Home ATTUALITÀ Il primo Vocabolario della Crusca è lì, nella Casa del Parco

Il primo Vocabolario della Crusca è lì, nella Casa del Parco

Galvanica Bruni

casa-parco.jpg“Allora, ragioniere, che fa, batti ?”, “Ma…mi dà del tu ?” “No, no! Dicevo: batti lei ?” “Ah, congiuntivo!….” Chi non ricorda il celebre dialogo tra Fantozzi e Filini, quando i due, nel primo film della saga sul ragioniere più sfigato d’Italia, si sfidavano a tennis in una fredda e nebbiosa mattina d’inverno. Stralci di comicità che però avevano del vero, perchè l’italiano – si sa – è una lingua “maledetta”.

Tra tempi dei verbi e regole grammaticali, spesso si perde la bussola. Ma i punti cardinali restano quelli, e alla biblioteca Casa del parco, in via della Pineta Sacchetti 78, li conoscono benissimo.

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Al terzo piano dell’edificio che si trova nel Parco del Pineto, a 30 metri dal cancello sulla strada, è infatti possibile consultare una copia anastatica della prima edizione del Vocabolario della Crusca, il primo vocabolario della lingua italiana, uscito nel 1612 e realizzato dall’omonima Accademia.

Certo, oggi quell’italiano non si parla più. Però è interessante osservare come, nel corso dei secoli, la nostra lingua sia cambiata. “Il Vocabolario della Crusca non è stato solo il primo vocabolario della lingua italiana – ci spiega una delle referenti delle iniziative culturali della biblioteca – ma anche il primo in assoluto di una lingua moderna”.

Ebbene sì, nella cultura siamo sempre primi. “Alcuni termini che vi si trovano – prosegue – oggi sono desueti o hanno cambiato significato. Pensi che, un tempo, la parola “agrume” non stava ad indicare un’arancia o un limone, ma una cipolla”.

La teca che contiene la preziosa reliquia, custodita sotto chiave dal personale della biblioteca, è visibile a chiunque entri nella sala grande al terzo piano.

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“Per noi è un vanto mostrarla, ma dobbiamo preservarla dall’usura”, ci spiega ancora la nostra “guida”. “Quella che vede è una copia anastatica, ossia uguale in tutto e per tutto all’originale, anche se – ovviamente – stampata su un tipo di carta diverso. L’abbiamo acquistata nel 2012 – prosegue – quando l’Accademia, in occasione del quattrocentenario della prima edizione del Vocabolario, ne realizzò una serie di copie in tiratura limitata. L’inaugurazione dell’esposizione la facemmo alla presenza del presidente onorario dell’Accademia, Francesco Sabatini”.

“La consultazione del volume è libera o è necessario prenotarsi ?” “Assolutamente libera. L’unica accortezza che chiediamo a chi voglia sfogliarlo è indossare un apposito paio di guanti che abbiamo qui in dotazione” .

“Prevedete di organizzare eventi collegati al Vocabolario nei prossimi mesi ?” “Sì, credo che faremo qualcosa quest’anno, in occasione dei 750 anni dalla nascita di Dante, anche se lui è antecedente all’Accademia, che venne fondata verso la fine del Cinquecento”.

Già, Dante, un altro a cui la lingua italiana deve molto. E non pensiate che non sia attuale, perchè, in fondo – come diceva Benigni – il tempo che ci separa da lui è più o meno l’equivalente di mettere in fila 10 persone che hanno vissuto 70 anni…

Valerio Di Marco

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