi.
    La mia richiesta va inquadrata proprio nel rispetto della normativa vigente in materia ed è, caso mai non se ne fosse accorto, una implicita denuncia di un doppio vizio di legittimità (mancata partecipazione dei cittadini e mancato parere del Consiglio del XV municipio) la cui rimozione non può essere demandata a tempi imprecisati: non sto quindi domandando di cambiare in corsa le “regole” ma caso mai di farle rispettare tutte, per cui – come sono stati sospesi per 30 giorni i lavori in corso per causa della mancata “informazione” ai cittadini (in tal caso per allungarne soltanto l’agonia senza poter incidere sull’iter del procedimento) – allo stesso modo la sospensione deve essere prorogata fino a che non sarà stato completato il procedimento della partecipazione dei cittadini ed il Consiglio del XV Municipio non avrà espresso il “parere” di sua competenza, tenendo conto di tutto quanto hanno scritto i cittadini.
    In tal modo si può passare dal “metodo” al “merito” del problema, cercando di trovare tutti assieme la migliore soluzione che possa assicurare un giusto equilibrio tra l’esigenza di dare un migliore servizio di telefonia mobile riconosciuto per legge come “pubblico” e l’obbligo costituzionale di garantire la salute dei cittadini.

  5. La proposta di Bosi è molto interessante, a mio avviso deve essere inserita nel ricorso al Tar che stanno preparando i cittadini. se accettato sarebbe un bel precedente anche per il resto del municipio… Fatto sta che rimango sempre dell’idea già espressa in consiglio che la soluzione migliore era ed è tuttora far fare una specifica Ordinanza al Sindaco, così come hanno fatto in altri comuni. Peccato il voto espresso dalla maggioranza nel consiglio di giovedì, è stata persa un’occasione!

  6. Trovo quanto meno curioso, per non dire troppo poco coerente se non altro da un punto di vista logico, che per un consigliere del XV Municipio i vizi di legittimità da me presunti tali siano buoni per un ricorso al TAR ma non per lui ed il gruppo politico di cui fa parte, che non ravvisa evidentemente alcuna violazione né del Regolamento del Decentramento Amministrativo né del Regolamento di partecipazione dei cittadini alla trasformazione urbana, che dovrebbe denunciare pubblicamente se ne è convinto o quanto meno che dovrebbe chiedere di accertarla come rappresentante di una amministrazione pubblica per il quale la legge a maggior ragione non ammette ignoranza: lascia invece con il classico “armiamoci e partite” che siano i cittadini a far sentenziare dal TAR l’eventuale mancato rispetto della normativa vigente in materia da me richiamata.

  7. sig. Bosi, segnalerebbe, per favore, in base a quale norma lei ritiene che i consiglieri di un municipio (o del comune) hanno titolo a fare ricorso al TAR ed anzi, secondo la sua idea, “è nel pieno potere e diritto (se non dovere) di ogni forza politica fare ricorso al TAR ogni volta che ravvisa in un atto amministrativo dei vizi di legittimità, proprio perché chiamata al rispetto di tutte le leggi”?
    Secondo me, una norma del genere non la trova, perchè non esiste.
    Un politico non può fare ricorso al TAR, perchè non sono certamente le forze politiche ad chiamate – come lei scrive – al rispetto di tutte le leggi: le devono rispettare, ma non possono fare ricorsi al TAR!

  8. @Diamante – Ai sensi del 1° comma dell’art. 6 del “Regolamento del decentramento amministrativo”, che è relativo ai “Pareri”, “il Consiglio Circoscrizionale [ora Municipale] esprime il parere obbligatorio sugli atti riguardanti:
    d) … gli strumenti urbanistici equipollenti quali ….i piani di settore monofunzionale;
    g) gli indirizzi sui contratti di servizio che regolano i rapporti tra il Comune di Roma ed i soggetti gestori di servizi pubblici locali”.
    Il successivo 2° comma dispone che “i provvedimenti …. di servizi che interessino il territorio circoscrizionale [oggi municipale] debbono essere preventivamente comunicati … al Consiglio Circoscrizionale [ora Municipale] PER ACQUISIRNE IL PARERE OBBLIGATORIO”.
    Di fronte alla presa di coscienza di una violazione di legge ogni soggetto eletto a qualunque livello (municipale, comunale, provinciale, regionale, parlamentare) ha il dovere quanto meno di chiedere di accertarla nelle forme e nei modi che il nostro Stato di diritto gli mette a disposizione.
    Fra questi c’è anche il ricorso al TAR, di cui una forza politica può se non altro finanziare i costi ad altri nel caso che non intenda comparire lei direttamente.
    Per un opportuno confronto, le faccio presente che è stata impugnata al TAR la delibera della Giunta Regionale della Campania che ha istituito la struttura di missione “programmazione e gestione delle risorse idriche” con cui si vorrebbe privatizzare la gestione dell’acqua pubblica: fra i promotori ci sono ben 5 deputati del M5S (Luigi Di Maio, Roberto Fico, Federica Daga, Luigi Gallo e Sergio Puglia).

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